Tajani: “Stop fondi? No, sanzioni ai coloni violenti”
“Andremo al dibattito, noi preferiamo intervenire piuttosto sulle sanzioni. Ne stiamo parlando con i nostri interlocutori, in modo particolare con la Germania, e credo che ci sarà una posizione comune, Italia e Germania, su questo argomento. Ma, ripeto, secondo me bisogna incidere attraverso le sanzioni ai coloni più violenti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a proposito della proposta della Commissione sulla sospensione dei fondi Horizon a Israele, che si discuterà domani al consiglio informale.
Idf: nel raid a Sana’a morto l’intero governo
Le Forze di difesa israeliane ritengono attualmente che l’intero governo Houthi, compreso il primo ministro e altri 12 ministri, sia probabilmente rimasto ucciso nel raid di ieri in Yemen. Lo riferisce l’emittente Channel 12, secondo cui la valutazione non è definitiva e che l’Idf sta ancora lavorando per ottenere un quadro più chiaro sugli effetti dell’attacco. Secondo Channel 12, il ministro della Difesa degli Houthi e il capo di stato maggiore erano in viaggio verso il luogo della riunione di governo poco prima del raid e sarebbero arrivati in tempo per l’esplosione.
Abu Mazen: “La decisione Usa sui visti è illegale”
La decisione Usa sullo stop ai visti a Olp e Anp “è contraria alla legge internazionale” e la Casa Bianca “deve tornare sui suoi passi”. Lo ha detto il presidente dell’Anp Abu Mazen citato in una nota del suo ufficio rilanciata dai media arabi.
In Argentina azione legale per arresto di Netanyahu
Un gruppo di avvocati argentini e palestinesi ha chiesto alla giustizia federale di Buenos Aires l’arresto del premier israeliano Benjamin Netanyahu al suo arrivo nel Paese, in caso di conferma della visita a Javier Milei – suo alleato – annunciata per settembre. L’azione legale, firmata dagli avvocati Rodolfo Yanzón e Raji Sourani, si fonda su una querela presentata dai familiari delle vittime e dai sopravvissuti a un attacco contro un convoglio umanitario a Rafah, nel sud di Gaza, che il 23 marzo scorso provocò la morte di 15 persone, tra cui operatori della Mezzaluna Rossa. Secondo gli avvocati, il massacro costituirebbe un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità, perseguibile in base allo Statuto di Roma – che ha istituito la Corte penale internazionale – e alla Costituzione argentina. Per questo chiedono che Netanyahu sia fermato e consegnato alla Cpi o, in alternativa, processato in Argentina. Organizzazioni locali, tra cui le Abuelas de Plaza de Mayo, hanno già espresso ferma opposizione alla possibile visita del leader israeliano.
Il ministero degli Esteri palestinese: “Sorpresi per revoca visti”
Il ministero degli Esteri palestinese si è detto “sorpreso” dalla decisione degli Stati Uniti di negare e revocare i visti ai membri dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) e dell’Autorità Palestinese in vista della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo riporta Haaretz, aggiungendo che il ministero ha definito la misura una “violazione” della Convenzione sugli Headquarters dell’Onu del 1947 e ha invitato sia il Segretario Generale dell’Onu António Guterres sia il Consiglio di Sicurezza a “svolgere i propri doveri”. Inoltre, il ministero ha chiesto “soluzioni diplomatiche e legali” per garantire la partecipazione della delegazione palestinese ai lavori dell’Assemblea Generale, sottolineando che “la decisione di Washington non impedirà il riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese”.
Hamas: “Israele pagherà col sangue il piano di occupazione”
Il piano di occupazione di Israele della Striscia di Gaza “avrà un effetto devastante sulla leadership militare e politica”, e “l’esercito nemico pagherà il prezzo con il bagno di sangue dei suoi soldati”: è la minaccia lanciata da Abu Obeida, portavoce del braccio armato di Hamas, le brigate Qassam. Gli ostaggi “corrono gli stessi rischi dei combattenti palestinesi”, aggiunge in un messaggio citato da al Jazeera. “Se moriranno la responsabilità sarà del governo israeliano”.
Idf: “Iniziata la prima fase di attacco contro Gaza City”
“Non stiamo aspettando. Abbiamo iniziato le prime fasi dell’attacco contro Gaza City”: lo afferma su X il portavoce dell’Idf, Avichay Adraee. “Stiamo operando con grande forza nelle periferie della città”, aggiunge. I reporter di al Jazeera riferiscono di migliaia di sfollati in fuga “sotto un cielo oscurato dal fumo dei bombardamenti”.
Netanyahu contro la direttrice del Pam: “Deplorevoli le sue dichiarazioni”
L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha attaccato la direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, Cindy McCain, per quelle che definisce affermazioni “contraddittorie” rispetto a quanto detto durante il loro colloquio a Gerusalemme. “La signora McCain ha concordato sul fatto che gli aiuti razziati da Hamas non raggiungono la loro destinazione umanitaria e che Hamas se ne appropria vendendoli a prezzi esorbitanti”, ha affermato in una nota l’ufficio, citato da Times of Israel. “McCain ha detto che durante la sua recente visita a Gaza ha osservato un miglioramento significativo: il cibo era disponibile, i prezzi erano calati e i mercati avevano beni sufficienti a prezzi ragionevoli”, ha proseguito l’ufficio di Netanyahu. “È deplorevole che, dall’incontro, la signora McCain abbia rilasciato dichiarazioni che contraddicono quanto detto a Gerusalemme durante quell’incontro”. L’ufficio del premier non ha specificato a quali presunte dichiarazioni contraddittorie di McCain si riferisse. “Invece di accusare falsamente Israele, il Programma Alimentare Mondiale dovrebbe cooperare pienamente con la Gaza Humanitarian Foundation, che opera con successo fornendo cibo a Gaza”, ha aggiunto l’ufficio di Netanyahu. “Le uniche persone deliberate a essere affamate a Gaza sono i nostri ostaggi detenuti da Hamas”.
Usa revocano visti a membri palestinesi in vista dell’Assemblea Onu
Marco Rubio ha annunciato la revoca dei visti ai membri dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e dell’Autorità Palestinese (ANP) in vista dell’imminente Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lo riferisce il dipartimento di Stato in una nota sottolineando che “l’impegno dell’amministrazione Trump era di non premiare il terrorismo”.