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Gaza, dopo le pressioni Israele accetta una pausa umanitaria e lancio di aiuti per via aerea. L’Onu: “I pacchi dal cielo sono inutili e pericolosi”

Nelle scorse ore l'Idf ha dovuto distruggere ingenti quantità di cibo che erano scadute per colpa del blocco. Germania, Francia e Gran Bretagna pronte ai ponti aerei. Ma le Nazioni unite chiedono una svolta politica
Gaza, dopo le pressioni Israele accetta una pausa umanitaria e lancio di aiuti per via aerea. L’Onu: “I pacchi dal cielo sono inutili e pericolosi”
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L’Idf autorizza lanci di aiuti umanitari. Onu: “Inefficiente e costoso. Solo una distrazione”

A Gaza: centomila bambini di età non superiore ai due anni, tra cui 40.000 neonati, rischiano di morire entro pochi giorni per la “totale mancanza di latte per bambini e di integratori nutrizionali, alla continua chiusura dei valichi e all’impedimento dell’ingresso dei più semplici rifornimenti di base”, ha denunciato l’Ufficio governativo per i media della Striscia, controllato da Hamas. Mentre la conta dei morti non fa altro che confermare uno scenario catastrofico: nelle ultime 24 ore, di almeno cinque persone morte di fame a Gaza, tre sono neonati, uno dei quali di appena una settimana.

In serata Israele ha annunciato che l’Idf ha autorizzato la ripresa dei lanci di aiuti umanitari dal cielo su Gaza, in collaborazione con le organizzazioni internazionali, oltre alla desalinizzazione per creare fino a 20.000 metri cubi d’acqua potabile, fornendo le linee elettriche dal territorio israeliano.

L’apertura israeliana giunge in un contesto umanitario che Regno Unito, Francia e Germania hanno definito “spaventoso” e che, nel tentativo di portare sollievo ai gazawi, hanno annunciato un piano congiunto per la distribuzione aerea di aiuti nella Striscia, in partnership con Paesi come la Giordania e col benestare di Israele.

Un tentativo “disperato” affermano fonti britanniche alla Bbc, e un’iniziativa che in ogni caso non convince l’Onu, secondo cui paracadutare i beni di prima necessità rappresenta un sistema “inefficiente e costoso”. E un modo per “distrarre” l’attenzione dal vero problema: “L’inazione” di Israele che dovrebbe “togliere l’assedio, aprire i cancelli e garantire spostamenti sicuri e un accesso dignitoso agli aiuti”.

Trasportare i beni è molto più facile, più efficace, più veloce, più economico e più sicuro”, ha spiegato il commissario dell’Unrwa Philippe Lazzarini. Ma per Israele, rappresenta il modo in cui Hamas si appropria degli aiuti senza lasciare nulla alla popolazione civile. Una narrazione di cui tuttavia non ci sarebbe riscontro: a sostenerlo è il Nyt citando due alti ufficiali militari israeliani e altri due israeliani coinvolti nella vicenda, secondo cui lo Stato ebraico non ha prove di alcun presunto sistematico saccheggio degli aiuti dell’Onu da parte dei miliziani palestinesi, argomento principale utilizzato per giustificare la creazione della controversa Gaza Humanitarian Foundation. E anche l’agenzia governativa statunitense Usaid non ha trovato alcuna prova di tali furti sistematici, dopo aver analizzato 156 casi di saccheggio o smarrimento di forniture finanziate dagli Usa.

In ogni caso, Israele ha dichiarato tramite il suo organismo militare Cogat che i camion di beni continuano ad arrivare a Gaza – ieri ne sono entrati circa 90, carichi di cibo. E ha addossato la responsabilità della carestia all’Onu, accusata di inefficienza nella distribuzione, dato che “centinaia di pallet di aiuti delle Nazioni Unite sono ancora in attesa di raccolta e distribuzione”. Mentre prosegue il rimpallo di accuse, il cibo e i beni essenziali restano per settimane sotto il sole cocente, finendo per deteriorarsi. Tanto che l’Idf ha distrutto decine di migliaia di aiuti umanitari, tra cui ingenti quantità di cibo destinato ai residenti di Gaza, dopo essere scaduti perché rimasti fermi troppo a lungo sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom. “Abbiamo seppellito tutto e li abbiamo persino bruciati”, ha raccontato una fonte israeliana all’emittente pubblica Kan. “Ancora oggi ci sono migliaia di pacchi in attesa al sole e, se non verranno trasferiti a Gaza saremo costretti a distruggerli”.

Mentre regna il caos sugli aiuti e proseguono i bombardamenti su tutta la Striscia, a Gaza si continua a morire e il bilancio delle vittime sfiora ormai i 60.000 morti dall’inizio della guerra. La tregua resta lontana, lo testimoniano le ultime dichiarazioni di Donald Trump che si è scagliato contro Hamas accusandolo di “non volere realmente” un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi e prigionieri. “Dichiarazioni particolarmente sorprendenti, soprattutto perché arrivano in un momento in cui erano stati compiuti progressi su alcuni dossier negoziali”, ha commentato il funzionario di Hamas Taher al-Nunu, che si è detto ugualmente stupito della decisione di Israele e Usa di ritirare le loro squadre negoziali da Doha.

  • 23:17

    Israele annuncia “pause umanitarie” e nega che la popolazione stia morendo di fame

    “Domani mattina Israele applicherà una ‘pausa umanitaria’ nei centri civili e nei corridoi umanitari per consentire la distribuzione degli aiuti”. Lo annuncia in un post su X il ministero degli Esteri, assicurando che “Israele ha continuato a facilitare l’ingresso dei camion di aiuti nella Striscia di Gaza“. E puntando l’indice contro l’Onu: “Purtroppo, finora le Nazioni Unite non sono riuscite a raccogliere e distribuire l’ingente quantità di aiuti umanitari nei camion immagazzinati in aree designate all’interno della Striscia di Gaza”.
    “Ora ci si aspetta che l’Onu raccolga e distribuisca le grandi quantità di aiuti, senza ulteriori ritardi o scuse”, dice il ministero degli Esteri, che torna a respingere “le false accuse e la propaganda sulla carestia lanciate da Hamas, che manipola immagini di bambini affetti da malattie terminali. È vergognoso”. Le pause umanitarie inizieranno a partire dalle 10 ora locale, le 9 in Italia, e riguarderanno diverse località della Striscia di Gaza, fanno sapere gli israeliani.

  • 22:33

    Freedom Flottilla, fonti israeliane: “Attivisti saranno rimpatriati”

    Le autorità israeliane prevedono che gli attivisti dell’imbarcazione Handala della Freedom Flottilla Coalition, partita da Gallipoli con l’intenzione di raggiungere Gaza con aiuti umanitari, sbarcheranno nel fine settimana in Israele, dove le autorità locali intendono avviare le procedure per i rimpatri. È quanto si apprende da fonti diplomatiche. Emerge dunque che l’intenzione delle autorità israeliane, come già era stato nel caso della barca ‘Madleen’ della Freedom Flotilla a giugno, è quella di non far arrivare gli attivisti a Gaza. A bordo della Handala, secondo quanto riferito nei giorni scorsi dalla Freedom Flotilla Coalition, si trovano 21 persone fra cui 2 italiani. Secondo quanto si apprende, l’ambasciata italiana a Tel Aviv, in raccordo con la Farnesina, sta monitorando il viaggio degli attivisti per garantire la necessaria assistenza una volta che sbarcheranno.

  • 22:31

    L’Idf autorizza lanci di aiuti umanitari. Onu: “Inefficiente e costoso. Solo una distrazione”

    A Gaza: centomila bambini di età non superiore ai due anni, tra cui 40.000 neonati, rischiano di morire entro pochi giorni per la “totale mancanza di latte per bambini e di integratori nutrizionali, alla continua chiusura dei valichi e all’impedimento dell’ingresso dei più semplici rifornimenti di base”, ha denunciato l’Ufficio governativo per i media della Striscia, controllato da Hamas. Mentre la conta dei morti non fa altro che confermare uno scenario catastrofico: nelle ultime 24 ore, di almeno cinque persone morte di fame a Gaza, tre sono neonati, uno dei quali di appena una settimana.

    In serata Israele ha annunciato che l’Idf ha autorizzato la ripresa dei lanci di aiuti umanitari dal cielo su Gaza, in collaborazione con le organizzazioni internazionali, oltre alla desalinizzazione per creare fino a 20.000 metri cubi d’acqua potabile, fornendo le linee elettriche dal territorio israeliano.

    L’apertura israeliana giunge in un contesto umanitario che Regno Unito, Francia e Germania hanno definito “spaventoso” e che, nel tentativo di portare sollievo ai gazawi, hanno annunciato un piano congiunto per la distribuzione aerea di aiuti nella Striscia, in partnership con Paesi come la Giordania e col benestare di Israele.

    Un tentativo “disperato” affermano fonti britanniche alla Bbc, e un’iniziativa che in ogni caso non convince l’Onu, secondo cui paracadutare i beni di prima necessità rappresenta un sistema “inefficiente e costoso”. E un modo per “distrarre” l’attenzione dal vero problema: “L’inazione” di Israele che dovrebbe “togliere l’assedio, aprire i cancelli e garantire spostamenti sicuri e un accesso dignitoso agli aiuti”.

    Trasportare i beni è molto più facile, più efficace, più veloce, più economico e più sicuro”, ha spiegato il commissario dell’Unrwa Philippe Lazzarini. Ma per Israele, rappresenta il modo in cui Hamas si appropria degli aiuti senza lasciare nulla alla popolazione civile. Una narrazione di cui tuttavia non ci sarebbe riscontro: a sostenerlo è il Nyt citando due alti ufficiali militari israeliani e altri due israeliani coinvolti nella vicenda, secondo cui lo Stato ebraico non ha prove di alcun presunto sistematico saccheggio degli aiuti dell’Onu da parte dei miliziani palestinesi, argomento principale utilizzato per giustificare la creazione della controversa Gaza Humanitarian Foundation. E anche l’agenzia governativa statunitense Usaid non ha trovato alcuna prova di tali furti sistematici, dopo aver analizzato 156 casi di saccheggio o smarrimento di forniture finanziate dagli Usa.

    In ogni caso, Israele ha dichiarato tramite il suo organismo militare Cogat che i camion di beni continuano ad arrivare a Gaza – ieri ne sono entrati circa 90, carichi di cibo. E ha addossato la responsabilità della carestia all’Onu, accusata di inefficienza nella distribuzione, dato che “centinaia di pallet di aiuti delle Nazioni Unite sono ancora in attesa di raccolta e distribuzione”. Mentre prosegue il rimpallo di accuse, il cibo e i beni essenziali restano per settimane sotto il sole cocente, finendo per deteriorarsi. Tanto che l’Idf ha distrutto decine di migliaia di aiuti umanitari, tra cui ingenti quantità di cibo destinato ai residenti di Gaza, dopo essere scaduti perché rimasti fermi troppo a lungo sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom. “Abbiamo seppellito tutto e li abbiamo persino bruciati”, ha raccontato una fonte israeliana all’emittente pubblica Kan. “Ancora oggi ci sono migliaia di pacchi in attesa al sole e, se non verranno trasferiti a Gaza saremo costretti a distruggerli”.

    Mentre regna il caos sugli aiuti e proseguono i bombardamenti su tutta la Striscia, a Gaza si continua a morire e il bilancio delle vittime sfiora ormai i 60.000 morti dall’inizio della guerra. La tregua resta lontana, lo testimoniano le ultime dichiarazioni di Donald Trump che si è scagliato contro Hamas accusandolo di “non volere realmente” un accordo per il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi e prigionieri. “Dichiarazioni particolarmente sorprendenti, soprattutto perché arrivano in un momento in cui erano stati compiuti progressi su alcuni dossier negoziali”, ha commentato il funzionario di Hamas Taher al-Nunu, che si è detto ugualmente stupito della decisione di Israele e Usa di ritirare le loro squadre negoziali da Doha.

  • 22:27

    Almeno 42 palestinesi morti in 24 ore

    Almeno 42 palestinesi hanno perso la vita da venerdì sera nella Striscia di Gaza – gli ultimi 10 in serata oggi non lontano dal valico di Zikim con Israele, mentre aspettavano di ricevere cibo -, colpiti da raid aerei o dal fuoco dei soldati dell’Idf a terra, secondo fonti mediche e della protezione civile palestinesi, citate da Haaretz. Quanto all’episodio di Zikim, i militari affermano di aver sparato “colpi di avvertimento” e di non essere a conoscenza di morti o feriti.

  • 20:59

    “Almeno 10 palestinesi uccisi mentre erano in attesa di cibo”

    Almeno dieci palestinesi che erano in attesa di ricevere cibo e aiuti umanitari sono stati uccisi e vari altri feriti dal fuoco delle forze israeliane in serata a nord-ovest di Gaza City, secondo quanto scrive l’agenzia palestinese Wafa, che cita fonti locali. L’agenzia scrive anche che il totale dei palestinesi morti nel conteggio totale dal 7 ottobre 2023 è salito a 59.733.

  • 20:30

    Emirati: riprenderemo lancio aiuti su Gaza

    Gli Emirati Arabi Uniti hanno annunciato che riprenderanno “immediatamente” il lancio aereo degli aiuti su Gaza.

  • 20:14

    Bbc: i lanci di aiuti dal cielo sono tentativo “disperato” che non fermerà la fame

    I lanci di aiuti umanitari dal cielo sulla Striscia di Gaza sono solo un tentativo “disperato” che non fermerà la fame fra la popolazione palestinese. Lo sottolinea la Bbc, dopo che il governo britannico di Keir Starmer ha annunciato oggi il piano per attuarli in partnership con la Giordania: piano condiviso con Francia e Germania durante una consultazione telefonica con Emmanuel Macron e Friedrich Merz.
    L’emittente pubblica del Regno, in un’analisi pubblicata in evidenza sul suo sito, nota che tutte le maggiori organizzazioni internazionali, dall’Onu in giù, e gli stessi responsabili britannici sono consapevoli di quanto questo strumento sia inefficace. E imputa al governo israeliano di Benyamin Netanyahu di averlo ri-autorizzato, sapendo che non servirà a risolvere la crisi, solo per alleggerire le pressioni degli alleati occidentali che negli ultimi giorni hanno alzato i toni della denuncia contro le restrizioni agli aiuti e gli eccidi di persone in coda, sollecitando Israele a revocare “immediatamente tutte le limitazioni” imposte negli ultimi mesi all’assistenza umanitaria, nonché il divieto d’azione contro l’Onu e le ong internazionali riconosciute.
    La Bbc ricorda del resto che il lancio degli aiuti dagli aerei è stato già sperimentato in passato senza successo: perché permette di fornire pochissimo materiale rispetto ai camion (e alle necessità); è rischioso per l’incolumità di chi attende a terra; e scatena inevitabilmente scontri tra famiglie disperate per accaparrarsi le briciole che si riesce a paracadutare. Senza contare la possibile concorrenza di “elementi criminali” decisi a impossessarsene “per venderli”.

  • 18:59

    L’Idf e gli spari vicino ai camion degli aiuti: “Colpi di avvertimento”

    L’Idf ha dichiarato che le sue truppe hanno sparato “colpi di avvertimento” vicino ai camion degli aiuti umanitari nel nord di Gaza, aggiungendo di non essere al momento a conoscenza di vittime. I medici che lavorano nel territorio hanno dichiarato che sei persone sono state uccise e oltre 160 ferite mentre attendevano aiuti nel nord di Gaza in due distinti incidenti, ieri sera e questa mattina.
    “Durante la notte e fino alle prime ore del mattino (sabato), sono stati identificati raduni di cittadini di Gaza vicino ai camion degli aiuti umanitari nel nord della Striscia, in prossimità delle truppe dell’Idf che operavano nella zona”, ha dichiarato l’Idf alla Cnn in un comunicato. “Le truppe dell’IDF hanno sparato colpi di avvertimento per allontanare la folla nella zona, in risposta a una minaccia immediata per loro”, ha affermato. “L’Idf non è a conoscenza di vittime a seguito del fuoco”, ha aggiunto.

  • 18:25

    Freedom Flotilla: “Nave Idf diretta verso di noi per fermarci”

    Una unità della marina militare israeliana, la Shayetet 13, ha lasciato da poco il porto israeliano di Haifa con l’ordine di “prendere il controllo (della barca Handala) della Freedom Flotilla e di fermare le persone a bordo”: lo scrive su Instagram un membro della stessa Ong Freedom Flotilla Coalition, citando “siti web affiliati”. Tony La Piccirella, uno dei due attivisti a bordo, ha raccontato al telefono all’Ansa che, superato il punto in cui fu sequestrata in giugno l’imbarcazione precedente, a una settantina di miglia marittime dalle acque territoriali di Gaza, dalla Handala vedono un drone che sorvola.
    Sul perché questa missione di Freedom Flotilla, la 37esima da quando iniziò il blocco nel 2007, sia passata sotto silenzio da parte delle autorità israeliane rispetto alla precedente, quella della barca a vela Madleen con a bordo Greta Thunberg, La Piccirella dice: “Questa missione non è solo umanitaria, ha una valenza politica simbolica forte. Ha senso quindi tacere. E’ comprensibile e anche intelligente dal punto di vista mediatico da parte loro (di Israele) tenere il tutto sotto silenzio”, dice l’attivista barese a bordo, che aggiunge di aspettarsi in ogni momento l’interruzione di ogni comunicazione con l’attivazione dei ‘jammer’ elettronici da parte israeliana, bloccando le comunicazioni, che precedono l’operazione di intercettazione e sequestro della barca: operazioni – ha aggiunto – che “di solito avvengono di sera, al buio, perché non si veda nelle telecamere”.

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