Nuovi negoziati, vecchie condizioni: cosa è successo oggi a Istanbul | la giornata in 50 righe
È durato poco più di un’ora il secondo round di colloqui fra Russia e Ucraina, tenutosi a Istanbul come il primo incontro dello scorso 16 maggio. Al tavolo dei negoziati la Russia, la cui delegazione era guidata dal consigliere di Putin Volodymyr Medinsky, ha consegnato a Kiev un memorandum con le sue condizioni per un cessate il fuoco e per la pace. Un cessate il fuoco incondizionato è dunque escluso. A parte il fatto che le delegazioni hanno concordato lo scambio di 6mila corpi di soldati caduti in combattimento e lo scambio di soldati feriti gravi e giovani sotto i 25 anni, progressi concreti per la fine della guerra non ce ne sono stati. Il capo negoziatore ucraino, il ministro della difesa Rustem Umerov, ha fatto sapere che ci vorrà una settimana per analizzare il memorandum e decidere su una risposta, ma nel testo la posizione di Mosca appare invariata, con condizioni che già in passato sono state respinte da Kiev e dall’Occidente.
L’Ucraina, dal canto suo, ha presentato una lista con i nomi di 339 bambini da far tornare a casa e ha proposto ulteriori colloqui in una data compresa tra il 20 e il 30 giugno. Il testo del memorandum è stato pubblicato dalle agenzie di stampa russe. Mosca chiede, come condizione per un cessate il fuoco, che l’Ucraina ritiri le sue forze dalle 4 regioni annesse dalla Russia a settembre del 2022 ma mai completamente conquistate, cioè Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. In alternativa, esorta l’Ucraina a interrompere i suoi sforzi di mobilitazione e a congelare le consegne di armi occidentali, condizioni suggerite in precedenza anche dal presidente russo Vladimir Putin. Il documento suggerisce inoltre, come condizioni per la cessazione delle ostilità, che Kiev interrompa qualsiasi ridispiegamento di forze e vieti qualsiasi presenza militare di Paesi terzi sul suo territorio.
Il documento russo propone inoltre che l’Ucraina ponga fine alla legge marziale e indica nuove elezioni: solo dopo il voto i due Paesi potrebbero firmare un trattato di pace, che secondo Mosca dovrebbe comunque vedere l’Ucraina dichiarare il proprio status di neutralità, abbandonare la sua richiesta di adesione alla Nato, fissare limiti alle dimensioni delle sue forze armate e riconoscere il russo come lingua ufficiale del Paese alla pari dell’ucraino. Tutte richieste già respinte in passato da Kiev e dall’Occidente. “Nonostante l’incidente di domenica, il fatto che l’incontro abbia avuto luogo è di per sé un successo importante”, ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, esprimendo soddisfazione.
Il riferimento è all’attacco a sorpresa che, proprio alla vigilia dei colloqui, è stato sferrato dall’Ucraina contro la Russia, colpendo 5 basi aeree russe distanti migliaia di chilometri l’una dall’altra, da vicino a Mosca a obiettivi nell’Artico russo, in Siberia e in Estremo Oriente. Un attacco preparato in un anno e mezzo, condotto con droni che erano stati nascosti in container e trasportati su camion in profondità nel territorio russo. “Il mio più grande desiderio è quello di riunire Putin e Zelensky a Istanbul o Ankara. Anche con Trump. Parteciperei anch’io all’incontro, affinché Istanbul possa diventare un centro di pace”, è stato l’auspicio espresso da Erdogan. Fiato sospeso intanto sugli sviluppi che potranno seguire il nuovo round di colloqui. “Se l’incontro di Istanbul non porta nulla, ciò significa chiaramente che ci saranno sanzioni severe”, aveva detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando da Vilnius, dove è intervenuto al vertice B9 e Paesi nordici. “Sono urgentemente necessarie nuove sanzioni da parte dell’Ue e degli Stati Uniti, in particolare quelle più severe”, aveva aggiunto.