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La diretta – Israele: “Gaza City è circondata, a breve entriamo”. Leader di Hamas in Iran. Ministro d’Israele evoca la bomba atomica, Netanyahu lo sospende

La diretta – Israele: “Gaza City è circondata, a breve entriamo”. Leader di Hamas in Iran. Ministro d’Israele evoca la bomba atomica, Netanyahu lo sospende
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Gaza City circondata, “la Striscia è divisa in due”

La guerra è giunta ad una nuova, più intensa fase: l’esercito israeliano ha annunciato che Gaza City è completamente circondata e che, una volta che le truppe entreranno in città, ci potrebbe essere un blitz all’ospedale di Shifa, il principale della Striscia, dove secondo l’intelligence dello Stato ebraico si nasconderebbero alti dirigenti di Hamas.

“La Striscia è ora divisa in due settori: Nord e Sud’’, ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, al termine di una giornata di violenti bombardamenti, con unità israeliane – la 36.ma divisione – che avrebbero intanto raggiunto la costa di Gaza. Giornata che si era aperta con un’ennesima strage: un bombardamento israeliano ha centrato il campo rifugiati di Maghazi, nel centro della Striscia, causando la morte di almeno 45 persone, secondo le autorità sanitarie di Hamas che ha aggiornato a 9.770 (4.800 i minori) il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia.

Sotto un’incessante pioggia di bombe Gaza è tornata a essere isolata: tutte le comunicazioni telefoniche e via internet si sono nuovamente interrotte, mentre Hamas ha parlato di ‘intensi bombardamentì israeliani nei pressi degli ospedali della Striscia. Particolarmente colpite Gaza City e, a nord, Tel Al-Hawa, Zeytun, Shujaiyeh, Albasara, Rimal, al-Nasser e Karama. Ma Hamas non resta ferma: mentre le sirene d’allarme risuonavano, una robusta salva di razzi è stata lanciata dalla Striscia su Tel Aviv e in tutta la zona centrale di Israele. Forti esplosioni sono avvenute in aria, dovute all’intercettazione dell’Iron Dome. Non ci sono state vittime.

Rimane intanto tesissima anche la situazione a Nord con nuovi scambi di colpi con Hezbollah: un drone israeliano ha centrato un’auto, uccidendo tre bambine e la loro zia nel sud del Libano, mentre il ‘Partito di Diò rispondeva con un razzo anticarro lanciato nel Kibbutz Yiftach che ha causato la morte di un civile. “Siamo pronti in ogni momento a lanciare un attacco nel nord”, ha avvertito il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi mentre il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah ha annunciato un nuovo discorso per sabato prossimo. E a segnalare come parlare di pace sembri al momento impossibile c’è stata anche l’uscita inquietante del ministro per la Tradizione ebraica Amichai Eliahu che ha evocato un’atomica su Gaza come “una delle possibilità”‘, anche se ne andasse della vita dei 240 ostaggi israeliani perché “le guerre hanno un loro prezzo”. La bufera è stata immediata: “Le parole di Eliahu sono oltraggiose e fuori dalla realtà – ha replicato Netanyahu. – Le nostre forze operano sulla base del diritto internazionale, per non colpire innocenti”. Eliahu ha allora tentato di rimediare: “Era solo una metafora”. Ma non è bastato: il premier lo ha sospeso.

“Sono stati oltre 2.500 gli obiettivi terroristici colpiti nella Striscia“, dall’inizio delle operazioni a Gaza in attacchi via terra, via mare e dal cielo, ha detto Hagari secondo cui i soldati stanno continuando “ad eliminare terroristi in combattimenti ravvicinati e attacchi aerei sulle infrastrutture di Hamas, depositi di armi, posti di osservazione e centri di comando e di controllo nella Striscia”. Hagari, che aveva già accusato Hamas di aver installato i propri comandi militari alla base e sotto l’ospedale Shifa ha fornito oggi nuovi esempi di questa strategia, menzionando l’ospedale Sheikh Hamed (un’istituzione finanziata dal Qatar) e l’ospedale ‘Indonesianò, nel nord della Striscia. Con l’aiuto di fotografie e di intercettazioni telefoniche il portavoce ha sostenuto che l’ala militare di Hamas si avvale di quelle strutture per le proprie attività militari.

  • 10:04

    Raid su campo profughi a Gaza: almeno 51 morti

    Almeno 51 persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite in un attacco dell’esercito israeliano al campo profughi di Maghazi nel centro della Striscia di Gaza. E’ quanto riferisce – come riporta il sito Ynet – l’agenzia di stampa palestinese Wafa. L’attacco è avvenuto nella notte tra sabato e domenica.

  • 09:59

    Onu: “1,5 milioni di sfollati a Gaza”

    Quasi 1,5 milioni di persone a Gaza sono sfollate dalle proprie abitazioni. Di questi, 710.275 hanno trovato rifugio in 149 strutture dell’Unrwa, 122.000 persone si trovano in ospedali, chiese ed edifici pubblici, 109.755 persone si sono rifugiate in 89 scuole e gli altri risiedono da famiglie ospitanti. Il dato è stato fornito dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. “Le condizioni di sovraffollamento – si legge in un comunicato – continuano a creare gravi rischi per la salute. I danni alle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie e la disponibilità limitata di carburante per pompare l’acqua creano ulteriori rischi per la salute pubblica. Diversi casi di infezioni respiratorie acute, diarrea e varicella sono già stati segnalati tra le persone nei rifugi dell’Unrwa”. Inoltre “circa 530.000 persone hanno trovato rifugio in 92 strutture dell’Unrwa nei governatorati meridionali delle aree di Deir Al Balah, Khan Younis e Rafah: i rifugi hanno superato la loro capacità e non sono in grado di accogliere nuovi arrivati. Molti sfollati cercano sicurezza dormendo per strada”.

  • 09:58

    Blinken vedrà Abu Mazen a Ramallah

    Il segretario di Stato americano Antony Blinken incontrerà oggi a Ramallah il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas): si tratta del primo viaggio del capo della diplomazie Usa in Cisgiordania dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Lo ha detto un funzionario palestinese al Times of Israel. Nei giorni scorsi Blinken ha dichiarato in un’audizione al Congresso: “Ad un certo punto, ciò che avrebbe più senso sarebbe che un’Autorità Nazionale Palestinese efficace e rivitalizzata avesse la governo e, in ultima analisi, la responsabilità della sicurezza per Gaza”. Questi commenti – ricorda il giornale – hanno segnato la prima volta in cui l’amministrazione Biden ha dichiarato pubblicamente il suo desiderio che l’Autorità Palestinese ritorni nella Striscia di Gaza, dopo aver sollevato privatamente l’idea con i partner regionali durante la guerra tra Israele e Hamas.

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