Raid su Kiev, Medvedev: “È solo l’inizio”. Soldati di Lukashenko a sostegno di Putin
La reazione russa al bombardamento ucraino del ponte che collega la Russia e la Crimea. Una pioggia di missili ha colpito la capitale Kiev dopo tre mesi di tregua, oltre a Dnipro, Zaporizhzhia, Leopoli e Mykolaiv. Dura la condanna della comunità internazionale, ma i nuovi bombardamenti segnano probabilmente una nuova fase acuta del conflitto, come testimonia il tono nuovamente minaccioso per l’esecutivo di Kiev usato da Dmitry Medvedev: “È solo l’inizio”, ha detto annunciando la necessità di un “completo smantellamento del regime politico ucraino”, perché rappresenta una “minaccia” per la Federazione Russa. E Putin coinvolge anche lo storico alleato, il presidente bielorusso Lukashenko, che ha messo a disposizione il proprio esercito contro Nato e Ue: “Stanno progettando di attaccarci – ha detto – anche con l’arma nucleare”. Dura la risposta di Bruxelles: “Parole inaccettabili, Minsk rimanga fuori dal conflitto”. Intanto si ferma la fornitura di gas ucraino all’Europa a causa dei danni dovuti ai raid.