Borsa: Milano chiude in forte rialzo, Ftse Mib +2,9%
Seduta di deciso recupero per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha concluso in crescita del 2,9% a 35.007 punti. In evidenza Telecom, Unipol e Banco Bpm, tutti con rialzi di oltre il 5%
Momenti chiave
Seduta di deciso recupero per la Borsa di Milano: l’indice Ftse Mib ha concluso in crescita del 2,9% a 35.007 punti. In evidenza Telecom, Unipol e Banco Bpm, tutti con rialzi di oltre il 5%
Il presidente cinese Xi Jinping ha sollecitato il Vietnam a “contrastare insieme il bullismo unilaterale”, nel mezzo dello scontro commerciale con gli Usa, aggiungendo che i leader dei due Paesi “dovrebbero visitarsi frequentemente, come fanno i parenti”.È quanto ha detto Xi, in base al resoconto diffuso dall’agenzia statale Xinhua, negli incontri avuti con i leader del Paese del sudest asiatico, assicurando che “Il mega mercato cinese è sempre aperto al Vietnam”. Le parti hanno firmato un totale di 45 documenti di cooperazione bilaterale.
Piazza Affari migliora ulteriormente in vista della conclusione della seduta: l’indice Ftse Mib sale del 3%, con la Borsa di Francoforte che fa un pò meglio in aumento del 3,2%. Molto bene anche Parigi (+2,8%) e Londra, che cresce del 2,4%.
A Milano Mediobanca, Unipol e Tim salgono di oltre cinque punti percentuali, con tutte le banche in forte rialzo. Cauta Enel, in calo di un punto percentuale Amplifon.
Apple vola a Wall Street, dove i titoli salgono del 7,5% dopo l’esenzione temporanea dai dazi reciproci di smartphone e pc decisa da Donald Trump. I dispositivi elettronici saranno inclusi successivamente nelle tariffe sul settore dei semiconduttori.
Wall Street apre positiva. Il Dow Jones sale dell’1,22% a 40.711 punti, il Nasdaq avanza del 2,37% a 17.121 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,7% a 5.457 punti.
L’acquisto di più gas naturale liquefatto (gnl) dagli Stati Uniti è “una possibilità sul tavolo” nel contesto “dell’attuale situazione dei dazi”. Lo ha ribadito una portavoce della Commissione europea, ricordando che la presidente Ursula von der Leyen aveva già menzionato questa opzione lo scorso novembre, subito dopo le elezioni statunitensi. Bruxelles si dice pronta a rafforzare la diversificazione delle fonti energetiche, dopo il progressivo distacco dal gas russo, e sottolinea che “gli Stati Uniti sono assolutamente una delle opzioni possibili”.
Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha dichiarato che il suo paese non ha intenzione di fare grandi concessioni e non ha fretta di raggiungere un accordo con l’amministrazione statunitense. Il Giappone è stato colpito da dazi del 24%, sebbene queste tariffe, come la maggior parte delle tariffe “reciproche” di Trump , siano state sospese per 90 giorni. Rimane tuttavia in vigore un’aliquota universale del 10%, così come un dazio del 25% sulle auto, di cui il Giappone è grande esportatore. Giovedì i due Paesi inizieranno a Washington i colloqui che dovrebbero riguardare tariffe doganali, barriere non tariffarie e tassi di cambio.
I rischi geopolitici globali restano elevati, sollevando timori sul loro potenziale impatto sulla stabilità macroeconomica. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale in uno dei capitoli analitici del Global Financial Stability Report che sarà diffuso integralmente la prossima settimana. “I rischi geopolitici possono prevenire gli investimenti, aumentare l’incertezza e infliggere shock avversi della domanda sull’economia. Possono anche pesare sulla stabilità delle banche e delle istituzioni finanziarie, soprattutto sui mercati emergenti”, mette in evidenza il Fmi.
“Non ci aspettiamo una recessione quest’anno”. Lo ha detto il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett in un’intervista all’emittente Fox
L’Opec taglia le stime per la domanda globale di petrolio per il 2025 e il 2026 in seguito ai dazi di Donald Trump. La domanda è stata tagliata di circa 100mila barili al giorno sia per quest’anno sia per il prossimo.