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- 13:30 - Salute: Belloni (UniPd) ‘nuove terapie cambiano storia dermatite atopica in adolescenti’
Roma, 14 ott. (Adnkronos Salute) - “La dermatite atopica è una malattia infiammatoria estremamente pesante, soprattutto nelle sue forme moderate e gravi, sia dal punto di vista clinico che psicologico, in particolare nell'adolescente. Il fatto che ci siano a disposizione “delle terapie semplici” con una buona tollerabilità e un buon profilo di sicurezza, che possono essere auto somministrate attraverso una penna, e che, addirittura, modificano la storia della malattia e le possibili conseguenze, è un dato estremamente importante”. Così Anna Belloni, professore ordinario di Dermatologia dell’università di Padova, responsabile della Dermatologia pediatrica e malattie rare dell’Azienda ospedale università di Padova e direttore della scuola di specializzazione in Dermatologia nello stesso ateneo, spiega all’Adnkronos l’importanza che medici, e soprattutto i pazienti, siano informati per “accedere alle cure adeguate e finalmente stare meglio”.
La dermatite atopica “è una patologia infiammatoria estremamente pruriginosa e frequente, soprattutto nell'età pediatrica - illustra la professoressa - Arriva anche a interessare il 15% dei bambini, mentre nell'adolescente la percentuale si abbassa intorno all'8-10%. Se quindi nel bambino tende a migliorare e guarire, nell'adolescente è più frequente la forma più grave perché, probabilmente, dopo una primissima fase in cui è oggettivamente grave, circa un terzo dei pazienti tende a migliorare, dai 5 ai 12 anni, fino anche alla scomparsa dei sintomi e delle manifestazioni cutanee. In quelli in cui permane, tende a peggiorare proprio durante la fase adolescenziale tanto che, alcune di queste forme, più o meno un terzo, tendono a mantenersi anche nell'età adulta, accompagnando il soggetto per tutta la vita. Ci sono e poi le forme cosiddette ‘late onset’, che compaiono invece nell'età adulta e anche nell'anziano”.
Questa malattia della pelle “si manifesta nelle zone visibili e, considerando la psicologia dell'adolescente, cioè il suo modo di porsi nell'ambito sociale, degli amici e così via - osserva Belloni - significa avere comunque un problema sociale”. Le relazioni possono essere compromesse perché, essendo una patologia “estremamente pruriginosa, 24 ore al giorno, tende a creare problemi di stanchezza, poca attenzione per la carenza di sonno e quindi di concentrazione”. A questo si deve aggiungere che, date le localizzazioni tipiche della dermatite atopica”, questi adolescenti non possono fare sport, limitando ulteriormente l’attività sociale. Sono quindi ragazzini e ragazzine “che si chiudono, escono poco volentieri, fanno poco volentieri attività di gruppo. Questo, naturalmente, riduce di moltissimo la loro qualità della vita” e può “anche modificare, alle volte, il carattere” perché “perdono sicurezza in se stessi. Anche nelle scelte future”, questi giovanissimi si trovano a dover evitare “carriere sportive” o, ad esempio, il lavoro in “ambienti polverosi” che possono peggiorare la malattia.
Inoltre “il bullismo - sottolinea Belloni - è estremamente frequente nella popolazione adolescenziale con dermatite atopica”. Secondo “una rilevazione è bullizzato il 60% dei soggetti con forme gravi e moderate gravi. Tale condizione rende ancora più insicuri questi giovanissimi nei comportamenti e nella gestione delle proprie emozioni”. Ma “per fortuna, da poco, sono arrivate delle terapie”. Fino ad oggi, le cure per questi pazienti erano in un “buio medievale perché potevano essere efficaci nel breve e brevissimo periodo e, tra l'altro - ricorda la specialista - non potevano essere utilizzati a lungo perché avevano degli effetti collaterali troppo importanti. Le nuove terapie, che inizialmente erano disponibili solo per l’adulto, da poco sono indicate anche per gli adolescenti. Effettivamente questo ha completamente modificato la qualità di vita di questi ragazzini”. In particolare tra le nuove terapie ci sono “degli anticorpi monoclonali anti interleuchina 13 che vanno a bloccare sostanzialmente il meccanismo dell'infiammazione tipo Th2 - descrive - Come dermatologo, e come professionista che segue questa patologia nell'adolescente, sono più a mio agio perché posso dare una terapia efficace per loro. Quello che poi è molto interessante di queste nuove terapie - precisa la professoressa - è che, come dimostrano gli ultimi studi, riducono le sequele, cioè le possibili altre patologie allergiche che si associano alla patologia. E, nel lungo periodo, la terapia sembra essere, non solo efficace, ma anche protettiva e questo, dal mio punto di vista è ancora più importante perché non sto dando qualcosa che blocca solo la malattia, che è già un risultato, ma somministro anche un farmaco che, in qualche modo, mi preserva dalle conseguenze. Questa è una cosa estremamente importante per noi specialisti”.
C’è poi un altro aspetto innovativo di questo trattamento, tralokinumab, che riguarda la via di somministrazione. “È ora disponibile un nuovo device - descrive Belloni - che è appunto una penna, che dimezza le somministrazioni. Mentre prima venivano fatte 4 sottocutanee per l'induzione e poi 2 per il mantenimento, adesso se ne fanno 2 per l'induzione e una mensile per il mantenimento. Il ragazzino, o la ragazzina, con questa penna, si fa sostanzialmente questa iniezione una volta al mese per controllare la sua malattia, superando anche il problema dell’agofobia, la paura degli aghi, che non interessa solo gli adulti”.
- 13:29 - Farmaceutica: Presutti (LEO Pharma), ‘ogni giorno impegnati su cure per malattie pelle’
Roma, 14 ott. (Adnkronos Salute) - “Siamo quotidianamente impegnati nella ricerca di nuove molecole per malattie dermatologiche. Il nostro farmaco biologico, il tralokinumab, già indicato per pazienti adulti affetti da dermatite atopica severa”, ha “recentemente ottenuto da parte dell’Aifa”, l’Agenzia del farmaco italiana, “l’approvazione alla rimborsabilità anche per i pazienti adolescenti, nella fascia di età 12-17 anni. Si tratta di un’indicazione molto importante che va a colmare un bisogno insoddisfatto in questa categoria di pazienti ed è in linea con la nostra mission aziendale, che è quella di portare sempre cure innovative ai pazienti affetti da patologie dermatologiche
In questi pazienti, la patologia può avere impatti significativi non solo dal punto di vista psicofisico, ma anche sociale, con conseguenze su relazioni, sonno e qualità della vita. La dermatite atopica, infatti”, oltre ad essere visibile, “provoca prurito intenso e lesioni ricorrenti, che possono lasciare sequele importanti”. Così Fabio Presutti, direttore medico LEO Pharma Italia, commenta all’Adnkronos la “nuova indicazione per un farmaco che ha dimostrato fin dall’inizio dati solidi in termini di efficacia e sicurezza, sia a breve che a lungo termine, rispondendo alle esigenze dei medici di avere una terapia con un'efficacia e una sicurezza non solo nel breve ma anche nel medio e lungo periodo
Tali risultati sono stati confermati non solo dagli studi clinici registrativi, ma anche dall’esperienza post-marketing, effettuata con tralokinumab.
Un’altra novità riguarda la via di somministrazione. “Abbiamo introdotto un nuovo device: una penna pre-riempita - continua Presutti - Questo dispositivo non solo facilita l’autosomministrazione, ma dimezzerà il numero delle somministrazioni”
I pazienti potranno somministrare il farmaco direttamente a casa, “aumentando di conseguenza la compliance al farmaco stesso, migliorando l’aderenza alla terapia, quindi la compliance del paziente”, e il successo terapeutico.
Queste due novità – la nuova indicazione per gli adolescenti e la penna pre-riempita – “riflettono la missione della nostra azienda - sottolinea il direttore medico di LEO Pharma - offrire soluzioni innovative con meccanismi d’azione avanzati per rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti con patologie dermatologiche”. L’azienda “è presente in Italia da circa 14 anni, ma ha una lunga storia di oltre 100 anni, a livello globale. E’ un’azienda oggi completamente dedicata alla dermatologia medica, dalle terapie topiche a quelle biologiche in tutte le patologie della pelle, con un focus su psoriasi, dermatie atopica, malattie infettive ed acne
Attualmente “le nostre principali aree di sviluppo - precisa Presutti - sono la psoriasi, con trattamenti che spaziano dalle forme lievi alle severe, e la dermatite atopica, per la quale offriamo farmaci sia topici per le forme più lievi, che biologici per le forme più severe. Siamo quotidianamente impegnati nella ricerca di nuove molecole, esplorando anche le patologie dermatologiche rare, che rappresentano una parte importante delle malattie dermatologiche non ancora adeguatamente trattate. Lavoriamo sia allo sviluppo interno di nuove soluzioni sia in collaborazione con altre aziende, con l’obiettivo di colmare i bisogni insoddisfatti dei pazienti affetti da patologie dermatologiche
L’ impegno costante dell’azienda in dermatologia medica si concretizza in “investimenti costanti in ricerche a sviluppo che sono superiori al 20% del fatturato totale. Come responsabile della direzione medica - conclude Presutti - questo mi rende molto fiero e orgoglioso perché poter pensare che un quinto del fatturato della nostra azienda venga impiegato in ricerca e sviluppo credo che sia un segnale molto importante specie in un momento in cui fare ricerca non è facile. La nostra vicinanza alla classe medica e alle associazioni pazienti rappresenta per noi il momento più importante della nostra attività lavorativa in LEO”.
- 13:29 - Farmaci: in Italia disponibile un nuovo monoclonale per adolescenti con dermatite atopica
Roma, 14 ott. (Adnkronos Salute) - È stata approvata da Aifa, l’Agenzia del farmaco, la nuova indicazione terapeutica e la rimborsabilità di tralokinumab, anticorpo monoclonale, per il trattamento degli adolescenti, di età compresa tra 12 e 17 anni, affetti da dermatite atopica da moderata a grave che richiede una terapia sistemica. Nella stessa occasione - si legge in una nota diffusa da LEO Pharma - è stato reso disponibile il nuovo dispositivo - la penna pre-riempita (auto-iniettore) da 300 mg - per la somministrazione della terapia, in modo semplice e pratico consentendo di dimezzare il numero di iniezioni. La dermatite atopica (DA) è una delle più comuni malattie infiammatorie croniche della pelle, eterogenea e recidivante, caratterizzata da un prurito intenso e da lesioni eczematose ricorrenti che colpiscono comunemente le superfici flessorie del corpo. Riguarda circa 1 persona su 20 nei Paesi sviluppati ed è più comune negli adolescenti rispetto agli adulti. In Italia si stima che ne soffra il 9% dei ragazzi dai 12 ai 17 anni, pari a 310.360. Di questi, circa 89.073 potrebbero essere affetti da DA moderata o severa.
La DA è particolarmente impegnativa nell'adolescenza in quanto impatta fortemente sull’aspetto fisico, per via delle lesioni cutanee, sul sonno, per il prurito intenso presente anche di notte e, di conseguenza, anche sulla componente psicologica del paziente.
Il sonno è un fattore particolarmente importante per gli adolescenti, poiché svolge un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo durante questi anni formativi. I pazienti con carenza di sonno hanno maggiori probabilità di avere un controllo non ottimale della malattia, una mancanza di concentrazione e una riduzione del rendimento scolastico. La mancanza di un sonno adeguato e le manifestazioni cutanee si possono associare a un notevole carico psicologico negli adolescenti che si traduce in una maggiore vulnerabilità, rabbia, insicurezza a causa proprio della loro condizione. Le conseguenze sociali possono sfociare in storie di bullismo e livelli più elevati di ansia, depressione e ideazione suicidaria, rispetto ai loro coetanei senza la patologia.
Nonostante le terapie disponibili, ancora un numero consistente di pazienti adolescenti presenta una dermatite atopica non controllata. L'attuale gestione della malattia si concentra sulla prevenzione e sul controllo dei sintomi. La prescrizione terapeutica dipende dalla gravità della malattia: il trattamento di prima linea delle lesioni cutanee visibili si basa principalmente su terapie topiche come i corticosteroidi topici e gli inibitori topici della calcineurina, mentre in pazienti la cui DA non può essere controllata con tali terapie topiche può essere indicata la fototerapia. Se il paziente non risponde ai trattamenti, deve essere utilizzata la terapia immunosoppressiva sistemica. Di più recente introduzione sono i trattamenti biologici come tralokinumab, che possono essere utilizzati a lungo termine per via del loro buon profilo di sicurezza.
“Tralokinumab è un anticorpo monoclonale sviluppato specificatamente per bloccare l’interleuchina 13, una citochina di tipo 2 che ha un ruolo chiave nella patogenesi della dermatite atopica - afferma Anna Belloni Fortina, responsabile del Centro regionale di Dermatologia pediatrica e malattie rare cutanee, Università degli Studi di Padova – È un trattamento in grado di ridurre notevolmente l’infiammazione che spesso riguarda zone visibili come viso e mani, e, di conseguenza, i sintomi e i pesanti fastidi, primo tra tutti il prurito che attanaglia costantemente i pazienti. Si tratta di un farmaco efficace di cui oggi possono beneficiare anche gli adolescenti, usualmente recalcitranti rispetto alle cure, che possono migliorare il loro stato di salute e benessere. La somministrazione è semplice e prevede l’iniezione sottocutanea 1 volta ogni due settimane, e in alcuni casi 1 volta al mese, che oggi si può effettuare con la nuova penna pre-riempita appena lanciata anche in Italia”.
Oggi, infatti, è disponibile un nuovo device, semplice e pratico che permette di dimezzare il numero di iniezioni necessarie per il trattamento con tralokinumab, e grazie al suo ago non visibile, può essere utilizzato anche da quei pazienti agofobici. La nuova penna pre-riempita da 300 mg consente di ridurre il numero di iniezioni necessarie a 1 iniezione per la dose da 300 mg (2 iniezioni da 150 mg in precedenza) e a 2 iniezioni per la dose iniziale di 600 mg (4 iniezioni da 150 mg in precedenza).
“L’impegno di LEO Pharma per aiutare le persone ad avere una pelle sana grazie allo sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche in campo dermatologico è incessante – commenta Paolo Pozzolini, VP and General Manager LEO Pharma Italia - La nostra azienda guarda ai pazienti oltre il farmaco, cercando di creare soluzioni che possano migliorare la loro qualità di vita durante il periodo di cura. In particolare, per ciò che riguarda la dermatite atopica siamo molto orgogliosi di poter offrire oggi un trattamento a beneficio anche degli adolescenti che sono particolarmente colpiti da questa patologia con un forte impatto sia a livello fisico che psicologico”. L’efficacia e la sicurezza a lungo termine di tralokinumab per la gestione delle forme moderate e gravi negli adolescenti (12-17 anni) è stata dimostrata dai risultati degli studi Ecztra 6, che ha dimostrato la superiorità di tralokinumab 300 mg ogni 2 settimane come iniezione sottocutanea rispetto al placebo, e lo studio di estensione Ecztend ha mostrato, a 72 settimane, una tollerabilità paragonabile a quella osservata negli adulti, gli effetti avversi registrati sono stati generalmente di intensità da lieve a moderata.
- 13:24 - Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i suoi impegni
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - Oltre 21mila ore di formazione distribuite tra tutti i dipendenti della sede di Orsenigo; 6.900 agricoltori, nelle tre sedi ugandesi di Bundibugyo, Hoima e Mukono, coinvolti nella formazione sulle pratiche agronomiche sostenibili; 26.068 tonnellate di fave di cacao acquistate nel 2023 per gran parte certificate; Codice Etico di Icam sottoscritto dal 97% dei fornitori di cacao e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime; 88% del packaging utilizzato per l’imballaggio primario realizzato in materiale completamente riciclabile; 97% di scarti di materiale organico entrato in processi di economia circolare o inviato a recupero. Sono alcuni dei numeri del sesto bilancio di sostenibilità di Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao.
Partendo dai 4 pilastri su cui si declina l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità, filiera, ambiente, persone e innovazione, il Bilancio di Icam, è redatto in conformità con i Global Reporting Initiative Standards. Icam oggi commercializza in Italia e in 70 paesi esteri, tracciando l’intera filiera, dalla coltivazione delle fave fino al prodotto finito. "In Icam, oggi più che mai, ci impegniamo a costruire una cultura di sostenibilità condivisa all’interno e all’esterno della società - dichiara Sara Agostoni Chief Sustainability Officer di Icam Cioccolato - Lo facciamo tutti i giorni in azienda attraverso il programma di engagement di tutti i collaboratori sulle sfide della sostenibilità, iniziato nel 2023 per informare, coinvolgere e responsabilizzare; lo facciamo da sempre con i nostri fornitori, invitandoli a condividere i nostri valori attraverso il nostro Codice Etico e con i clienti che supportiamo e coinvolgiamo in progetti a sostegno delle comunità di coltivatori nei Paesi di origine. Un approccio che portiamo avanti attraverso due leve che siamo convinti siano fondamentali per uno sviluppo sostenibile: la cultura come necessità per la condivisione degli stessi valori e la Partnership con la consapevolezza che nessuno può fare da solo".
ATTENZIONE ALLE PERSONE - Con gli oltre 400 dipendenti della sede italiana di Orsenigo e i circa 170 della subsidiary Icam Uganda ltd, Icam si impegna a implementare numerose azioni di welfare che vanno oltre a quanto stabilito dalla legge di entrambi i paesi: un corposo pacchetto di benefit, come contributi economici per l’istruzione dei figli, buoni carburante ecc.., oltre a premi economici legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali e alla valutazione delle performance del singolo. Nel solo 2023 sono oltre 21mila le ore di formazione erogate che hanno permesso ai dipendenti di tutti i reparti di raggiungere specifici obiettivi, integrando la propria retribuzione mensile. Azioni che nel corso di questi ultimi anni sono state parallelamente implementate e adattate anche per l’organico ugandese, composto per lo più da compratori e personale impiegatizio (oltre il 64%) e operai (32%). A questi Icam riconosce, oltre alle garanzie previste dalla normativa ugandese (versamento dei contributi pensionistici, permessi giornalieri, assistenza sanitaria e congedo parentale), pasti presso la mensa aziendale, l’integrazione di una somma extra destinata a coprire eventuali spese sanitarie non coperte dal welfare statale in ciascuno dei tre siti produttivi.
L’85% dei dipendenti ugandesi ha potuto inoltre accedere a sessioni di formazione relativa al Codice Etico, di condotta e alle pratiche gestionali e sulle tecniche agronomiche, oltre ad attività di gestione dei farmer e delle comunità locali. La cura e attenzione verso le persone si estendono infine anche in Italia, e al territorio in cui l’azienda opera, attraverso collaborazioni e donazioni di prodotto a supporto di Associazioni come il Banco Alimentare o enti locali che si occupano del sociale (nel 2023 le donazioni di prodotto hanno raggiunto un valore di oltre 1 milione di euro). La presenza dell’azienda sul territorio comasco si contraddistingue inoltre per la partecipazione e il sostegno a iniziative culturali ed educative destinate alle giovani generazioni o attraverso la collaborazione, sempre più stretta, con Noi Genitori Onlus presso la quale l’azienda svolge giornate di volontariato aziendale coinvolgendo i dipendenti a dare il proprio contributo all’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale.
GESTIONE RESPONSABILE DELLA FILIERA - Ad oggi il Codice Etico di Icam è stato sottoscritto dal 97% dei produttori di cacao di oltre 20 filiere di approvvigionamento in Africa (68%), Sud America (22%) e in America Centrale (10%) e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime principali. Attraverso l’approvvigionamento diretto del cacao, Icam è in grado, inoltre, di gestire in maniera più efficace e responsabile gli aspetti di complessità che caratterizzano questa catena di fornitura. Quello della tracciabilità del cacao è un aspetto che, oggi più che mai, assume un carattere di urgenza, anche alla luce delle nuove normative comunitarie che impongono alle aziende una conoscenza sempre più approfondita delle proprie catene di approvvigionamento. Proprio in previsione dell’entrata in vigore della European Deforestation-free Products Regulation, dal 2023 Icam ha avviato una collaborazione con tutti i fornitori di cacao diretti per geolocalizzare tutto il cacao acquistato. Controlli che si aggiungono a quelli imposti dai principali enti di certificazione, Biologico, Rainforest Alliance e Fairtrade in primis, che richiedono ai produttori di sottostare a precise regole finalizzate alla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Nel 2023, il 68% delle oltre 26mila tonnellate di cacao acquistato da Icam ha una o più di queste certificazioni.
L’approccio sostenibile alla filiera ha portato anche all’implementazione del progetto 'Sustainable farming for a Climate Resilient Livelihood of Cocoa Farmers in Uganda'. Avviato nel 2023 in collaborazione con un cliente internazionale e grazie a dei fondi governativi internazionali, il progetto si pone il fine di trasformare l’attuale sistema produttivo, rendendolo resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso differenti tipologie di azioni: trasferire best practices per migliorare la produttività del cacao; promuovere progetti di formazione tecnica, finanziaria e di gender equity, per innescare un processo di miglioramento delle condizioni di vita; incrementare remunerazione, coesione sociale e di conseguenza, la capacita di investire efficacemente nell’attività di coltivazione del cacao. Tra gli obiettivi del progetto per il prossimo biennio sono previste ulteriori azioni finalizzate a implementare politiche per la parità di genere e l’empowerment femminile (aumentandone la partecipazione nei momenti di formazione, migliorando le loro competenze in ambito tecnico e assegnando loro ruoli di leadership per un sempre maggiore coinvolgimento nei processi decisionali).
L’APPROCCIO ALL’INNOVAZIONE - Icam ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità delle materie prime utilizzate e dei prodotti finiti, per un totale di oltre 20mila test realizzati nel solo 2023. Portare avanti un approccio innovativo significa anche essere capaci di rispondere alle esigenze sempre mutevoli del mercato. Negli ultimi anni si è assistito a un costante incremento della richiesta di prodotti in grado di supportare uno stile di vita sano e più attento ai temi di sostenibilità. Tra questi emergono prodotti in cui viene utilizzato lo zucchero di cocco, prodotti vegani con sostituti del latte a base vegetale, prodotti clean label (no soia/no additivi) e Free-from. Tutte referenze che Icam, ha testato e implementato all’interno della propria offerta, ottenendo anche le certificazioni correlate (Biologico, Vegan Quality, Fairtrade, Rainforest Alliance, Gluten-free e Lactose-free) e su cui è impegnata costante-mente a condurre analisi di fattibilità e a destinare investimenti. Nel corso del 2023 l’azienda ha sviluppato (in fase di test) un cioccolato a ridotto contenuto di zucchero, utilizzando fibre come ad esempio l’inulina e coinvolto fornitori nell’identificazione della tipologia più adeguata di sciroppo d’avena per lo sviluppo di tre ricette di cioccolato con avena in sostituzione del latte in polvere. Nel corso del 2023 sono state realizzate 486 nuove ricette (il 15% in più rispetto al 2022).
LA RESPONSABILITÀ VERSO L’AMBIENTE - L’impegno nella salvaguardia dell’ambiente è per Icam parte integrante del proprio operato. Consapevole del fatto che la catena di approvvigionamento del cacao (scope 3) rappresenta l’elemento con il più elevato impatto (86%) sulla propria Carbon Footprint, l’azienda nel 2020 ha avviato insieme a Carbonsink il Life Cycle Assessment, uno studio puntuale volto a comprendere le differenze nei fattori emissivi nelle varie aree di approvvigionamento e ridurli. Lo studio è partito dall’Uganda nel 2021 ed è proseguito con il Perù nel 2022: dallo studio della filiera ugandese risulta il beneficio ambientale di una filiera di cacao biologico rispetto a quelle di cacao convenzionale (si va dai 2,9 kgCO2eq/kg del sito di Bundibugyo, dove è coltivato per lo più cacao biologico, ai 4 kgCO2eq/kg dei siti di Hoima e Mukono dove viene coltivato cacao convenzionale). Lo studio è poi proseguito indagando la filiera del Perù, su un campione di una decina di cooperative fornitrici. Pur in un contesto maggiormente intaccato dall’impatto del Land Use Change, rispetto all’Uganda viene confermato l’approccio virtuoso nell’approvvigionamento Icam. L’impatto della filiera Icam peruviana risulta infatti pari al 40% dell’impatto definito dalla letteratura per il Paese, e di poco inferiore alla media globale.
In Italia, Icam produce il proprio cioccolato all’interno di uno sito produttivo, quello di Orsenigo, completamente automatizzato, in grado di assicurare funzionalità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. La presenza di un impianto di trigenerazione, che genera simultaneamente elettricità, vapore e acqua fredda a partire da una singola fonte energetica, consente di ottenere in modo altamente efficiente gran parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno del processo produttivo dello stabilimento. Nel 2023, il 74,34% del metano acquistato ha alimentato il trigeneratore, mentre il restante fabbisogno energetico è stato coperto dall’acquisto dalla rete nazionale energia elettrica, che dal 2021 proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel corso degli anni l’impianto è stato protagonista di ulteriori investimenti volti a migliorarne sensibilmente le prestazioni energetiche e a implementarne l’efficienza, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto ambientale e contribuendo ad abbassare l’indice di intensità energetica, che presenta un trend in costante riduzione (-6,1% nel 2023). Nel 2023 l’azienda ha generato e smaltito in maniera responsabile un totale di 3.909 tonnellate di scarti organici e non: il 97% dello scarto organico è stato destinato alla zootecnia o al recupero di biomassa, con solo il 3% destinato a discarica; i rifiuti non-organici (imballi monomateriali, carta/cartone, plastica, legno, materiale ferroso) vengono differenziati e recuperati al 100%; gli imballi misti sono destinati a recupero per il 27%, gli imballi in juta vengono invece separati dai materiali misti e inviati a un operatore specializzato, con cui è attiva una collaborazione dal 2020, che li recupera e reimpiega nella produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti utilizzati in bioedilizia, nell’automotive o nella coibentazione termica naturale (nel 2023 sono state recuperati oltre 157.000 kg di juta). Concludendo poi con le eccedenze di prodotto finito che vengono destinate a Banco Alimentare. Una gestione della produzione rispettosa per l’ambiente che passa anche dalla scelta degli imballi e del packaging, preferibilmente riciclabile o, dove possibile per un’idonea conservazione del prodotto, realizzato in materiale compostabile e biodegradabile che ha visto nel 2023 un aumento dell’8% del suo impiego nella produzione di tavolette. Allo stesso tempo, l’azione di 'sgrammatura' degli incarti di tavolette ha coinvolto il 78% degli incarti acquistati (+2%), per un risparmio di circa 56 tonnellate di carta rispetto all’anno precedente, e un totale di circa 200 tonnellate in 4 anni.
- 13:23 - Sostenibilità, dalla filiera etica al pack: Icam presenta i suoi impegni
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - Oltre 21mila ore di formazione distribuite tra tutti i dipendenti della sede di Orsenigo; 6.900 agricoltori, nelle tre sedi ugandesi di Bundibugyo, Hoima e Mukono, coinvolti nella formazione sulle pratiche agronomiche sostenibili; 26.068 tonnellate di fave di cacao acquistate nel 2023 per gran parte certificate; Codice Etico di Icam sottoscritto dal 97% dei fornitori di cacao e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime; 88% del packaging utilizzato per l’imballaggio primario realizzato in materiale completamente riciclabile; 97% di scarti di materiale organico entrato in processi di economia circolare o inviato a recupero. Sono alcuni dei numeri del sesto bilancio di sostenibilità di Icam Cioccolato, azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao.
Partendo dai 4 pilastri su cui si declina l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità, filiera, ambiente, persone e innovazione, il Bilancio di Icam, è redatto in conformità con i Global Reporting Initiative Standards. Icam oggi commercializza in Italia e in 70 paesi esteri, tracciando l’intera filiera, dalla coltivazione delle fave fino al prodotto finito. "In Icam, oggi più che mai, ci impegniamo a costruire una cultura di sostenibilità condivisa all’interno e all’esterno della società - dichiara Sara Agostoni Chief Sustainability Officer di Icam Cioccolato - Lo facciamo tutti i giorni in azienda attraverso il programma di engagement di tutti i collaboratori sulle sfide della sostenibilità, iniziato nel 2023 per informare, coinvolgere e responsabilizzare; lo facciamo da sempre con i nostri fornitori, invitandoli a condividere i nostri valori attraverso il nostro Codice Etico e con i clienti che supportiamo e coinvolgiamo in progetti a sostegno delle comunità di coltivatori nei Paesi di origine. Un approccio che portiamo avanti attraverso due leve che siamo convinti siano fondamentali per uno sviluppo sostenibile: la cultura come necessità per la condivisione degli stessi valori e la Partnership con la consapevolezza che nessuno può fare da solo".
ATTENZIONE ALLE PERSONE - Con gli oltre 400 dipendenti della sede italiana di Orsenigo e i circa 170 della subsidiary Icam Uganda ltd, Icam si impegna a implementare numerose azioni di welfare che vanno oltre a quanto stabilito dalla legge di entrambi i paesi: un corposo pacchetto di benefit, come contributi economici per l’istruzione dei figli, buoni carburante ecc.., oltre a premi economici legati al raggiungimento degli obiettivi aziendali e alla valutazione delle performance del singolo. Nel solo 2023 sono oltre 21mila le ore di formazione erogate che hanno permesso ai dipendenti di tutti i reparti di raggiungere specifici obiettivi, integrando la propria retribuzione mensile. Azioni che nel corso di questi ultimi anni sono state parallelamente implementate e adattate anche per l’organico ugandese, composto per lo più da compratori e personale impiegatizio (oltre il 64%) e operai (32%). A questi Icam riconosce, oltre alle garanzie previste dalla normativa ugandese (versamento dei contributi pensionistici, permessi giornalieri, assistenza sanitaria e congedo parentale), pasti presso la mensa aziendale, l’integrazione di una somma extra destinata a coprire eventuali spese sanitarie non coperte dal welfare statale in ciascuno dei tre siti produttivi.
L’85% dei dipendenti ugandesi ha potuto inoltre accedere a sessioni di formazione relativa al Codice Etico, di condotta e alle pratiche gestionali e sulle tecniche agronomiche, oltre ad attività di gestione dei farmer e delle comunità locali. La cura e attenzione verso le persone si estendono infine anche in Italia, e al territorio in cui l’azienda opera, attraverso collaborazioni e donazioni di prodotto a supporto di Associazioni come il Banco Alimentare o enti locali che si occupano del sociale (nel 2023 le donazioni di prodotto hanno raggiunto un valore di oltre 1 milione di euro). La presenza dell’azienda sul territorio comasco si contraddistingue inoltre per la partecipazione e il sostegno a iniziative culturali ed educative destinate alle giovani generazioni o attraverso la collaborazione, sempre più stretta, con Noi Genitori Onlus presso la quale l’azienda svolge giornate di volontariato aziendale coinvolgendo i dipendenti a dare il proprio contributo all’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale.
GESTIONE RESPONSABILE DELLA FILIERA - Ad oggi il Codice Etico di Icam è stato sottoscritto dal 97% dei produttori di cacao di oltre 20 filiere di approvvigionamento in Africa (68%), Sud America (22%) e in America Centrale (10%) e dal 100% dei fornitori delle altre materie prime principali. Attraverso l’approvvigionamento diretto del cacao, Icam è in grado, inoltre, di gestire in maniera più efficace e responsabile gli aspetti di complessità che caratterizzano questa catena di fornitura. Quello della tracciabilità del cacao è un aspetto che, oggi più che mai, assume un carattere di urgenza, anche alla luce delle nuove normative comunitarie che impongono alle aziende una conoscenza sempre più approfondita delle proprie catene di approvvigionamento. Proprio in previsione dell’entrata in vigore della European Deforestation-free Products Regulation, dal 2023 Icam ha avviato una collaborazione con tutti i fornitori di cacao diretti per geolocalizzare tutto il cacao acquistato. Controlli che si aggiungono a quelli imposti dai principali enti di certificazione, Biologico, Rainforest Alliance e Fairtrade in primis, che richiedono ai produttori di sottostare a precise regole finalizzate alla salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente. Nel 2023, il 68% delle oltre 26mila tonnellate di cacao acquistato da Icam ha una o più di queste certificazioni.
L’approccio sostenibile alla filiera ha portato anche all’implementazione del progetto 'Sustainable farming for a Climate Resilient Livelihood of Cocoa Farmers in Uganda'. Avviato nel 2023 in collaborazione con un cliente internazionale e grazie a dei fondi governativi internazionali, il progetto si pone il fine di trasformare l’attuale sistema produttivo, rendendolo resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso differenti tipologie di azioni: trasferire best practices per migliorare la produttività del cacao; promuovere progetti di formazione tecnica, finanziaria e di gender equity, per innescare un processo di miglioramento delle condizioni di vita; incrementare remunerazione, coesione sociale e di conseguenza, la capacita di investire efficacemente nell’attività di coltivazione del cacao. Tra gli obiettivi del progetto per il prossimo biennio sono previste ulteriori azioni finalizzate a implementare politiche per la parità di genere e l’empowerment femminile (aumentandone la partecipazione nei momenti di formazione, migliorando le loro competenze in ambito tecnico e assegnando loro ruoli di leadership per un sempre maggiore coinvolgimento nei processi decisionali).
L’APPROCCIO ALL’INNOVAZIONE - Icam ha istituito negli anni procedure aziendali, periodicamente rinnovate sulla base del processo tecnologico e delle evoluzioni normative, che permettono di prevenire in modo sistematico l’insorgere di non conformità relative a qualità, sicurezza e legalità delle materie prime utilizzate e dei prodotti finiti, per un totale di oltre 20mila test realizzati nel solo 2023. Portare avanti un approccio innovativo significa anche essere capaci di rispondere alle esigenze sempre mutevoli del mercato. Negli ultimi anni si è assistito a un costante incremento della richiesta di prodotti in grado di supportare uno stile di vita sano e più attento ai temi di sostenibilità. Tra questi emergono prodotti in cui viene utilizzato lo zucchero di cocco, prodotti vegani con sostituti del latte a base vegetale, prodotti clean label (no soia/no additivi) e Free-from. Tutte referenze che Icam, ha testato e implementato all’interno della propria offerta, ottenendo anche le certificazioni correlate (Biologico, Vegan Quality, Fairtrade, Rainforest Alliance, Gluten-free e Lactose-free) e su cui è impegnata costante-mente a condurre analisi di fattibilità e a destinare investimenti. Nel corso del 2023 l’azienda ha sviluppato (in fase di test) un cioccolato a ridotto contenuto di zucchero, utilizzando fibre come ad esempio l’inulina e coinvolto fornitori nell’identificazione della tipologia più adeguata di sciroppo d’avena per lo sviluppo di tre ricette di cioccolato con avena in sostituzione del latte in polvere. Nel corso del 2023 sono state realizzate 486 nuove ricette (il 15% in più rispetto al 2022).
LA RESPONSABILITÀ VERSO L’AMBIENTE - L’impegno nella salvaguardia dell’ambiente è per Icam parte integrante del proprio operato. Consapevole del fatto che la catena di approvvigionamento del cacao (scope 3) rappresenta l’elemento con il più elevato impatto (86%) sulla propria Carbon Footprint, l’azienda nel 2020 ha avviato insieme a Carbonsink il Life Cycle Assessment, uno studio puntuale volto a comprendere le differenze nei fattori emissivi nelle varie aree di approvvigionamento e ridurli. Lo studio è partito dall’Uganda nel 2021 ed è proseguito con il Perù nel 2022: dallo studio della filiera ugandese risulta il beneficio ambientale di una filiera di cacao biologico rispetto a quelle di cacao convenzionale (si va dai 2,9 kgCO2eq/kg del sito di Bundibugyo, dove è coltivato per lo più cacao biologico, ai 4 kgCO2eq/kg dei siti di Hoima e Mukono dove viene coltivato cacao convenzionale). Lo studio è poi proseguito indagando la filiera del Perù, su un campione di una decina di cooperative fornitrici. Pur in un contesto maggiormente intaccato dall’impatto del Land Use Change, rispetto all’Uganda viene confermato l’approccio virtuoso nell’approvvigionamento Icam. L’impatto della filiera Icam peruviana risulta infatti pari al 40% dell’impatto definito dalla letteratura per il Paese, e di poco inferiore alla media globale.
In Italia, Icam produce il proprio cioccolato all’interno di uno sito produttivo, quello di Orsenigo, completamente automatizzato, in grado di assicurare funzionalità, tracciabilità e sostenibilità ambientale. La presenza di un impianto di trigenerazione, che genera simultaneamente elettricità, vapore e acqua fredda a partire da una singola fonte energetica, consente di ottenere in modo altamente efficiente gran parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno del processo produttivo dello stabilimento. Nel 2023, il 74,34% del metano acquistato ha alimentato il trigeneratore, mentre il restante fabbisogno energetico è stato coperto dall’acquisto dalla rete nazionale energia elettrica, che dal 2021 proviene esclusivamente da fonti rinnovabili. Nel corso degli anni l’impianto è stato protagonista di ulteriori investimenti volti a migliorarne sensibilmente le prestazioni energetiche e a implementarne l’efficienza, con l’obiettivo di ridurre costantemente l’impatto ambientale e contribuendo ad abbassare l’indice di intensità energetica, che presenta un trend in costante riduzione (-6,1% nel 2023). Nel 2023 l’azienda ha generato e smaltito in maniera responsabile un totale di 3.909 tonnellate di scarti organici e non: il 97% dello scarto organico è stato destinato alla zootecnia o al recupero di biomassa, con solo il 3% destinato a discarica; i rifiuti non-organici (imballi monomateriali, carta/cartone, plastica, legno, materiale ferroso) vengono differenziati e recuperati al 100%; gli imballi misti sono destinati a recupero per il 27%, gli imballi in juta vengono invece separati dai materiali misti e inviati a un operatore specializzato, con cui è attiva una collaborazione dal 2020, che li recupera e reimpiega nella produzione di pannelli isolanti e fonoassorbenti utilizzati in bioedilizia, nell’automotive o nella coibentazione termica naturale (nel 2023 sono state recuperati oltre 157.000 kg di juta). Concludendo poi con le eccedenze di prodotto finito che vengono destinate a Banco Alimentare. Una gestione della produzione rispettosa per l’ambiente che passa anche dalla scelta degli imballi e del packaging, preferibilmente riciclabile o, dove possibile per un’idonea conservazione del prodotto, realizzato in materiale compostabile e biodegradabile che ha visto nel 2023 un aumento dell’8% del suo impiego nella produzione di tavolette. Allo stesso tempo, l’azione di 'sgrammatura' degli incarti di tavolette ha coinvolto il 78% degli incarti acquistati (+2%), per un risparmio di circa 56 tonnellate di carta rispetto all’anno precedente, e un totale di circa 200 tonnellate in 4 anni.
- 13:22 - Mo: Graziano (Pd), 'inaccettabile attacco a Unifil, dobbiamo fermare Netanyahu'
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - "Noi pensiamo che è inaccettabile l’attacco all’Unifil, bisogna lavorare per la de-escalation ma soprattutto perché attaccare una missione di pace quella dell’Unifil significa attaccare il mondo. Siamo molto preoccupati per lo stato di sicurezza dei nostri militari lì. Il governo venga in aula al più presto per riferire sulla situazione in Libano, lo stato dei colloqui con gli altri paesi europei, e con gli altri paesi internazionali. Tutto questo deve essere fatto velocemente perché l’obiettivo è lavorare per la pace e provare a restare su quel terreno”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo Pd in commissione difesa alla Camera intervistato a Montecitorio.
“Dobbiamo fermare Netanyahu come ha detto la segretaria Schlein - ha aggiunto Graziano - perché colpire in questo momento Unifil significa colpire una missione di pace. Quindi Israele in questo momento non sta sparando solo in Libano ma sta attaccando la pace nel mondo. Questo per noi è inaccettabile”.
- 13:20 - Manovra: Nevi (Fi), 'lavoriamo e discutiamo, è lavoro collegiale'
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - “Il ministro Giorgetti ha escluso la tassa sugli extraprofitti, che per noi è una cosa bolscevica, come ha detto giustamente ieri Antonio Tajani”. Così Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, intervenendo a 'Specchio dei tempi', su Rainews 24. “Le tasse –ha proseguito- provocano delle conseguenze che a cascata vanno a colpire i più deboli: la banca, nel momento in cui ha una tassazione più alta, aumenta il costo del conto corrente, o sceglie di non erogare mutui magari alle imprese più in difficoltà. Dobbiamo invece fare il contrario: affrontare i problemi insieme e fare in modo che le banche, soprattutto quelle piccole, continuino a partecipare alla crescita economica di questo Paese. Stiamo ragionando e discutendo sulla manovra, come ha ribadito anche il nostro segretario nazionale, è un lavoro collegiale".
"Anche sulle accise -ha spiegato ancora Nevi- siamo molto prudenti: un aumento potrebbe portare all’incremento dei prezzi dei generi di prima necessità e dei beni di consumo. Questo non deve accadere, noi vogliamo esattamente l’opposto. Infatti, stiamo rendendo strutturale, per la prima volta, la riduzione del cuneo fiscale, proprio per aumentare il potere d'acquisto di chi è in difficoltà”.