Incontro molto positivo tra il cardinale Matteo Maria Zuppi, inviato di Papa Francesco a Kiev, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il lungo colloquio “di lavoro”, svoltosi “in un clima molto buono”, come ha spiegato il nunzio apostolico in Ucraina, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, presente all’incontro, ha di fatto concluso la missione di due giorni, il 5 e il 6 giugno, del porporato a Kiev. “La formula di pace ucraina e il raggiungimento della pace giusta sono stati al centro della comunicazione”, secondo quanto ha riferito l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash. Il diplomatico, inoltre, ha evidenziato che l’inizio della missione di Zuppi è stato “buono” e con “incontri fruttuosi”, aggiungendo che “l’Ucraina accoglie con favore l’intesse del Vaticano per la guerra sanguinosa, iniziata dalla Russia, e le intenzioni di comprendere profondamente la realtà. Una stretta conoscenza delle conseguenze della guerra aiuterà sicuramente il cardinale a trovare risposte appropriate nel nome della pace giusta”.

Quella del presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, come precisano in Vaticano, è, per il momento, “una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni”. Zuppi riferirà unicamente a Bergoglio e insieme valuteranno i passi da compiere nelle prossime settimane, anche nella speranza che il porporato possa recarsi molto presto a Mosca. Al momento, dal Cremlino, escludono un incontro a breve con il presidente russo, Vladimir Putin, ma lo scenario è in rapida evoluzione. Nei sacri palazzi, infatti, sottolineano che il Papa ha chiesto al cardinale, ben noto per le sue capacità di mediazione e con sensibilità pastorali molto affini alle sue, di ascoltare le istanze dei leader ucraini, soprattutto a seguito degli sviluppi delle ultime settimane, successive all’incontro che c’è stato in Vaticano, il 13 maggio 2023, tra Francesco e Zelensky.

La scelta di Zuppi è stata presa dal Pontefice in totale solitudine, senza che alcuno gli suggerisse questo nome e anche lo scopo della missione è stato deciso unicamente da Bergoglio. È evidente che Francesco è molto interessato non solo allo sviluppo della situazione politica, oltre che umanitaria, in Ucraina, ma anche a valutare tutti i possibili segnali di dialogo tra i due Paesi in guerra. Un dialogo che vada ben al di là dello scambio dei prigionieri e del ritorno a casa dei bambini ucraini deportati in Russia. Operazioni entrambe chieste al Papa e alla Santa Sede e dove la mediazione vaticana ha, in ambo i casi, raggiunto obiettivi molto positivi. Francesco, infatti, è interessato a valutare se si possa compiere un passo ulteriore, favorendo così le condizioni per una mediazione rapida, efficace e risolutiva del conflitto. Un tentativo messo in campo con determinazione e velocemente da Bergoglio proprio a seguito della netta chiusura a mediare con la Russia, sia attraverso il Vaticano che attraverso altri Paesi terzi nel conflitto, espressa con estrema chiarezza e durezza da Zelensky nel faccia a faccia con Francesco.

A Kiev il cardinale Zuppi ha incontrato anche il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets. Il tema principale è stato proprio il ritorno a casa dei bambini e dei prigionieri civili deportati in Russia. “Sono convinto – ha affermato Lubinets – che questa visita dei rappresentanti vaticani in Ucraina dimostrerà ancora una volta chi è l’aggressore e chi la vittima. Dopotutto, stiamo combattendo sulla nostra terra, per la nostra gente, per l’integrità territoriale e vinceremo sicuramente!”. Colloquio positivo anche per il porporato: “Sono molto grato per l’incontro, perché ha aiutato molto a capire il dolore dei bambini più deboli. Faremo tutto il possibile e l’impossibile per risolvere questo problema”. Zelensky ha, poi, precisato che, secondo i dati in possesso del governo, sono 485 i bambini ucraini morti dall’inizio della guerra: “Questo è un numero che possiamo confermare ufficialmente, conoscendo i dati di ogni bambino. Sfortunatamente, il loro numero reale è più alto. Ogni volta che liberiamo la nostra terra dagli occupanti russi, apprendiamo la terribile verità sull’occupazione”. Il presidente ha anche espresso la sua forte preoccupazione per la totale mancanza di informazioni complete sulle centinaia di migliaia di bambini deportati in Russia: “Ad oggi, grazie a vari sforzi, è stato possibile riportare 371 bambini dalla deportazione in Ucraina. Nonostante sappiamo con certezza che sono almeno 19.505 i bambini ucraini deportati e questa è solo una parte di tutti i nostri piccoli uomini e donne ucraini che sono ancora con il nemico”.

Zuppi ha iniziato il suo viaggio a Bucha, nella regione di Kiev, rendendo omaggio alle vittime sepolte nella fossa comune. Il capo dell’amministrazione statale regionale di Kiev, Ruslan Kravchenko, che ha accompagnato il porporato, ha raccontato che il cardinale ha potuto vedere con i propri occhi “quale prezzo altissimo pagano gli ucraini per la libertà e la pace nel mondo”. In particolare, la delegazione vaticana ha visitato la Chiesa di Sant’Andrea, il luogo dove sono stati sepolti 119 civili durante l’occupazione russa. “Storie del genere sono un dolore per l’intero mondo civilizzato”, ha sottolineato Kravchenko, aggiungendo che “gli ucraini, come nessun altro, vogliono che crimini così terribili contro l’umanità non si ripetano mai”. Zuppi ha, poi, visitato la mostra fotografica che racconta le atrocità compiute dai russi nei giorni di occupazione della città, in particolare con strumenti di tortura. Ai presenti il cardinale ha assicurato che racconterà al Papa tutto ciò che ha visto. Francesco stesso lo ha sottolineato recentemente, ricordando come nella guerra in Ucraina, così come in tanti altri conflitti, ci sia, purtroppo, un “piacere nel torturare”: “Lo stiamo vedendo nella guerra, nei filmati di guerra, il piacere… E tanti soldati quelli che lavorano lì nel torturare i soldati ucraini. Ho visto i filmati. E questo a volte succede con i ragazzi”. Bergoglio, inoltre, ha riaffermato che questa “è una storia antica come l’umanità: con la pace si guadagna sempre, forse poco ma si guadagna, con la guerra si perde tutto. Tutto! E i cosiddetti guadagni sono perdite”.

Twitter: @FrancescoGrana

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