Oramai viene la nausea solo a parlarne, tanto l’argomento è ovvio: il mondo non può andare avanti con un tale divario sociale ed economico sempre crescente. Il neoliberismo, che ha invaso come un virus micidiale il mondo occidentale dopo l’avvento di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, ha trionfato mettendo profitto, sviluppo frenetico e sfruttamento di risorse ambientali e umane davanti ad ogni altro valore. Il risultato? Dal 2020 a oggi, secondo la ricerca ‘Survival of the rich’ della ong Oxfam, su una ricchezza generata in tutto il mondo di 42mila miliardi di dollari, ben 26mila miliardi se li è accaparrati l’1% più ricco, mentre solo 16mila sono stati distribuiti a tutto il resto dell’umanità. I patrimoni dei miliardari sono cresciuti dell’incredibile cifra di 2,7 miliardi di dollari al giorno.

Sarebbe ora di darsi una regolata e persino i riccastri comincino a capirlo. Al forum mondiale dell’economia di Davos ben centodue super ricchi hanno addirittura lanciato un appello ai propri governi per pagare più tasse. In una lettera aperta affermano: “Mentre il mondo ha sofferto in questi due anni di Covid, molti di noi possono dire di aver visto aumentare la loro ricchezza durante la pandemia. Pochi di noi, forse nessuno, può invece dire onestamente di aver pagato il giusto di tasse”. Fra i firmatari anche Abigail Disney, l’erede di Walt Disney, da tempo in prima linea per reclamare un fisco più giusto. Questi super ricchi ‘saggi’ spiegano – a ragione – come il sistema neoliberista abbia creato una mancanza di fiducia da parte della gente normale nei confronti delle élite. Chi lo avrebbe mai detto?

Di qualche giorno fa, la petizione firmata da 130 parlamentari europei e da economisti (evidentemente keynesiani) che invoca una super tassazione nei confronti di chi superi guadagni di almeno 50 milioni di euro, ma afferma che il livello esatto dell’imposta dovrebbe essere deciso “collettivamente e democraticamente”. Gli stessi firmatari invitano l’Ocse e le Nazioni Unite ad avviare al più presto negoziati sulla tassa e sollecitano l’Ue a fare qualcosa. Chissà se l’Europa penserà prima a questo problema dei cittadini che a fare applicare rovinose regolette di bilancio agli Stati.

Anche in Italia il divario tra classi sociali continua a ingigantirsi. Sempre secondo Oxfam nel suo rapporto “Time to care”, ci dice che il 20% degli italiani detiene quasi il 70% della ricchezza nazionale e il patrimonio del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41% della ricchezza nazionale netta) è superiore a tutta la ricchezza detenuta dall’80% più povero. Se si considera il patrimonio dei primi tre miliardari italiani presenti nella lista di Forbes, si vede che la loro ricchezza netta detenuta (37,8 miliardi di euro a fine giugno 2019) è superiore a quella del 10% più povero della popolazione italiana, quasi 6 milioni di persone.

Una situazione insostenibile per il futuro. Andando avanti di questo passo tra non molto la classe media del paese scomparirà e i poveri cresceranno vertiginosamente generando un incubo sociale (anche per i ricchi!). Il neoliberismo e i suoi strenui difensori ballano sul bordo di un burrone pronto a inghiottire esso stesso. Altro che tassa sui super ricchi. Per invertire rapidamente la tendenza e creare un mondo più equo e solidale quello che ci vorrebbe è proprio un tetto legale ai guadagni personali e delle stesse aziende.

Un limite da stabilire d’accordo con tutti, ma oltre il quale tutto ciò che eccede venga incamerato dagli Stati per la creazione di posti di lavoro, per l’assistenza sociale e per la sanità dei cittadini.

Un mondo dove a nessuno sia negata la ricchezza, ma nel quale si esiga che questa abbia anche un’etica sociale. Perché, come scrive sempre Oxfam, ogni miliardario è un fallimento politico.

Articolo Precedente

La riforma fiscale proposta dal viceministro Leo? Solo aggiustamenti, ma l’Europa osserva /1

next
Articolo Successivo

Ubs acquista Credit Suisse: raggiunta l’intesa per mettere in sicurezza il colosso svizzero. Dalla Banca centrale 100 miliardi di liquidità

next