Nel 2025 guadagni record per i big delle armi europei: 5 miliardi. Mai così tanti da dieci anni
Mai così tanti rendimenti negli ultimi dieci anni. A incassare guadagni record sono gli azionisti dei maggiori gruppi europei della difesa, che chiudono il 2025 con una remunerazione record di 5 miliardi di euro, ai massimi dell’ultimo decennio. Secondo un’analisi di Vertical Research Partners per il Financial Times, alla crescita dei rendimenti – dovuta all’impennata della spesa militare globale seguita alla guerra in Ucraina – si accompagna un rafforzamento degli investimenti: da prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, la quota di ricavi destinata a spesa in conto capitale e ricerca e sviluppo è stimata in aumento dal 6,4% al 7,9%. I gruppi che hanno guadagnato di più sono Bae Systems, Thales, Dassault, Rheinmetall, il colosso italiano della difesa Leonardo, Babcock, Saab, Hensoldt.
Da sottolineare che la ricerca esclude Airbus date le sue vaste attività commerciali. Nei primi nove mesi del 2025 Leonardo, fresco di memorandum di intesa con Airbus e Thales per unificare le rispettive attività spaziali e sospinto dal riarmo europeo e dal boom di commesse nel settore aeronautico, ha registrato ricavi per 13,4 miliardi di euro (+11,3%) e un risultato operativo di 945 milioni (+18,9%). L’utile netto ordinario è salito a 466 milioni (+28%) e l’indebitamento netto è sceso a 2,3 miliardi, in calo di oltre un quarto rispetto a un anno fa.
Negli Stati Uniti, scrive il Financial Times, la dinamica è diversa. Dopo il picco del 2023, i rendimenti per gli azionisti delle principali aziende della difesa (Lockheed Martin, General Dynamics, Northrop Grumman, RTX Corporation, L3Harris Technologies e Huntington Ingalls) sono diminuiti e anche gli investimenti hanno registrato un lieve calo (Boeing è esclusa dalla ricerca, date le sue importanti attività aerospaziali civili). Il settore è finito sotto accusa con il sospetto di privilegiare i riacquisti di azioni rispetto alla produzione: Donald Trump ha sollecitato i contractor a investire di più, mentre il segretario al Tesoro Scott Bessent ha parlato di aziende “gravemente in ritardo nelle consegne” e invocato “un po’ più di ricerca e un po’ meno riacquisti di azioni”. Secondo Vertical Research, tuttavia, l’idea che l’industria Usa stia sottoinvestendo o “facendo profitti eccessivi” “non è supportata fatti”: “i riacquisti di azioni e i dividendi, come quota della capitalizzazione di mercato, si sono quasi dimezzati negli ultimi due anni”.