“C’era Netanyahu dietro la fuga di notizie che ha fatto fallire le trattative per la tregua a Gaza”
Ci sarebbe Benjamin Netanyahu dietro alla fuga di notizie che nel settembre del 2024 aveva fatto finire in stallo le trattative per un cessate il fuoco a Gaza. Ad accusare il presidente israeliano è il suo ex portavoce militare Eli Feldstein, che fu arrestato e incriminato. Intervistato da Kan Tv, Feldstein lancia accuse nei confronti di Netanyahu e dei suoi fedelissimi per due vicende separate: il cosiddetto Qatargate, un caso di presunta corruzione per promuovere l’immagine di politica di Doha, e la fuga pilotata di informazioni riservate, pubblicate dal giornale tedesco Bild. Due inchieste separate, ma che fanno perno proprio su Feldstein, portavoce fra il 2023 e il 2024.
Il funzionario è stato incriminato proprio per il caso Qatargate: insieme a uno stretto collaboratore di Netanyahu, Jonatan Urich, è sospettato di aver ricevuto denaro da Doha per diffondere messaggi pro-Qatar ai giornalisti e rafforzare l’immagine dello Stato del Golfo come mediatore nei colloqui tra Israele e Hamas. Azioni commesse da entrambi mentre erano al servizio di Netanyahu. Nella sua intervista, Feldstein ha detto che l’affare coinvolgeva direttamente Urich, oltre all’allora consigliere politico del premier Israel Einhorn, che lui accusa di averlo “usato”, a sua insaputa.
Quanto al caso Bild, Felstein ha affermato che Netanyahu era dietro la fuga di notizie riservate al tabloid tedesco: l’ex portavoce ha ammesso di aver fatto trapelare informazioni riservate, aggiungendo che non solo Urich fosse coinvolto nel complotto, ma lo stesso Netanyahu. “Per (rendere pubblico) un documento del genere, il primo ministro deve essere presente, dall’inizio alla fine”, ha dichiarato, secondo la ricostruzione del Times of Israel. Il riferimento è a un report pubblicato da Bild nel settembre del 2024, indicato come proveniente dal computer di Yahya Sinwar. Secondo il media tedesco, il documento illustrava la strategia del capo di Hamas per i negoziati: il cessate il fuoco non era una priorità, ma le trattative dovevano essere trascinate il più a lungo possibile, in modo da dividere l’opinione pubblica israeliana e mondiale. Quelle notizie ebbero un peso nel bloccare le trattative per il cessate il fuoco da parte di Israele.
Fonti militari confermarono che un documento simile era in effetti stato trovato a Gaza, ma non proveniva dal computer di Sinwar e non rappresentava la strategia ufficiale di Hamas: era solo una bozza, preparata da un funzionario minore dell’organizzazione. Il premier, ricorda il quotidiano israeliano, aveva però citato l’articolo pubblicato da Bild per sostenere che solo ulteriori pressioni militari avrebbero portato al rilascio degli ostaggi. Netanyahu “è colui che in definitiva è stato dietro la fuga di notizie“, ha sostenuto Feldstein con enfasi, aggiungendo di aver ripetuto la stessa cosa durante gli interrogatori dopo il suo arresto e la successiva incriminazione. Netanyahu non è attualmente sospettato né della fuga di notizie né dello scandalo Qatargate. L’Ufficio del primo ministro ha negato le accuse di Feldstein, continuando a insistere sull’innocenza del premier in entrambi i casi. Dopo l’intervista dell’ex portavoce del premier, però, le due vicende sono tornate nelle prime pagine di tutti i media israeliani.