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I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Gedi: “Desolazione, viene fatto a pezzi un fu glorioso gruppo editoriale”

"Non ha avuto seguito", scrivono i rappresentanti sindacali delle redazioni, la richiesta che "sia il venditore che il potenziale acquirente si impegnassero attraverso una clausola a tutela dei livelli occupazionali”. Inevasa anche la richiesta di un dossier sulla solidità finanziaria del gruppo Antenna che rileverebbe le testate
I giornalisti di Repubblica e Stampa contro Gedi: “Desolazione, viene fatto a pezzi un fu glorioso gruppo editoriale”
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La vendita delle testate del gruppo Gedi entra nella fase decisiva e i rappresentanti sindacali dei giornalisti chiedono chiarezza. A due settimane dagli incontri con i vertici aziendali e con il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini, i comitati di redazione di Stampa e Repubblica denunciano l’assenza di garanzie formali sul futuro occupazionale nell’operazione che dovrebbe portare alla cessione di Stampa, Repubblica, Huffington Post e Radio Capital al gruppo Antenna della famiglia di armatori greci Kyriakou.

I rappresentanti sindacali nei comunicati pubblicati sulle due testate alla vigilia di Natale ricordano di aver chiesto “con chiarezza” che, nell’ambito dell’accordo di cessione, “sia il venditore che il potenziale acquirente si impegnassero formalmente attraverso una clausola a tutela dei livelli occupazionali”. Una richiesta che, sottolineano, “ad oggi non ha avuto alcun seguito concreto”.

Al momento ci sono soltanto dichiarazioni pubbliche del possibile acquirente su “futuri investimenti, internazionalizzazione e sviluppo”, che però non si sono tradotte in impegni vincolanti. “Se fossero reali non ci sarebbe alcun problema a metterle nero su bianco in un atto di compravendita tra le parti”, scrivono i Cdr, aggiungendo che “in queste condizioni, il clima con cui ci avviciniamo alle festività natalizie non può essere sereno”.

A pesare è anche l’assenza di informazioni sullo stato di salute del gruppo che fa capo alla famiglia Kyriakou. “Rimane inevasa la richiesta, più volte avanzata ai vertici di Gedi, di poter disporre di un dossier sulla solidità finanziaria del gruppo”. Al momento, aggiungono i rappresentanti sindacali, “l’unico vero dossier di cui abbiamo notizia è quello commissionato dall’associazione sindacale Stampa Subalpina”.

Il quadro si è ulteriormente complicato con la notizia, arrivata ieri, della vendita della Sentinella del Canavese al gruppo Ladisa. Un’ipotesi chein passato era stata “più volte esclusa con fermezza dall’azienda” e che ora trova invece conferma. “Ai colleghi della Sentinella va la nostra piena solidarietà”, scrivono i Cdr.

La cessione è solo l’ultimo tassello di un processo di dismissione che dovrebbe culminare con la vendita di Repubblica e Stampa. Un percorso che segna l’uscita definitiva di Exor e della famiglia Elkann dall’editoria quotidiana. “Non ci sono più parole per descrivere la nostra desolazione nel vedere fatto a pezzi un fu glorioso gruppo editoriale”, scrivono i due cdr. Che, in assenza di “segnali chiari e impegni concreti”, ribadiscono la volontà di “organizzare nuove iniziative di mobilitazione a difesa dei posti di lavoro e delle redazioni”, come previsto dallo stato di agitazione approvato nei giorni scorsi “a larghissima maggioranza” dalle assemblee di redazione.

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