I miei aforismi delle Feste: “a Natale siamo tutti più vuoti, per questo tendiamo a riempirci di regali”
A Natale siamo tutti più vuoti, per questo tendiamo a riempirci di regali.
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Se Cristo è l’Unto, Maria è necessariamente extra-vergine.
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Credi a tutto quello che ti dicono e il mondo ti sembrerà meraviglioso.
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Aveva una disonestà limpida, sapevi perfettamente che di lui non potevi fidarti.
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Ogni amnesia ti ricorda che la memoria non è tutto.
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Soffro di timidezza ontologica, divento rosso di vergogna non appena mi accorgo di essere.
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E’ il sesso a essere cieco, non l’amore, il sesso senza tatto non esiste.
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Tutti che tirano fuori l’amore per avere la scusa di tirare fuori i genitali.
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La vecchiaia sarà il mio peccato di gioventù.
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Illuminare male dei quadri è come ascoltare la musica con uno stereo scarso.
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Nel futuro saremo tutti morti per miracolo.
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Era un utopista: voleva mettere a tacere il silenzio.
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Non essere sciocco, non avvertire un dolore, che poi si organizza, fatti furbo, avverti solo la felicità.
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Anche fare male solo a una mosca significa essere ragionevolmente buoni.
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“Ora tutto mi è chiaro” disse l’uomo diventato cieco.
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M’innamorai di lei durante una tempesta: un colpo di fulmine.
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Il niente accade.
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Era sempre un passo avanti agli altri: precipitò.
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Il Natale è una festa consumistica, la più vera delle feste: tutti ci consumiamo.
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La morte ci perdona sempre mettendoci una pietra sopra.
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Guerre, ustioni, lacerazioni, macerie. Una carezza come ultima utopia.