Pensioni: "vinti" i precoci e chi fa lavori usuranti - 5/11
Pensioni: “vinti” i precoci e chi fa lavori usuranti
Dopo le incredibili giravolte a cavallo del fine settimana, il Mef si è rimangiato la mazzata sulle pensioni ipotizzata nell’emendamento governativo presentato martedì scorso. Quindi si salvano – per ora – i laureati che hanno pagato per riscattare gli anni di studio. In compenso il maxi-emendamento finale colpisce i lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni: il fondo dedicato viene ridimensionato con risparmi crescenti nel tempo, fino a 190 milioni annui a regime dal 2034. Paga anche chi fa lavori usuranti: minatori, addetti alle cave, operai impegnati in mansioni particolarmente gravose. Per le loro uscite arriva una sforbiciata da 40 milioni l’anno a partire dal 2033. Interventi a cui si aggiunge lo stop al cumulo tra pensione pubblica e rendita della previdenza complementare per anticipare l’uscita dal lavoro. Ciliegina sulla torta, la maggioranza che doveva “cancellare la legge Fornero” non ha prorogato Quota 103 e Opzione donna, che consentivano a loro volta di andare a riposo prima di quel che prevede la legge in presenza di alcune condizioni, e si è limitata a spalmare su un biennio l’inevitabile aumento di tre mesi dell’età pensionabile che deriva dall’adeguamento all’aspettativa di vita.