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“Mosca studia un’arma anti-satellite per colpire Starlink con nubi di schegge orbitanti”

A sospettarlo, scrive Associated Press, sono due servizi segreti di nazioni della Nato. Le migliaia di satelliti in orbita bassa sono stati fondamentali per la sopravvivenza dell’Ucraina contro l’invasione su larga scala della Russia, giunta ormai al suo quarto anno
“Mosca studia un’arma anti-satellite per colpire Starlink con nubi di schegge orbitanti”
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Per frenare la superiorità spaziale occidentale che ha aiutato l’Ucraina sul campo di battaglia, la Russia sta sviluppando una nuova arma anti-satellite per colpire la rete Starlink con distruttive nubi di schegge orbitanti. A sospettarlo sono due servizi segreti di nazioni della Nato: secondo quanto scoperto dall’Associated Press, la cosiddetta arma “a effetto zona” cercherebbe di inondare le orbite di Starlink con centinaia di migliaia di proiettili ad alta densità, potenzialmente disattivando più satelliti contemporaneamente ma rischiando anche danni collaterali catastrofici ad altri sistemi orbitanti.

Degli analisti che non hanno visto le conclusioni dicono di dubitare che un’arma del genere possa funzionare senza causare un caos incontrollabile nello spazio per le aziende e i Paesi, fra cui la Russia e la Cina suo alleato, che dipendono da migliaia di satelliti in orbita per le comunicazioni, la difesa e altre esigenze vitali. Tali ripercussioni, compresi i rischi per i propri sistemi spaziali, secondo gli analisti potrebbero allontanare Mosca dal dispiegamento o dall’uso di un’arma del genere: “Non ci credo. Proprio non ci credo”, ha affermato Victoria Samson, specialista in sicurezza spaziale presso la Secure World Foundation, che guida lo studio annuale sui sistemi antisatellite dell’organizzazione non governativa con sede in Colorado, “sarei molto sorpresa, francamente, se facessero una cosa del genere”. Ma il comandante della divisione spaziale dell’esercito del Canada, il generale di brigata Christopher Horner, ha affermato che non si può escludere questa ipotesi alla luce di precedenti accuse degli Stati Uniti secondo cui la Russia starebbe perseguendo l’obiettivo di un’arma nucleare con base nello Spazio. “Non posso dire di essere stato informato su quel tipo di sistema. Ma non è implausibile“, ha affermato. “Se le notizie sul sistema di armi nucleari sono accurate e se sono disposti a svilupparlo e a perseguire tale obiettivo, beh, non mi sorprenderebbe che qualcosa di simile, ma altrettanto dannoso, rientri nei loro piani di sviluppo”, ha aggiunto. Secondo una fonte, il sistema è in fase di sviluppo attivo e le informazioni sui tempi di implementazione previsti sono troppo sensibili per essere condivise.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha risposto ai messaggi di AP che chiedevano un commento. La Russia ha già chiesto in passato alle Nazioni Unite di intervenire per fermare il dispiegamento di armi in orbita e il presidente Vladimir Putin ha affermato che Mosca non ha alcuna intenzione di dispiegare armi nucleari spaziali. La U.S. Space Force non ha risposto alle domande inviate via e-mail. Il Comando spaziale dell’esercito francese ha dichiarato in una nota ad AP di non poter commentare i risultati, ma ha affermato: “Possiamo informarvi che la Russia, negli ultimi anni, ha moltiplicato le azioni irresponsabili, pericolose e persino ostili nello Spazio”. Le conclusioni di intelligence indicano che la Russia considera in particolare Starlink una grave minaccia. Le migliaia di satelliti in orbita bassa sono stati fondamentali per la sopravvivenza dell’Ucraina contro l’invasione su larga scala della Russia, giunta ormai al suo quarto anno. Il servizio Internet ad alta velocità di Starlink è utilizzato dalle forze ucraine per le comunicazioni sul campo di battaglia, il puntamento delle armi e altre funzioni, nonché dai civili e dai funzionari governativi nelle zone in cui gli attacchi russi hanno compromesso le comunicazioni. E i funzionari russi hanno ripetutamente avvertito che i satelliti commerciali al servizio dell’esercito ucraino potrebbero essere obiettivi legittimi. Questo mese la Russia ha dichiarato di aver messo in campo un nuovo sistema missilistico terrestre, l’S-500, in grado di colpire obiettivi in orbita bassa.

A differenza di un missile testato dalla Russia nel 2021 per distruggere un satellite in disuso risalente alla Guerra Fredda, secondo i risultati dell’intelligence la nuova arma in fase di sviluppo avrebbe come obiettivo più Starlinks contemporaneamente, con pellet che potrebbero essere rilasciati da formazioni di piccoli satelliti ancora da lanciare. I risultati dell’intelligence indicano che i proiettili sarebbero così piccoli, solo pochi millimetri di diametro, da eludere il rilevamento da parte dei sistemi terrestri e spaziali che scansionano gli oggetti spaziali, il che potrebbe rendere difficile attribuire la responsabilità di un eventuale attacco a Mosca. Il canadese Horner ha affermato che è difficile immaginare come una nuvola di pallini possa essere convogliata in modo da colpire solo Starlink e che i detriti di un attacco del genere potrebbero “sfuggire rapidamente al controllo”, sottolineando che “è come far esplodere una scatola piena di pallini”. Victoria Samson di Secure World Foundation evidenzia però che la ricerca russa potrebbe essere semplicemente sperimentale: “Non escluderei che alcuni scienziati possano costruire qualcosa del genere perché è un interessante esperimento mentale e pensano, sapete, ‘Forse a un certo punto potremo convincere il nostro governo a pagarlo”, ha detto, suggerendo che lo spettro di una presunta nuova minaccia russa potrebbe anche essere un tentativo di suscitare una risposta internazionale. “Spesso chi promuove queste idee lo fa perché vuole che gli Stati Uniti costruiscano qualcosa di simile, per giustificare un aumento della spesa per le capacità antispaziali o per adottare un approccio più aggressivo nei confronti della Russia“, ha affermato. “Non sto dicendo che sia questo ciò che sta accadendo, ma è noto che le persone prendono questi argomenti folli e li utilizzano”, ha aggiunto, ribadendo che i rischi derivanti da un’arma del genere anche per la Russia potrebbe allontanare Mosca da questo percorso. “L’uso di un’arma del genere “limiterebbe di fatto anche il loro spazio”, ha affermato Samson, “non credo che sarebbero disposti a rinunciare a così tanto”.

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