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Così il Natale amaro di ‘Norimberga’ e ‘The housemaid’ si può scaldare con ‘Left Handed Girl’

Al cinema ci sono Russell Crowe con ‘Norimberga’ e l'asiatico ‘Left-Handed Girl’, ma il primo dell'anno arriva da un best seller al grande schermo 'The Housemaid'
Così il Natale amaro di ‘Norimberga’ e ‘The housemaid’ si può scaldare con ‘Left Handed Girl’
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Non è il massimo doversi vedere in sala sotto Natale un film sui nazisti, poteva uscire più distante da dicembre, ma tant’è. Di riffa o di raffa l’attuale periodo delle destre alla ribalta ci accompagna a scoprire sotto l’Albero una nuova trasposizione filmica sul Processo di Norimberga. Prende spunto dal saggio The Nazi and the Psychiatrist, di Jack El-Hai. Tutto ruota intorno al dittico tra Hermann Göring e lo psichiatra dell’esercito Douglas Kelley, che fu incaricato a valutare la sanità mentale del braccio destro di Hitler in vista del processo più importante del ‘900. I premi Oscar Russell Crowe e Rami Malek ingaggiano una sfida tra due personaggi storici complessa e spinosa, basata in gran parte su trucco, sobillazione, manipolazione e potere.

Con alleggerimenti storici e una messa in scena mescolata a qualche vera immagine del processo, si pone come film medio, in forma e sostanza, per un pubblico generalista globale. Ma trovandosi attualmente sulla via del flop, forse sarebbe stata più fruttuosa e soddisfacente l’elaborazione in serie tv ad opera di una piattaforma con idee migliori. Crowe gioca d’austerità e carisma col suo personaggio, seppur a modo suo fuori misura. Malek dopo il suo Freddie sembra l’uomo giusto per edulcorare qualsiasi personaggio da biopic. Il suo protagonista è sempre spalla e gregario di Crowe. James Vanderbilt sceneggia e dirige la sua opera seconda con inevitabile verbosità e un tecnicismo misurato che rende il suo lavoro quasi asettico.

Dal 22 dicembre è al cinema un vero raggio di luce invece. Il titolo italiano, La mia famiglia a Taipei, non è il massimo, ma il taiwanese Left-handed girl di Shih-Ching Tsou, con produzione e zampino in sceneggiatura del Premio Oscar Sean Baker, nuovo paladino del cinema d’autore americano low-budget dalle altissime ambizioni internazionali, riserva non poche belle sorprese. In una famigliola di sole donne a Taipei, tante piccole cose non vanno. Ma il fil rouge è la piccola di casa, una bimba mancina per caso e spaventata dalle superstizioni dei nonni, che inizia a reagire con piccoli furti nel mercato dove lavora la madre.

Miglior film alla Festa del Cinema di Roma, ha iniziato il suo cammino dalla Semaine de la Critique a Cannes. Con il suo ritmo urbano si compone un valzer di madri e sorelle attraverso note tragiche, dolci e piene di speranza. La fotografia produce immagini vivaci e vaporose illuminando i suoi personaggi e permette alla regista di regalarci una preziosa lezione di gentilezza. Questa piccola perla d’Oriente è tra i 15 titoli della Oscar Shortlist internazionale, dalla quale uscirà la cinquina delle nomination al Miglior film straniero, e ha ottime chance di arrivarci e farsi valere fino alla fine.

Concludiamo con un’anteprima su Capodanno, quando arriverà in sala il primo gennaio anche Una di famiglia – The housemaid. Per questa trasposizione del primo di una serie di romanzi best seller, ci ritroviamo nell’automobile disordinata di una ragazza che cerca di farsi assumere come governante da una ricca signora. Ci riuscirà, ma con conseguenze amare e inimmaginabili. Si fronteggiano le talentuose Amanda Seyfried e Sydney Sweeney in un drama dai risvolti revenge-pulp (mi si perdoni l’anglofonia), che vuole rovesciare i perbenismi della coppia upper-class americana. Attrici molto in parte per un intrattenimento disteso su un registro sempre cangiante, ma perfettamente coerente con tutto il suo senso narrativo. Sarà una gran bella giostra da vivere in sala per giovani e adolescenti. Ma non fatelo a casa. #PEACE

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