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Manovra, saltano all’ultimo secondo cinque misure: anche la norma che danneggia i lavoratori sottopagati

Saranno espunte dal maxi-emendamento attraverso il parere della commissione Bilancio del Senato martedì mattina alle 8:30, poco prima del voto in aula sulla fiducia
Manovra, saltano all’ultimo secondo cinque misure: anche la norma che danneggia i lavoratori sottopagati
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Nel passaggio finale della legge di Bilancio, salta un pacchetto di norme inserite nel maxi-emendamento che erano evidentemente estranee alla manovra, problematiche sul piano dell’equilibrio costituzionale e avrebbero potuto incidere su diritti, garanzie e assetti ordinamentali senza un adeguato dibattito parlamentare. Le misure saranno espunte dal maxi-emendamento attraverso il parere della commissione Bilancio del Senato martedì mattina alle 8:30, all’ultimo secondo prima del voto in aula sulla fiducia.

La scure cade innanzitutto sull’emendamento che salvava i datori di lavoro dall’obbligo di versare al lavoratore sottopagato gli arretrati nel caso un giudice stabilisse che la paga era in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione. Una modifica con effetti diretti sul contenzioso e sui rapporti di lavoro, inserita in manovra – pur trattandosi di una materia sostanziale e non finanziaria – dopo che la scorsa estate il senatore di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese aveva provato senza successo a farla entrare in un decreto Ilva.

Via anche le misure sulle porte girevoli nella pubblica amministrazione, contenute nell’articolo 60. La norma introduceva innanzitutto una nuova disciplina sull’inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni statali, regionali e locali per soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati dalle stesse amministrazioni, con un’ampia deroga per incarichi straordinari, temporanei o commissariali. E in più riduceva da tre anni a uno il periodo di raffreddamento che vieta a dirigenti e funzionari pubblici, una volta cessato il rapporto di lavoro, di svolgere attività professionale presso privati che siano stati oggetto dell’attività amministrativa svolta. Evidente il rischio di conflitti di interesse.

Infine, saranno bloccate alcune disposizioni contenute nell’articolo 60-bis, presentate con un emendamento a firma Lotito, che riducevano da dieci a quattro anni l’anzianità di servizio necessaria per autorizzare il collocamento fuori ruolo dei magistrati, ampliando così la platea di chi può essere destinato a incarichi esterni, e rivedevano la disciplina del personale della Covip, l’autorità di vigilanza sui fondi pensione.

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