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“Lettini abbronzanti come cabine fumatori o palazzi di amianto”. Chi usa lampade solari ha un accumulo di mutazioni genetiche diffuse paragonabile a quello degli anziani – Il nuovo studio

La dottoressa Luisa Sarno ha spiegato l'effetto dei lettini abbronzanti sulla pelle e quanto siano pericolosi (soprattutto per i giovani)
“Lettini abbronzanti come cabine fumatori o palazzi di amianto”. Chi usa lampade solari ha un accumulo di mutazioni genetiche diffuse paragonabile a quello degli anziani – Il nuovo studio
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La tintarella, anche in pieno inverno, continua a sedurre. Eppure da anni la scienza mette in guardia: i lettini abbronzanti non sono un’alternativa innocua al sole, ma una fonte concentrata di radiazioni ultraviolette. Già classificati come cancerogeni certi (classe 1) dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, sono stati associati a un aumento significativo del rischio di melanoma e di altri tumori cutanei, soprattutto se usati in giovane età o con regolarità. Ora un nuovo studio rilancia l’allarme: nelle persone che ricorrono ai solarium, la pelle mostra un accumulo di mutazioni genetiche diffuse, paragonabile a quello di soggetti molto più anziani, segno di un danno biologico profondo che va ben oltre l’invecchiamento precoce. Un dato che riapre il dibattito su una pratica ancora troppo normalizzata, a partire proprio dal significato di questo accumulo di mutazioni cutanee: che cosa significa concretamente per la salute della pelle e perché è un dato così rilevante?
“Per capire meglio è necessario fare un piccolo passo indietro. Il melanoma è un tumore maligno della pelle nonché il più pericoloso – spiega al FattoQuotidiano.it la dottoressa Luisa Sarno, medico chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia presso l’Istituto Dermoclinico Vita Cutis -, anche se meno frequente rispetto ad altri tipi, a causa della sua capacità di crescere rapidamente, invadere i tessuti circostanti e diffondersi in altre aree del corpo”.

Melanoma, tumore frequente sotto i 50 anni

“Nella popolazione italiana costituisce il secondo tumore più frequente nei maschi sotto i 50 anni e il terzo più frequente nelle femmine sotto i 50 anni – continua l’esperta -. L’esposizione al sole, soprattutto l’esposizione intensa e intermittente (per brevi periodi di tempo), è considerata un fattore causale per il melanoma insieme a fattori genetici. Questo perchè l’esposizione ai raggi UV causa mutazioni nei melanociti, determinandone la trasformazione in melanoma. I melanociti sono cellule specializzate della pelle il cui compito è quello di produrre melanina, il pigmento che conferisce colore alla pelle, con lo scopo di proteggere la pelle dai raggi UV. Il punto è che l’abbronzatura è una risposta dell’organismo a un danno al DNA, il nostro materiale genetico, causato dai raggi UV.

È chiaro quindi che ci si aspetterebbe che persone di età più avanzata, che sono state esposte per più tempo ai raggi solari, abbiano accumulato più mutazioni, danni nel DNA, nei loro melanociti. Bene, questo studio ha mostrato che i pazienti giovani, con una storia di utilizzo estremo di lettini abbronzanti, presentavano quasi il doppio delle mutazioni nei melanociti rispetto ai non utilizzatori che avevano quasi il doppio della loro età. In altre parole, gli utilizzatori di lettini abbronzanti presentano un rischio più alto di sviluppare melanomi non solo rispetto a non utilizzatori della stessa età ma anche ai non utilizzatori molto più anziani. Questo studio ha fornito una spiegazione scientifica molecolare all’osservazione clinica e statistica che individui con una storia di utilizzo di lettini abbronzanti presentano un rischio maggiore di melanoma nel corso della vita e in età più precoce.

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