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C’è l’ok di Mosca, Beltrame sarà il nuovo ambasciatore italiano in Russia: fino a novembre lavorava al piano di riarmo

Già consigliere diplomatico di Giorgetti (e nel 2018 con Matteo Salvini al Viminale), era responsabile per il ministero dell’Economia al tavolo interministeriale sul Security Action for Europe, il programma di prestiti europei da 14,9 miliardi. È considerato in quota Lega
C’è l’ok di Mosca, Beltrame sarà il nuovo ambasciatore italiano in Russia: fino a novembre lavorava al piano di riarmo
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Alla fine, la lettera di gradimento da Mosca è arrivata. E da inizio gennaio l’Italia potrà avere un nuovo ambasciatore in Russia: Stefano Beltrame, fino a poche settimane fa consigliere diplomatico del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, già con Matteo Salvini al Viminale nel 2018 (ai tempi della missione in Russia) e fino a novembre responsabile per il ministero dell’Economia al tavolo interministeriale sul Safe (Security Action for Europe), il programma di prestiti europei da 14,9 miliardi per il riarmo.

Nei mesi scorsi erano usciti diversi retroscena sul ritardo della lettera di gradimento da parte di Mosca perché, aveva scritto il Foglio, l’Italia era accusata di avere un atteggiamento troppo schiacciato sull’Ucraina. Ma la lettera che presuppone il trasferimento in un’ambasciata alla fine è arrivata, secondo fonti del ministero degli Esteri a conoscenza della questione. E da gennaio Beltrame si insedierà come nuovo ambasciatore italiano a Mosca.

Nei mesi scorsi la sua presenza al tavolo tecnico che deve decidere i programmi per il riarmo da cui l’Italia dovrà proteggersi proprio da Mosca ha messo in imbarazzo mezzo governo: prima i ministeri degli Esteri e della Difesa e poi anche Palazzo Chigi hanno sollevato qualche perplessità sulla scelta di continuare a far decidere al prossimo ambasciatore in Russia (scelto in quanto consigliere diplomatico di Giorgetti) il piano di riarmo italiano. A fine ottobre Il Fatto aveva raccontato anche di una nota dell’intelligence arrivata a Palazzo Chigi in cui veniva evidenziato il rischio di incompatibilità tra quello di responsabile del tavolo Safe e di ambasciatore a Mosca.

I programmi di riarmo Safe sono stati presentati alla Commissione Europea il 30 novembre scorso per un totale di 14,9 miliardi chiesti e ottenuti dall’Italia in prestiti da restituire in 45 anni. Da inizio anno, Beltrame così si trasferirà a Mosca e Giorgetti – in questi giorni alle prese con una manovra complicata – dovrà nominare un nuovo consigliere diplomatico.

La nomina di Beltrame era arrivata nell’ultimo Consiglio dei ministri di agosto e, sebbene sia stimato trasversalmente, viene considerato in quota Lega. La sua promozione ad ambasciatore di grado era arrivata solo a inizio anno, ma gli era già stato fatto uno sgarbo non mandandolo a Buenos Aires nel primo walzer delle feluche del 2025. Poi, il 28 agosto, la nomina a un anno da quella dell’ambasciatrice a Mosca, la fedelissima di Antonio Tajani, Cecilia Piccioni. Quest’ultima è tornata a Roma al fianco del ministro degli Esteri alla guida della Direzione generale per gli affari politici (Dgap) e vicesegretario generale.

La nomina di Beltrame era stata considerata un segnale di avvicinamento e di volontà di dialogo con Mosca, ma soprattutto un tentativo di mettersi in scia con il nuovo vento internazionale portato da Trump che sta spingendo per arrivare a breve a una pace in Ucraina. Il diplomatico veronese, inoltre, fu anche colui che organizzò nel 2019 il viaggio di Salvini a Washington per incontrare l’allora vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, fedelissimo di Trump poi diventato nemico pubblico dopo l’assalto a Capitol Hill del 2021.

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