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Perché, senza il Sud Italia, non esisterebbe Babbo Natale

San Nicola di Bari ha ispirato la figura di Santa Claus, poi trasformata dalla Coca Cola nel Babbo Natale che conosciamo oggi
Perché, senza il Sud Italia, non esisterebbe Babbo Natale
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Sapevate che senza il Sud Italia, probabilmente, non esisterebbe il forte mito di Babbo Natale, simbolo di questi giorni festivi?

Mi spiego meglio. Anzitutto, va detto che la sua figura è diventata iconica soprattutto grazie alla Coca Cola che nel 1931, in occasione del Natale, volle puntare su una campagna di marketing innovativa, così si rivolse al disegnatore Haddon Sundblom, chiedendo di creare un Santa Claus diverso, che ispirasse gioia e simpatia. L’illustratore trasse spunto dalle vecchie illustrazioni di un fumettista (Thomas Nast) ma soprattutto da una poesia – del 1823 – di Clement Clarke Moore, A Visit from St. Nicholas, ambientata durante la Vigilia, che raccontava l’arrivo in una casa statunitense di San Nicola, pieno di doni per i bambini. Qui, per la prima volta, il Santo veniva descritto con le guance rosse, una barba bianca e vestito con una pelliccia.

Così la Coca Cola iniziò una campagna martellante, durata decenni, con protagonista un Babbo Natale paffuto, vestito di rosso (da qui il colore distintivo della bibita) e bianco, con una lunga barba e il sorriso contagioso. E che c’entra il Mezzogiorno?

Beh, il Santo, raffigurato tradizionalmente (guarda caso) con una lunga barba e una veste rossa, è il Patrono della città di Bari, che ospita i suoi resti. Nato a Patara nel 270, la sua vita è celebre per numerosi miracoli e gesti caritatevoli. Secondo alcuni scritti, i sui genitori morirono di peste, così ereditò un patrimonio vastissimo che decise di devolvere in beneficenza, regalando cibo e denaro che faceva passare attraverso i camini (guarda un po’) e le finestre delle case dei più bisognosi. Basti pensare che la tradizione secondo cui la befana riempia di regali le calze dei bambini e papà Natale porti i doni sotto l’albero trae ispirazione proprio dalle gesta del Santo: appresa l’estrema povertà di un uomo che non riusciva ad offrire alle proprie figlie una dote con cui farle sposare, costringendole alla prostituzione, decise di intervenire in segreto. Così, di notte, lanciò tre sacchi di monete d’oro attraverso la finestra della loro stanza, facendole cadere nelle calze appese ad asciugare e assicurando così alle ragazze il denaro necessario per un matrimonio dignitoso.

La verità è che dedicò la vita difendendo i deboli, aiutando i bisognosi e distribuendo ricchezze ai poveri, il che alimentò molte leggende, come quella che lo vide portare in vita tre bimbi uccisi da un macellaio, motivo per cui è considerato il protettore dei bambini. E, ancora, placò una tempesta salvando dei marinai, mito che contribuì a farlo venerare in modo particolare dai marinai. Successivamente alla sua morte, avvenuta nel 343 a Myra, i marinai baresi portarono le sue reliquie a Bari nel 1087, per proteggerle e custodirle. Qui costruirono una Basilica in suo onore, rendendo la città meta di pellegrinaggio ed esportando il mito di Santa Claus nel mondo. Non è un caso che il suo nome derivi dal tedesco Sankt Klaus. Poi, con la forte emigrazione europea di fine Ottocento, il termine arrivò ‘storpiato’ Sanctus Nicolaus in terra americana che, a sua volta, fu riproposto in Italia come ‘Santa Claus’.

Quindi, se volete visitare la sua vera dimora, non dovete recarvi al Polo Nord o in Lapponia (favolette recenti): basta andare a Bari, precisamente a Largo Elia Abate 13 e visitare la sua casa eterna, la meravigliosa Basilica di San Nicola, il Santo mitizzato a Bari che ispirò scrittori, la Coca Cola e infine il Babbo Natale che tutti noi conosciamo!

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