Manovra, Pd: “Governo bugiardo, sulle pensioni ha tradito le promesse”. M5s: “Continuano ad accanirsi sui più poveri”
“Ancora una volta emerge un atteggiamento punitivo e incomprensibile verso lavoratrici e lavoratori“. Il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia critica così il nuovo emendamento alla manovra, appena presentato dal ministero dell’Economia, che tra i contenuti principali abolisce la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipata cumulando gli importi della previdenza complementare e taglia l’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci. “Siamo davanti a un governo bugiardo, inaffidabile, che promette una manovra “lineare e semplice” e poi la riscrive a colpi di maxi-emendamenti, nel caos e nel ritardo. E soprattutto sceglie, sistematicamente, di “mettere in ordine” i conti scaricando il prezzo su chi ha già pagato di più: chi ha iniziato a lavorare presto, chi svolge mansioni gravose e usuranti, chi chiede soltanto regole chiare, stabili e rispettose dei diritti maturati”, attacca Boccia. “La parte più grave”, accusa, “è quella previdenziale: non siamo davanti a un intervento tecnico, è una scelta politica. L’emendamento introduce misure che fanno cassa sulle pensioni e sui diritti. La relazione tecnica lo ammette: la minore spesa pensionistica cresce nel tempo, da 12,6 milioni nel 2026 fino a 130,8 milioni nel 2035. È il solito schema: si sposta l’asticella, si restringono le condizioni, si rinvia a un decreto successivo l’adeguamento delle tabelle attuariali, cioè si porta fuori dal confronto parlamentare ciò che invece meriterebbe trasparenza e discussione”.
“Sulle pensioni si consuma il più alto tradimento delle promesse elettorali del governo Meloni”, aveva attaccato già venerdì la segretaria dem Elly Schlein. “Sono gli stessi che avevano promesso, ricorderete, di portare le minime a mille euro e le hanno aumentate di circa due caffè. Sono gli stessi che avevano preso un impegno a trovare una soluzione per le trentamila esodate di Opzione donna e che invece ad oggi stanno abbandonando del tutto quella misura. Quindi la realtà è un conto e le loro chiacchiere stanno da un’altra parte”, ha accusato. Dal M5s interviene il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli: “Continuano a toccare il tema delle pensioni, obbligano i dipendenti con un silenzio assenso molto corto a lasciare il Tfr non in azienda ma a usarlo per la previdenza complementare, prevedono tagli ai benefici per i lavoratori più deboli. Insomma, continuano ad accanirsi con chi in questo Paese lavora da dipendente e i più poveri”. Sulla stessa linea il senatore di Avs Tino Magni: “Non sanno come finanziare le misure per le aziende e allora vanno a prendere i soldi sempre dagli stessi: consumatori, lavoratori e pensionati”, accusa, sottolineando che “le norme sulla previdenza integrativa incidono direttamente sulle prospettive di vita e di reddito futuro di milioni di persone”.