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Da Maddamma alla poesia: cinque scrittici non convenzionali da leggere durante le vacanze

Anime diverse: sapienza esoterica, spontanea sensualità, profondità introspettiva, in rare, felici pagine questi tre movimenti interiori attraversano contemporaneamente l’ispirazione
Da Maddamma alla poesia: cinque scrittici non convenzionali da leggere durante le vacanze
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Puntualmente, mi viene richiesto di partecipare a liste di consigli di lettura e classifiche di fine anno.
Stavolta, ho deciso di concentrarmi in particolare sulla letteratura femminile italiana contemporanea, segnalando autrici radicalmente diverse, dallo sguardo poetico non convenzionale. Anime diverse: sapienza esoterica, spontanea sensualità, profondità introspettiva, in rare, felici pagine questi tre movimenti interiori attraversano contemporaneamente l’ispirazione.

Iniziamo con il ritorno di Manuela Maddamma, scrittrice dalla rarefatta eleganza risonante di sapienza arcana; come ho già scritto più diffusamente in una recensione su L’Indiscreto, L’affascino (Fandango Libri), fedele al titolo, è un romanzo che avvince il lettore come un filtro magico: ma al di là della fitta trama di riferimenti esoterici, mistici e letterari, al di là della magica ambientazione in una Roma spettrale, al di là della seduzione fatale del Sud Magico, colpisce la sprezzatura con cui si dipana il progressivo disvelarsi (quasi come nel finale di Shining, per tacere di Henry James) di un nodo karmico. Un’intuizione che ci riconduce (l’autrice, esperta di Giordano Bruno ne è ben consapevole) al legame antico tra filosofia orfico-pitagorica e conoscenza spirituale indiana.

Cambiamo atmosfera, stile e visione: sono felice di tornare a parlare di Angelica Grivel Serra e del suo nuovo romanzo, L’anello debole (Haper&Collins). Rispetto a L’estate della mia rivoluzione (Mondadori, 2020), è evidente (quanto ovvia) la maturazione stilistica: non c’è più l’entusiasmo, nell’eloquio forbito e nel palpito emotivo, dell’enfant prodige pressoché ventenne, i cinque anni di distanza si sentono profondamente nella struttura e nella profondità dei personaggi. Parimenti, si sente l’eredità consapevole delle scrittrici sarde più importanti (non solo Michela Murgia, “madre d’anima” dell’autrice), nella presenza, variata con originale personalità, dei grandi temi di Deledda (colpa ancestrale, famiglia come rifugio e prigione, fascino e peso della tradizione, amore e rivolta verso). Angelica Grivel Serra rende la sua scrittura a sua immagine, ovvero fiera, severa quanto brillante, non facile ma seducente: i suoi riferimenti (dalla gravitas delle saghe familiari di Thomas Mann allo stile prezioso e all’indipendenza intellettuale di Virginia Woolf) emergono a uno sguardo più attento. Ne riparleremo presto.

Passiamo alla poesia, tre voci completamente distinte.

Un canto al tempo che mi assolva di Giorgia Mastropasqua (Les Flâneurs Edizioni), una delle più vivaci tra le Streghe Postmoderne (titolo di un suo libro del 2016 per Alter Ego Edizioni) ci offre un dettato poetico che scaturisce dal cesello novecentesco, ovvero verso libero ma vincolato a una necessaria musicalità. L’aspetto più interessante dei versi di Mastropasqua è l’intreccio, stilisticamente risolto, tra intimismo e ricerca esoterica: riferimenti a Kremmerz e Ioan Petru Culianu rendono l’idea dello spessore ermetico, eppure i suoi versi possono parlare a chiunque, per chiarezza espressiva: ci siamo riconosciuti molto nella percorso poetico dell’autrice lungo “i tortuosi percorsi del risveglio”.

Un canto al tempo che mi assolva

Diverso il caso di Extrareale (Edizioni Prufrock), d’Imperatrice Bruno. Fin dallo splendido nome (quasi un incantesimo della junghiana “magica autorità del Femminile”), ma anche per il suo spontaneo carisma, la giovane autrice s’impone all’attenzione: per contrasto, l’elegante portamento e il fascino spigliato si riversano in una scrittura poetica semplice, diretta, immediata. Bruno ci parla di esperienze quotidiane senza essere banale, affronta le confessioni sensuali con disarmante innocenza, sa giocare con equilibrio e interrogarsi con serietà. I titoli delle raccolte precedenti sembrano delineare un percorso interiore: Caratteri interi (2021), Volontà nobili (2022), Materia verticale (2024) e ora Extrareale.

La dialettica fra carne e spirito, in un’ascesa continua.

In conclusione, non posso che insistere: Flavia Cidonio. Mi ripeto dall’anno scorso: La città fantasma (Edizioni Ensemble), ma anche le sue prove precedenti, rivelano una voce poetica potente nella sua delicatezza: leggete i versi di Proscenio (oppure ascoltateli nel trailer della docuserie Desiderio curata da Francesco Esposito), smarritevi nella danza di immagini, allusioni, visioni che vi condurrà, con sommo pudore, in un Altrove dove decadono maschere e infingimenti, al cospetto dello splendore nudo della verità interiore.

Davvero brava.

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