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I medici contro il governo per la mazzata sulle pensioni: “Valanga di ricorsi se non cancellate le norme”

Il riscatto della laurea depotenziato e le nuove finestre scatenano Anaao e Cimo che parlano di "suicidio politico" e "nefandezze"
I medici contro il governo per la mazzata sulle pensioni: “Valanga di ricorsi se non cancellate le norme”
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Un “dietrofront” chiesto con forza. Sia sul riscatto della laurea che sulle finestre per le pensioni anticipate. I sindacati dei medici si fanno sentire dopo il pasticcio del governo nel maxi-emendamento alla Manovra, con le due norme che hanno finito per rappresentare una mazzata per chi ha deciso di “pagare” gli anni di studi e per chi deciderà di seguire il modello degli anni di servizio per andare in pensione. Anaao Assomed e Cimo-Fesmed chiedono che “venga cancellata” la norma contenuta nel maxi-emendamento, in caso contrario promettono “una valanga di ricorsi”.

“Riteniamo profondamente ingiusto e forse anche anticostituzionale – dichiarano in una nota Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed – penalizzare i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione a partire dal 1° gennaio 2031 e che si vedranno ridotto il conteggio degli anni riscattati ai fini dei requisiti per il pensionamento”. I due leader sindacali accusano: “Colpire i lavoratori laureati è un orribile segnale da parte del Governo, che vorrebbe penalizzare la parte più istruita della popolazione, come se aver dedicato anni di vita agli studi universitari costituisse una colpa”.

Ai sindacati dei medici non basta neanche il parziale dietrofront annunciato mercoledì da Giorgia Meloni al Senato: “Anche limitare le nuove regole ai riscatti futuri sarebbe una catastrofe: Inps dovrebbe rispondere alla domanda di riscatto entro 85 giorni, mentre in realtà ci impiega anni, se non decenni. Tutto questo porterebbe a una valanga di ricorsi per il probabile profilo anticostituzionale della proposta”, avvertono.

Inoltre, evidenziano, “gli ipotetici risparmi di spesa dovuti al posticipo del pensionamento, soprattutto nel contributivo, verrebbero annacquati dai mancati introiti dei riscatti fatti magari decenni prima, oltre a un aumento inevitabile dei tassi di malattia/infortunio dovuti ai posticipi di uscita dal lavoro”. La finestra mobile viene invece definita da Anaao e Cimo “un trucco formidabile per ritoccare la Fornero senza ritoccare la Fornero”.

I requisiti per la pensione anticipata rimangono infatti invariati, mentre viene modificata la data di percepimento del primo assegno previdenziale: “In soldoni, si posticipa comunque l’uscita dal lavoro perché il lavoratore è costretto ad aspettare il tempo della finestra per non avere una discontinuità economica tra la fine del lavoro e l’inizio della pensione. Così, chi gridava ‘aboliremo la Fornero’ in realtà la peggiora”. Parlando di “suicidio politico”, i due segretari attaccano il governo definiscono le norme “nefandezze” contro la forza lavoro del Paese, “una risorsa da tutelare e non da bastonare con queste nefandezze”.

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