La Comunità di Sant’Egidio raccoglie doni per il pranzo di Natale: “Ci troveremo tutti insieme a tavola contro la solitudine”
Un’iniziativa rivolta a chi vive un momento di difficoltà, organizzata da “una famiglia larga che prova a costruire dei legami di contrasto alla solitudine” in un giorno di festa. Anche quest’anno, la Comunità di Sant’Egidio organizza il pranzo di Natale. Nell’edizione scorsa, c’è stata la partecipazione di quasi 250mila persone in 71 Paesi, e quest’anno ne sono attese circa 80mila in Italia. La prima volta fu nel 1982, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, a Roma: da allora la tavola si è allargata e ha aggiunto sempre più posti, arrivando anche nelle carceri. Si tratta quindi di un evento diffuso, affiancato da una campagna di donazioni attiva dal primo al 27 dicembre.
Spesso, quando si parla di povertà, si tende a pensarla come una condizione statica, ma è sbagliato: è un processo. Il coordinatore del servizio rom della Comunità di Sant’Egidio di Milano, Stefano Pasta, racconta: “Le storie di solitudine e di povertà sono molto diverse tra di loro. Forse il tratto che accomuna povertà diverse è trovarsi isolati a un certo punto della vita. Parliamo di famiglie, bambini, persone anziane e sole”. Un cambio di prospettiva che aiuta a decostruire la narrazione sulle persone al margine, che spesso vengono deumanizzate: “I poveri non sono una categoria, ma persone con cui si può vivere una familiarità anche nel giorno di Natale”.
Temi come la povertà e la marginalità sociale non trovano grande spazio nell’agenda politica, nonostante siano di triste attualità visto che in Italia il 10% dei residenti è in povertà assoluta secondo gli ultimi dati Istat. Stefano Pasta racconta che i processi di impoverimento hanno diverse cause, tra cui l’aumento del costo della vita, l’emergenza abitativa e le cure mediche. Non a caso, la Comunità di Sant’Egidio ha anche lanciato un appello per mettere in luce le dinamiche di esclusione sociale in grandi città come Roma e Milano.
In situazioni simili, ricorrenze come il giorno di Natale hanno un significato diverso, un peso diverso: “Le giornate di festa rischiano di essere le più tristi a causa dei ricordi oppure del peso sociale, magari perché il Natale è uguale a tutti gli altri giorni”. Ecco quindi lo scopo dell’iniziativa: “Il pranzo di Natale è il pranzo di famiglia più importante dell’anno, e noi decidiamo di passarlo con la famiglia di Sant’Egidio. Non è un unicum, è dentro una storia di amicizia e familiarità che dura tutto l’anno”. Dei veri e propri “legami” per contrastare la solitudine, come li chiama Pasta. A Milano, i pranzi saranno undici e vedranno la presenza di circa duemila persone, tra cui: le famiglie di Scuola della Pace, persone senza fissa dimora, persone anziane dalle rsa e dagli istituti, persone profughe, persone della comunità rom e persone iscritte alla scuole di lingua e cultura italiana.
La Comunità di Sant’Egidio invita le persone a supportare l’iniziativa con il gesto del dono, ma a una condizione: “Chiediamo di regalare una cosa nuova, qualcosa che restituisca dignità alla persona: proprio come in famiglia”. Dopo la raccolta, infatti, i regali verranno abbinati e distribuiti alle persone in base ai loro bisogni.
Questo l’elenco degli oggetti che si possono donare: giochi per bambine e bambini di tutte le età (preferibilmente non in scatola), gift card per adolescenti, articoli sportivi come palloni da calcio o da pallavolo, indumenti e accessori femminili e maschili, biancheria e casalinghi, plaid per le persone anziane. Chi volesse partecipare a Milano, può consegnare i pacchi sabato 20 dicembre in via Olivetani 3, dalle 10 alle 18. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa basta visitare questo link.
