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Garlasco, concluso dopo 4 ore l’incidente probatorio su Sempio e il Dna. Stasi in aula a sorpresa

Nel corso dell'udienza gli esperti si sono confrontati su quel Dna maschile estrapolato dalle unghie di due dita di Chiara Poggi
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L’incidente probatorio sul delitto di Garlasco arriva all’ultimo atto e nell’aula del Tribunale di Pavia si è presentato anche Alberto Stasi, condannato in via definitiva per il delitto di Chiara Poggi. L’udienza preliminare si è conclusa dopo circa 4 ore: gli esperti si sono confrontati soprattutto su quel Dna maschile estrapolato dalle unghie di due dita di una mano di Poggi che la consulenza della Procura di Pavia e della giudice per l’udienza preliminare, Denise Albani, ritengono compatibile con quello di Andrea Sempio, indagato in questa nuova inchiesta, o dei componenti della linea paterna della sua famiglia. La perizia e le relazioni delle parti sono state acquisite dal gip Daniela Garlaschielli, che ha disposto l’incidente probatorio. Gli atti saranno ora trasmessi alla Procura di Pavia, che coordina le indagini dei carabinieri di Milano, perché decida se chiedere o meno il rinvio a giudizio dell’indagato.

Dopo la discussione in incidente probatorio, quel che ne risulterà entrerà come prova in un eventuale processo che la Procura sembra intenzionata a chiedere. Albani scrive di una compatibilità “moderatamente forte” in un caso, e nell’altro di “moderata”. La perizia, di per sé, nel suo linguaggio asettico è cauta: “Non si può dire” che Chiara Poggi – uccisa il 13 agosto 2007 e per il cui omicidio è stato condannato Stasi, ex fidanzato della ragazza – si sia difesa perché è impossibile “stabilire con rigore scientifico” se quelle tracce genetiche siano state “sotto o sopra” le unghie e se si tratti di Dna “diretto o mediato”.

In tribunale è arrivato a sorpresa Alberto Stasi, che per la morte della 26enne, all’epoca sua fidanzata, sta finendo di scontare una condanna definitiva a 16 anni in regime di semilibertà. “Non posso parlare, per favore lasciatemi andare. Abbiate pazienza!”, ha detto l’ex studente della Bocconi. Stasi è entrato senza rilasciare dichiarazioni, in quanto la possibilità gli è negata dallo stato di semilibertà. Per lui, hanno spiegato gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, “era importante esserci: sono undici anni che si parla di questo dna e finalmente è arrivata la perizia“. Un documento di novanta pagine che, proseguono i legali, “escludono Stasi dalle tracce riscontrate”.

“Non mi aspettavo la sua presenza, ma non mi sono opposto perché non ho rilevato controindicazioni“, ha detto l’avvocato Liborio Cataliotti, uno dei legali di Sempio, che oggi invece non era in aula. “Andrea non sarebbe stato interrogato, così come non lo è stato Stasi, e non avrebbe avuto diritto di parola, così come non l’ha avuta Stasi. Si è trattato di un’udienza tecnico-scientifica. A me e all’avvocato Angela Taccia è sembrato prezioso che ci fossero i nostri periti. Era inutile invece la presenza del nostro assistito, anche per non esporlo alle telecamere. Siamo molto soddisfatti di come è andato l’incidente probatorio”, ha sostenuto il legale, per il quale, benché il lavoro della genetista Albani sia stato “egregio”, c’è un “vulnus” di partenza: “il fatto che il dato non è stato replicato con uguale risultato e questo rende il risultato giuridicamente inutilizzabile“. Senza contare comunque, ha sottolineato, che “non si può arrivare a un punto fermo” per stabilire l’identità del Dna trovato sulle unghie di Chiara Pioggi. Motivo per il quale la difesa di Sempio si è detta “ancor più soddisfatta“.

Parla invece di una “grave violazione del Codice di procedura penale” Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, indagato a Brescia in un filone dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi. “Sarei curioso di capire se sia soddisfatto e in quale veste sarà registrato al verbale di udienza – ha dichiarato – se spettatore abusivo o talent scout o osservatore interessato”.

“Credo che di processuale ormai ci sia poco in questa vicenda. È un enorme spettacolo mediatico in cui si gioca una partita in termini di comunicazione. I dati oggettivi sono quelli che sappiamo, con questi dati oggettivi prima o poi si dovranno confrontare i tribunali“, ha detto l’avvocato Francesco Compagna, legale della famiglia di Chiara Poggi. Per il legale, che ha auspicato una “maggiore riservatezza e tutela delle persone” e ha rivelato di ricevere “sui social insulti e attacchi”, la famiglia della vittima resta convinta “della colpevolezza di Alberto Stasi“, ha concluso ricordando che per lui “sarebbe stata comunque praticabile l’ipotesi della richiesta di revisione della sentenza di condanna”.

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