Diritti

Decreto Tariffe bocciato dal Tar, il ministero dovrà rifarlo. “Si inseriscano anche gli ausili tornati a carico di chi ha disabilità”

I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso contro il provvedimento del ministero della Salute. Associazione Coscioni: "E' chiaro che la riforma è stata affrontata in modo approssimativo"

Il Tar del Lazio ha bocciato “per grave difetto di istruttoria” il decreto Tariffe di novembre 2024 per la parte della protesica e ausili per le persone con disabilità. Con la sentenza pubblicata il 10 dicembre è stato accolto integralmente il ricorso presentato dalla Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche (Fioto). Il ministero della […]

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Il Tar del Lazio ha bocciato “per grave difetto di istruttoria” il decreto Tariffe di novembre 2024 per la parte della protesica e ausili per le persone con disabilità. Con la sentenza pubblicata il 10 dicembre è stato accolto integralmente il ricorso presentato dalla Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche (Fioto). Il ministero della Salute avrà un anno di tempo, a partire dalle precedenti sentenze del 22 settembre 2025, per riformularlo e produrre un nuovo Nomenclatore Tariffario Nazionale.

“La sentenza conferma la necessità di tariffe realmente sostenibili e fondate sui costi effettivi della produzione”, commenta soddisfatta la Fioto. La Federazione ha annunciato che metterà a disposizione del dicastero guidato da Orazio Schillaci dati, competenze e contributi tecnici per la nuova fase istruttoria, affinché il futuro tariffario “rispecchi la qualità, la professionalità e la sostenibilità delle imprese che operano nei servizi essenziali del Servizio sanitario nazionale”. Il Tar del Lazio ha stabilito quindi che le nuove tariffe dovranno essere costruite su basi diverse, imponendo l’utilizzo di criteri trasparenti, dati reali e verifiche tecniche approfondite. Per consentire questa revisione totale, il giudice ha disposto che l’attuale nomenclatore resti in vigore solo per un periodo transitorio e limitato di un anno, al termine del quale dovrà essere sostituito per rispettare la normativa.

Contattato da ilfattoquotidiano.it il consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni avvocato Alessandro Bardini, che segue da anni il tema, afferma che “la nuova pronuncia del Tar Lazio sull’assistenza protesica, letta unitamente alle altre precedenti sentenze dello stesso Tribunale scaturite dalla class action promossa dalla Coscioni, mette in evidenza una criticità strutturale del sistema dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) così come attualmente configurato”. Con l’aggiornamento del Nomenclatore e l’entrata in vigore dal 1 gennaio di quest’anno, ilfattoquotidiano.it aveva sollevato il caso di alcuni codici di ausili come batterie, ruote e joystick per carrozzine elettriche ma anche di scarpe ortopediche di serie che erano stati eliminati dal tariffario provocando fortissimi disagi, per le persone con disabilità e le loro famiglie, che si sono trovati, spesso senza nemmeno essere stati avvisati dagli enti competenti, a dover pagare di tasca propria riparazioni e sostituzioni.

“Auspichiamo”, dice l’esperto in materia della Coscioni, “che il ministero della Salute dia ascolto alle numerose segnalazioni degli utenti e che finalmente inserisca nel nomenclatore tutti gli ausili che ad oggi sono stati dimenticati rendendo i nuovi Lea veramente utilizzabili da tutti”. Bardini è durissimo perché “dalle decisioni giudiziarie emerge con chiarezza che il ministero ha affrontato la ‘riforma’ dell’assistenza protesica in modo approssimativo, in assenza di una reale istruttoria sui bisogni delle persone con disabilità e sui costi effettivi delle prestazioni”, elementi che costituiscono il presupposto indispensabile per qualunque scelta legittima in ambito sanitario. “In tutte queste pronunce”, sottolinea Bardini, “il giudice amministrativo non entra nel merito delle scelte tecniche o organizzative, ma riafferma un principio fondamentale di diritto pubblico: senza una istruttoria adeguata e motivata non può esservi legittimità dell’azione amministrativa”. “La discrezionalità della pubblica amministrazione non può mai tradursi in una decisione priva di metodo, dati e valutazioni concrete”, ribadisce Bardini. “La logica del risparmio”, aggiunge l’avvocato, “quando non è fondata su una valutazione tecnica seria, rischia di compromettere seriamente il diritto alla salute degli assistiti”.

Sulla sentenza del Tar del Lazio interviene anche Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità che rappresenta oltre 1.200 aziende e circa 32mila addetti che operano nei più differenti ambiti del settore. “Tra le priorità da reintrodurre nel Nomenclatore, tutti quei dispositivi e ausili, dalle carrozzine elettriche alle scarpe ortopediche di serie, per le persone con disabilità”. Ora la parola spetta al governo. L’attivista e blogger de ilfattoquotidiano.it Luca Faccio ha scritto un duro appello rivolto alla premier Giorgia Meloni perché intervenga tempestivamente risolvendo la questione degli ausili.