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Medicina, Bernini incontra gli studenti e apre a modifiche sul semestre filtro. “Ma non torneranno i test d’ingresso”

Dopo la valanga di bocciature agli esami, la ministra ipotizza una serie di correttivi per l'anno prossimo. Il sindacato Udu: "Non ha idea di cosa fare, è preoccupante"
Medicina, Bernini incontra gli studenti e apre a modifiche sul semestre filtro. “Ma non torneranno i test d’ingresso”
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La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha proposto al Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu) l’istituzione di un tavolo di confronto permanente sulla riforma dell’accesso ai corsi di laurea in Medicina, che da quest’anno prevede un “semestre filtro” aperto a tutti, con la possibilità di accedere alla graduatoria nazionale solo per chi supera gli esami di Biologia, Chimica e Fisica. L’esperimento si è rivelato un pasticcio, con una percentuale di promossi inferiore al 20% e il rischio di non coprire tutti i posti disponibili. Per ovviare al problema è stato ipotizzato l’inserimento in graduatoria di tutti i candidati, compresi quelli che non abbiano raggiunto la sufficienza in tutte e tre le prove, a condizione però di recuperare successivamente i crediti formativi mancanti. Nell’incontro con gli studenti, a quanto si apprende, la ministra ha escluso un ritorno ai test d’ingresso, ma ha manifestato piena disponibilità a intervenire sul funzionamento del nuovo sistema già dal prossimo anno, valutando una riduzione dei programmi d’esame, l’estensione della durata delle lezioni e un ampliamento dei tempi tra la fine dei corsi e gli appelli, così da garantire maggiore spazio alla didattica.

L’apertura però non soddisfa le sigle studentesche. “Il fatto che la ministra, a metà dell’anno accademico, non abbia idea di cosa fare è preoccupante. Cosa significa ampliare i tempi per svolgere gli esami? Quanto tempo lasciamo in bilico gli studenti? Non sapere a gennaio o febbraio se si sarà trattenuti o sputati dal sistema non farà altro che aumentare lo stress e l’ansia”, denuncia l’Unione degli universitari, il principale sindacato degli studenti italiani, in presidio di fronte al ministero. “Insomma”, sintetizza l’Udu, “non esiste un piano per occuparsi dei problemi che il semestre filtro ha già causato e si pensa addirittura di peggiorare tutto. Aprire le graduatorie non basta: Medicina va aperta davvero. Il semestre filtro è una falsa soluzione che non affronta la carenza di personale sanitario né garantisce il diritto allo studio. Lo diciamo da mesi e lo ripetiamo oggi: il numero chiuso va superato, il semestre filtro va abolito, e servono investimenti strutturali sull’università pubblica”, affermano gli studenti.

La scorsa settimana Bernini era stata contestata ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, da una rappresentanza di aspiranti medici, a cui si era rivolta con disprezzo chiamandoli “poveri comunisti” (una citazione del suo defunto leader Silvio Berlusconi). Ora il M5s, con il capogruppo in Commissione Cultura alla Camera Antonio Caso, può infierire: “A quanto pare qualche problemino con il semestre filtro che rischia di far perdere l’anno a migliaia di studenti ha costretto il dicastero a considerare correttivi già dal prossimo anno e a sedersi a un tavolo di confronto. È innegabile che, almeno su questo, i “poveri comunisti” lamentati da Bernini ad Atreju non avessero poi tutti i torti“, afferma. “Domani abbiamo imposto che la ministra venga alla Camera al question time. Ci aspettiamo risposte precise su cosa intende davvero mettere in campo per risolvere i problemi creati dalla sua riforma”. Un gruppo di studenti ha incontrato nella sede del Movimento anche il presidente Giuseppe Conte: “Bisogna sempre ascoltarli, mai dileggiarli perché sono il nostro futuro e meritano soluzioni adeguate e sostenibili alle loro difficoltà”, afferma l’ex premier. Da Alleanza Verdi e Sinistra interviene il deputato Franco Mari, che ha partecipato al presidio di fronte al ministero: “Il semestre filtro si è rivelato un fallimento totale anche se la ministra Bernini si rifiuta di ammetterlo. Serve una proposta di riforma per l’accesso alla facoltà che deve mettere a punto il Parlamento”.

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