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Ue allenta i controlli ambientali per le aziende, protesta delle associazioni: “Conflitto d’interessi. Il relatore legato a lobby per le imprese”

L'eurodeputato del Ppe è presidente di SME Europe, associazione legata ai Popolari che "si batte per i diritti delle piccole e medie imprese in diversi settori. La nostra massima priorità è che si perfezioni la legislazione dell'Ue a sostegno delle PMI in tutta Europa"
Ue allenta i controlli ambientali per le aziende, protesta delle associazioni: “Conflitto d’interessi. Il relatore legato a lobby per le imprese”
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L’accordo tra Parlamento e Consiglio Ue sul pacchetto Omnibus I che comprende l’allentamento delle restrizioni per le aziende su due diligence e reportistica ambientale, annunciato non più tardi di una settimana fa dalla presidenza di turno danese, continua a generare dubbi e proteste. Non solo quelle dei partiti più sensibili alle questioni ambientali e dei diritti umani che hanno denunciato quello che è solo l’ultimo colpo assestato al Green Deal, con il Partito Popolare Europeo che per riuscirci ha chiesto il supporto dell’estrema destra, ma anche quelle delle organizzazioni più attente nel monitoraggio di fenomeni di corruzione e conflitto d’interessi. Per questo dieci associazioni hanno scritto al Comitato consultivo sulla condotta dei membri sottolineando il potenziale conflitto d’interesse dell’eurodeputato Jörgen Warborn (Ppe), a capo della relazione ma allo stesso tempo presidente di SME Europe, associazione legata ai Popolari che, si legge sul suo sito, si batte per i diritti delle piccole e medie imprese in diversi settori. Proprio quei soggetti che otterrebbero maggiori benefici dal nuovo accordo raggiunto in Ue.

L’incarico di Warborn alla Presidenza di Small and Medium Entrepreneurs of Europe non è un segreto: compare nel board del loro sito ufficiale insieme ad altri europarlamentari ed ex membri, compreso Antonio Tajani, e ha esplicitato il suo incarico anche nella sua dichiarazione di interessi privati. I firmatari della lettera di protesta sottolineano però che, “sebbene sia un’entità giuridica separata e né un partito politico europeo né una fondazione, SME Europe opera di fatto come un’ala di lobbying del Partito Popolare Europeo. Come stabilito nel suo statuto, SME Europe ‘è la rete politica indipendente di organizzazioni politiche cristiano-democratiche e conservatrici e pro-business. Il suo obiettivo principale è contribuire a plasmare la politica dell’Ue in modo più favorevole alle Pmi‘”.

Questo, a loro dire, si scontra con il ruolo svolto dall’eurodeputato all’interno della commissione Giuridica del Parlamento Ue, come membro supplente, e soprattutto come “relatore di taluni requisiti in materia di rendicontazione di sostenibilità aziendale e di dovere di diligenza (2025/0045(COD)), una proposta legislativa della Commissione volta, tra le altre cose, a ridurre l’onere di rendicontazione per le imprese più piccole”. Ciò che i firmatari sottolineano è che nella sua dichiarazione di consapevolezza di conflitto d’interesse per l’incarico affidato, Warborn ha pensato che non fosse necessario menzionare il proprio incarico in SME Europe.

I firmatari continuano poi ricordando le prese di posizione dell’eurodeputato in occasione delle discussioni sulla proposta: “Nella sua bozza originaria di relazione della commissione egli ha proposto emendamenti che avrebbero ulteriormente ristretto l’ambito delle imprese soggette a determinati obblighi di rendicontazione rispetto alla proposta della Commissione. Durante un dibattito in plenaria su tale fascicolo il 22 ottobre 2025, Warborn ha sollecitato gli eurodeputati a votare a favore del mandato per i negoziati interistituzionali al fine di ‘fornire chiarezza alle imprese europee’, concentrandosi, tra l’altro, su ‘piccole imprese, medie imprese’. Nel 2025, sia immediatamente prima sia dopo la sua nomina a relatore, il sig. Warborn ha partecipato a numerosi eventi organizzati da SME Europe. Il 7 febbraio 2025 ha parlato a un evento organizzato da SME Europe al Parlamento europeo, dove ha sottolineato ‘l’urgente necessità di ridurre gli oneri normativi per stimolare la crescita delle imprese in Europa’ e ha ‘evidenziato che [l’ambito del Pacchetto Omnibus] rimane limitato, coprendo solo una frazione dei settori e delle politiche’. Il 29 aprile 2025 ha parlato all’Economic Leadership Forum di SME Europe. L’agenda corrispondente lo indicava sia come Presidente di SME Europe sia come Co-Chair dello SME Circle per un punto dell’ordine del giorno e, tre ore dopo, come relatore per il Primo pacchetto Omnibus di semplificazione per un diverso punto dell’ordine del giorno”.

Alla luce di tutto ciò, concludono i firmatari della missiva, “riteniamo che la posizione di Warborn come Presidente di SME Europe, in combinazione con il suo ruolo di relatore per il fascicolo sopra menzionato, possa costituire un possibile conflitto di interessi”. Richiesta appoggiata anche dal Movimento 5 Stelle con una dichiarazione dell’europarlamentare Mario Furore: “Questo caso dimostra ancora una volta che l’Ue è soffocata da vergognosi conflitti di interesse. Non si può servire l’interesse dei cittadini e poi, al contempo, quello delle potenti lobby che li vogliono calpestare. Il regolamento sulla due diligence in voto domani al Parlamento europeo è un regalo alle grandi compagnie che già oggi soffocano le piccole imprese e gli artigiani con una concorrenza impari. Noi voteremo contro, la destra invece, a partire da Fratelli d’Italia e Lega, lo sosterrà dimostrando ancora una volta di essere gli scendiletto di multinazionali e grandi comitati d’affari”.

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