La Corte d’Appello libera l’imam di Torino che era stato espulso dal ministro dell’Interno Piantedosi
Torna libero Mohamed Shahin, imam di Torino espulso dall’Italia dopo aver giustificato il massacro di Hamas perpetrato il 7 ottobre. La Corte di Appello di Torino si è pronunciata per la cessazione del trattenimento del religioso egiziano nel Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta. I giudici hanno accolto uno dei ricorsi presentati dagli avvocati dell’uomo, i quali hanno sostenuto che anche alla luce di nuova documentazione, non sussistono elementi che possono far parlare di sicurezza per lo Stato o per l’ordine pubblico. L’imam era stato colpito da un provvedimento di espulsione firmato dal ministro Matteo Piantedosi “una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato”. All’imam, immediatamente liberato, è stato consegnato un permesso di soggiorno provvisorio emesso dalla Questura di Caltanissetta.
La decisione
Il provvedimento della Corte, in particolare, ordina la “cessazione del trattenimento nel Cpr” disposto dal questore di Torino, in una delle fasi del procedimento, lo scorso 24 novembre. I magistrati, dopo avere esaminato i “nuovi elementi emersi”, hanno escluso “la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità”. Inoltre hanno sottolineato che Shahin è da vent’anni in Italia ed è “completamente incensurato”. Fra i “nuovi elementi” che erano stati presentati dagli avvocati dell’imam figuravano l’archiviazione immediata, da parte della procura di Torino, di una denuncia per le frasi che l’uomo aveva pronunciato lo scorso ottobre durante una manifestazione Pro Pal.
Il caso dell’imam
Mohamed Shahin, 47 anni, origini egiziane, lo scorso 9 ottobre disse “personalmente sono d’accordo, non è stata una violazione e nemmeno una violenza”. Per le autorità di polizia Shahin, che è in Italia dal 2004, è sposato, ha due figli piccoli e lavora per una associazione culturale islamica, avrebbe “intrapreso un percorso di radicalizzazione religiosa connotata da una spiccata ideologia antisemita”; “in contatto con soggetti noti per la visione violenta dell’Islam” e sarebbe “un esponente della Fratellanza Mussulmana in Italia”. In Procura risultava soltanto un fascicolo aperto dopo il deferimento per il blocco stradale. Un giudice di pace aveva già convalidato il provvedimento di Piantedosi (una espulsione con accompagnamento alla frontiera) ma l’imam ha chiesto asilo politico. Quindi la questura aveva disposto il trattenimento in un Cpr. Da dove secondo i giudici d’appello deve essere immediatamente liberato.
Le reazioni
“La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin dal Cpr di Caltanissetta è immensa. E sappiamo di condividerla con tantissime e tantissimi torinesi che in queste settimane si sono mobilitati e che ringraziamo. La Corte d’appello di Torino ha accolto il riesame sulla convalida del suo trattenimento, rilevando che non sussistono elementi per affermare che sia un soggetto pericoloso, anzi che la difesa ha dimostrato ‘un concreto e attivo impegno del trattenuto in ordine alla salvaguardia dei valori su cui si fonda l’ordinamento dello Stato italiano’” scrivono in una nota il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, la capogruppo di Avs in Regione Piemonte, Alice Ravinale, e i consiglieri comunali di Torino di Sinistra Ecologista, Sara Diena ed Emanuele Busconi – Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta. Ora il governo chieda scusa, cambi rotta e ritiri il decreto di espulsione”.
Galeazzo Bignami, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, parla di una “decisione grave e incomprensibile riguardo una persona che ha giustificato il violento attacco terroristico del 7 ottobre e che di fatto vanifica il grande lavoro fatto dalle nostre Forze dell’Ordine e dal Viminale, rimettendo in circolazione un soggetto ritenuto pericoloso, e addirittura accogliendo la linea difensiva dell’imam. Questa vicenda suona come l’ennesima conferma del livello di politicizzazione di una parte della nostra magistratura, al punto da mettere a rischio la stessa sicurezza dei cittadini. Una scelta irresponsabile che arriva il giorno dopo il massacro in Australia e in un momento particolarmente delicato per l’ordine pubblico, a causa proprio della violenza e dalla propaganda integralista e pro-Pal nelle piazze. Per quanto ci riguarda per Fratelli d’Italia la sicurezza rappresenta la priorità e continueremo a denunciare chi, come l’imam Shahin, vuole soltanto fomentare un clima di odio”.
Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, la decisione è “assurda… Un fatto gravissimo che va contro le decisioni dell’autorità dello Stato e manda un messaggio pericoloso. Siamo di fronte a un personaggio che ha giustificato l’attacco terroristico del 7 ottobre. Rimettere in circolazione un soggetto che ha apertamente giustificato il terrorismo di Hamas è incommentabile e ci dimostra come sia sempre più urgente una riforma della giustizia per porre fine alle correnti politicizzate. In un contesto internazionale segnato da violenze e tensioni crescenti, questa decisione appare irresponsabile e fuori dalla realtà. Noi continueremo a sostenere con fermezza ogni azione necessaria a difendere l’ordine pubblico ed a contrastare ogni forma di estremismo, di antisemitismo e di propaganda dell’odio”.
“Sconcertante la decisione dei giudici di liberare l’imam di Torino e – si legge in una nota Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega – di spazzare via, così, la decisione del ministro dell’Interno di espellere Shahin, nonostante le sue deliranti e sovversive dichiarazioni di giustificazione del massacro del 7 ottobre, unite a un dimostrato percorso di radicalizzazione religiosa e politica, oltre ai contatti con ambienti dell’estremismo islamico. È inaccettabile che si possa tornare a predicare nelle moschee, che ormai sono diventate veri strumenti di indottrinamento. Questa è una vera e propria bomba a orologeria, un pericolo concreto per tutti i cittadini, che ancora una volta sono stati snobbati con la complicità dei gruppi pro-pal e di certa sinistra”.