Dall’incidente al sogno: così è nato “Lo Spirito di Stella”, il primo catamarano al mondo accessibile alle persone con disabilità
Quando Andrea Stella, ferito a colpi di arma da fuoco da un tentativo di rapina negli Usa, ha deciso di tornare a navigare, si è scontrato con la realtà: nel 2000 non esisteva nessuna imbarcazione a vela adatta alle persone con disabilità. È lì che nasce il progetto del primo catamarano al mondo completamente accessibile, dal nome “Lo Spirito di Stella”, che in 20 anni ha ospitato a bordo oltre 10mila persone con disabilità.
Nell’agosto del 2000, mentre si trovava a Miami per un viaggio subito dopo la laurea in giurisprudenza, Andrea Stella, che all’epoca aveva 24 anni, è stato aggredito da tre uomini: gli hanno sparato due colpi di pistola per rubargli l’auto. I proiettili colpiscono il fegato e un polmone: dopo 45 giorni di coma, Andrea si risveglia e scopre che passerà tutta la vita in sedia a rotelle a causa di una lesione alla colonna vertebrale. Il suo sogno di tornare a navigare, l’impegno, la testimonianza, lo hanno spinto a condividere l’idea di creare un’imbarcazione unica al mondo.
Dal 2003, più di 10mila persone con disabilità hanno navigato gratuitamente su “Lo Spirito di Stella”, chi per tre ore, chi per diversi mesi attraversando gli oceani. Alcune di loro non erano mai state in mare e l’idea di salire su una barca sembrava per loro impossibile, racconta Andrea nella sua intervista al fatto.it. “Ricordo un ragazzo malato di Sla, velista: in dieci anni era uscito di casa due volte per andare in ospedale, la terza per tornare in barca – si emoziona –. Ricordo il periodo del Covid, quando non potevamo accogliere gruppi eterogenei e abbiamo coinvolto delle associazioni di bambini oncologici con le loro famiglie: tra questi mi è rimasto nel cuore Carlo, che poco dopo ci ha lasciato. Ma quel giorno in barca sembrava il bambino più felice del mondo”.
Oggi “Lo Spirito di Stella” è impegnata in una campagna di sensibilizzazione sulle barriere architettoniche e svolge iniziative volte a favorire l’inserimento dei disabili nella società. Ci sono ragazzi che conducono la barca spostando il mento, chi soffiando in un piccolo tubicino: un miracolo di tecnica e ingegneria, nel nome dell’inclusione. Tra i progetti in corso, ci sono le attività di scuola vela itinerante e gratuita, che consente a ragazzi con disabilità accompagnati da medici, fisioterapisti o familiari, di vivere una giornata in autonomia cimentandosi nella conduzione di imbarcazioni a vela; corsi di sci per persone con disabilità; due unità abitative in costruzione a Bassano del Grappa completamente accessibili, ecocompatibili ed autonome (dal nome “La casa per tutti”); incontri e attività di sensibilizzazione nelle scuole. Nel 2021 il progetto ha avuto come obiettivo il giro d’Italia all’insegna dell’abbattimento delle barriere architettoniche – “e mentali” ci tengono a precisare -, consentendo a tutti di riscoprire le meraviglie del mare dopo mesi di pandemia e isolamento.
Il 1° luglio 2023, dal Porto Antico di Genova, il catamarano ha intrapreso un viaggio epico, dal titolo WoW 2023-2025 – Around the World. Un progetto in collaborazione con il Ministero della Difesa che si è trasformato in un giro del mondo a favore dei militari divenuti disabili in servizio, appartenenti alle forze armate di tutti i Paesi del mondo che sono stati impegnati in attività di mantenimento della pace e della stabilità. Un viaggio storico al fianco della nave scuola della Marina Militare Italiana, l’Amerigo Vespucci. “Da tanti anni collaboriamo con lo Stato Maggiore, portando a bordo i figli con disabilità dei dipendenti delle Forze Armate che appartengono a una associazione chiamata Anafim e con il gruppo sportivo paralimpico difesa – spiega Andrea –. Le storie di questi ragazzi mi hanno colpito profondamente e nutro per loro un grande rispetto”. Il viaggio, partito dal porto di Genova proprio insieme alla Vespucci, ha toccato durante i 23 mesi di navigazione, tutti e cinque i continenti e attraversato tre oceani, per poi concludersi il 10 giugno 2025, rientrando a Genova.
A 50 anni Andrea ha capito che lo spazio ristretto sulla vela ti porta a dover condividere la navigazione, i pericoli, le emozioni che stai vivendo: per lui costruire la barca ha significato ritrovare il sorriso, riprendersi la vita in mano dopo l’incidente. “Quando sono in un ristorante – sorride – la prima cosa che chiedo è se il bagno è accessibile (a bordo del catamarano sono due). Anche le nostre città sono modificabili, a partire dalle necessità di tutti. Le invenzioni nascono per risolvere i bisogni”. La nave di Andrea da oltre 20 anni solca l’oceano in nome dei diritti. “Il nostro è un messaggio che non ha colore né bandiera, è un tema che riguarda tutti – spiega lo skipper originario di Sandrigo, in provincia di Vicenza –. Crediamo a una società con meno barriere e con la capacità di dare opportunità a tutte le persone. A partire dal mondo del lavoro, valorizzando le abilità di ognuno: solo così potremo costruire una società più inclusiva, più equa e alla fine più sostenibile”.
Il futuro? Andrea alza gli occhi per un attimo e guarda lontano. “Vorremmo fare un giro d’Italia il prossimo anno, raccontando con un documentario e con un libro a fumetti per le scuole il nostro catamarano speciale”. Un modo per sensibilizzare i cittadini e capire che, se su una barca persone con disabilità e non, militari, civili di varie nazionalità e lingue, possono collaborare attivamente per un’impresa così sfidante, ecco, “sono la testimonianza che la società non funziona perché siamo tutti uguali, ma perché abbiamo gli stessi obiettivi. Rispettiamo le stesse regole, pur essendo diversi”. Il viaggio continua. “La barca – conclude – in fondo per noi è una metafora della vita”.