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‘Ammazzare stanca’, il cinema sotto Natale no: da Tornatore a Gabriel Montesi, ecco cinque film in sala

Sono al cinema dal 4 dicembre ‘Regretting You’ e ‘Ammazzare stanca’, mentre dal 9 ‘Brunello, il visionario garbato’, e dall’11 ‘Un inverno in Corea’ e ‘The Teacher’
‘Ammazzare stanca’, il cinema sotto Natale no: da Tornatore a Gabriel Montesi, ecco cinque film in sala
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Questa volta parliamo di cinque film in sala. Con Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino, riemerge la vera storia di Antonio Zagari, il primo pentito ‘ndranghetista. Daniele Vicari mette in scena un crime aspro sul varesotto decadente degli anni Settanta, con ferite dilaganti tra rapine in gioielleria e spaccio d’eroina. È questa la prima spaccatura famigliare degli Zagari. Il padre, interpretato in calabro da un Vinicio Marchioni oscuro e intransigente con la filosofia di pizzo, rapina e omicidio da un lato; dall’altro il figlio più indipendente Antonio, con il grugno disincantato di Gabriel Montesi, la repulsione segreta per il sangue versato e le ambizioni diverse che lo porteranno a cambiare, e non sempre al suo fianco il fratello minore, più fragile e sottomesso, con il volto emaciato di Andrea Fuorto, attratto dal nuovo e milionario business della roba. L’epopea tragica di una famiglia che ha stravolto il concetto di emigrazione dal Mezzogiorno si completa con Selene Caramazza, qui compagna positiva ma donna ferita, Rocco Papaleo, vecchio padrino locale più o meno onnipotente, e un cast roccioso in ogni suo carattere. Discreto nipotino di Romanzo Criminale, chissà se lo ritroveremo in lizza per più d’un David.

È in sala dal 4 anche Regretting you – Tutto quello che non ti ho detto, family drama corale che gioca a sei personaggi. La zia e il padre di una spensierata sedicenne, Clara, muoiono in un incidente d’auto. Da qui la scoperta sulla relazione fedifraga dei due. La madre e lo zio vedovi, artefici della dolorosa ricostruzione, completano il quadro insieme al giovane compagno di scuola di Clara. I ragazzi sono interpretati da due astri nascenti di Hollywood. 37 anni in due. McKenna Grace, splendida attrice di Gifted, I Racconti dell’Ancella, i nuovi Ghostbusters e l’attuale Five Nights at Freddy’s 2, e all’attivo una cinquantina tra film e serie interpretate. Al suo fianco Mason Thames, già eroe di Dragon Trainer e Black Phone. Sembra un piccolo Patrick Swayze. Nel mondo il loro film ha incassato 90 milioni di dollari, da noi appena 300mila euro. Ma questi due ragazzi saranno da tenere d’occhio per le loro potenzialità artistiche.

01 Distribution propone dal 9 all’11 dicembre questo evento speciale, il film su Brunello Cucinelli, industriale umbro partito dal nulla che ha conquistato il mondo e la moda con i suoi capi in cashmere, ma anche filantropo, capitalista umanista attentissimo ai diritti dei lavoratori e a un rispetto sacro della terra e delle risorse imparato fin da piccino nella vita in campagna. Partito come un documentario commissionato a Giuseppe Tornatore per un’evidente agiografia, nelle mani del premio Oscar diventa un biopic di maestosa bellezza con incursioni documentaristiche da super-voce narrante di Brunello e di molti dei suoi amici/clienti, come Oprah Winfrey. Una storia di eccellenza che certamente tralascia lati più grigi, casomai ce ne fossero, di quest’uomo che a produzione ferma, durante il Covid pagò comunque due anni di stipendi pieni ai suoi numerosi dipendenti.

Il piccolo Brunello e il suo mondo intorno ci ricordano un po’ il Totò di Nuovo Cinema Paradiso, ma in Umbria le sue sembianze recitative spettano allo smaliziato Saul Nanni, mentre le musiche, anch’esse maestose e rassicuranti, al maestro Nicola Piovani. Da vedere per fare il pieno di bellezza e ottimismo. Ma anche per la sua coriacea e poetica ironia tesa al successo, con l’inconfondibile tocco di Tornatore.

Da un veterano come Tornatore a un’esordiente al lungometraggio, troviamo dall’11 dicembre in sala la palestinese-britannica Farah Nabulsi con il suo The Teacher. Con Imogen Poots e Saleh Bakri – visto recentemente in Tutto quello che resta di te – l’autrice ci fa percorrere le vie perverse delle (in)giustizie israeliane attraverso il dolore, la rabbia sopita e l’insidiosa elaborazione emotiva del protagonista palestinese. Un professore prende sotto la propria ala un suo studente che ha visto uccidere impunemente il proprio fratello da un colono suprematista. Episodio che fa pensare al fenomeno dei “giovani delle colline”. Opera coraggiosa e amara tanto quanto la cooperatrice internazionale di Poots rappresenta l’innocenza incosciente ma volenterosa di un Occidente attivista, e il personaggio di Bakri incarna la tragedia di un popolo e le oppressioni quotidiane invisibili al mondo. Labirintiche e dolenti le sfumature e le conseguenze della vendetta che ne vengono a galla, porta il pubblico innanzi alle leve dell’odio e alle tremende ma inevitabili difficoltà per qualsiasi pensiero o gesto di pace.

Infine passiamo all’Asia con Un inverno in Corea. L’opera prima di Koya Kamura profuma di casa, di posto sicuro, anche se parla di un disegnatore francese in viaggio a Sokcho per trovare solitudine e ispirazione, Roschdy Zem. Lo accoglie nella pensioncina dove lavora una giovane che parla francese per via di un padre mai conosciuto, Bella Kim. Partirà da qui un incontro di anime calme in una città diversa da ogni nostro immaginario. Con stile compassato il film si nutre quei piccoli dettagli e illusioni che rendono indimenticabili certi incontri. #PEACE

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