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Sanità, report Agenas: la lista dei migliori ospedali d’Italia, due su 10 rimandati. Forte divario Nord-Sud

In totale sono 198 le strutture rimandate su 1117 esaminate (quasi il 20%) e che dovranno essere sottoposte a un processo di revisione della qualità tramite audit
Sanità, report Agenas: la lista dei migliori ospedali d’Italia, due su 10 rimandati. Forte divario Nord-Sud
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Quasi due ospedali su 10, tra pubblici e privati, sono rimandati sulla base della valutazione di criteri standard di qualità dell’assistenza. La maggioranza si trovano al Sud. Il quadro emerge dal Piano nazionale esiti 2025 curato dall’Agenas: in totale sono 198 le strutture rimandate su 1117 esaminate (quasi il 20%) e che dovranno essere sottoposte a un processo di revisione della qualità tramite audit. Il report è stato presentato oggi al ministero della Salute. Lo scorso anno gli ospedali rimandati erano stati 239: 68 di tali strutture hanno superato la criticità, mentre 26 nuove strutture sono state identificate quest’anno.

In particolare gli ospedali rimandati per la revisione degli standard di qualità sono: 51 in Campania, 43 in Sicilia, 19 nel Lazio, 19 in Puglia, 14 in Lombardia, 11 in Calabria, 10 in Sardegna, 7 in Piemonte, 5 in Abruzzo, 5 in Basilicata, 3 in Liguria, 2 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in Molise, 1 in Friuli Venezia Giulia, 1 P.A. Bolzano, 1 in Emilia Romagna, 0 in Val d’Aosta, 0 P.A. Trento, 0 in Umbria, per un totale di 197 strutture. In particolare, segnala Agenas, “le strutture che mostrano livelli bassi o molto bassi di aderenza agli standard di qualità sono risultate 14: si tratta di piccole realtà ospedaliere valutate su poche aree cliniche, mentre nessuna tra le strutture plurispecialistiche più grandi mostra situazioni di gravi criticità”. Al tempo stesso, continua Agenas, “le strutture che ottengono livelli di valutazione alti/molto alti su tutte le aree valutate sono di poco superiori al 10 per cento di quelle complessivamente analizzate”, e sono pari a 189 strutture su 117 valutate.

“In linea generale quindi – afferma l’Agenas – pare evidenziarsi un miglioramento generalizzato nella quasi totalità delle Regioni e Provincie Autonome”. In particolare, l’88% degli audit segnalati riguarda problematiche relative a livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità, l’11% è invece legato ad anomalie di codifica delle informazioni cliniche. Il maggior numero di segnalazioni per criticità riguarda l’area ‘gravidanza e parto’ (52,7%delle richieste di percorsi di audit, prevalentemente per motivi legati a bassi livelli di aderenza agli standard per la proporzione di parti cesarei) e l’ambito cardiocircolatorio (22,1%delle richieste totali di audit, con criticità soprattutto in relazione alla tempestività di accesso all’angioplastica). Per l’area osteomuscolare, la quasi totalità delle criticità riguarda la tempestività di intervento a seguito di frattura del collo del femore nei pazienti over 65.

Gli ospedali migliori in Italia

Sono 15 le strutture ospedaliere in Italia che, valutate su almeno 6 aree cliniche su un totale di 8 prese in considerazione, hanno raggiunto nel 2024 un livello ‘alto’ o ‘molto alto’. Due di queste sono le strutture che però registrano la massima valutazione considerando tutte e 8 le aree indicate: l’Ospedale di Sivigliano in Piemonte e l’Ospedale di Mestre in Veneto. Si concentrano soprattutto in Lombardia (con 5 strutture di livello alto/molto alto valutate su 6 o 7 aree), Veneto (3 strutture valutate su 6, 7 o 8 aree) ed Emilia Romagna (2 strutture valutate su 6 e 7 aree).

Le 8 aree cliniche considerate per la valutazione sono: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare, nefrologia. Nell’elenco compaiono anche Umbria, Toscana, Marche e Campania (una struttura per ciascuna regione): Ospedale Bolognini (Lombardia), 6 aree valutate; Ospedale di Montebelluna (Veneto), 6 aree valutate; Ospedale Bentivoglio (Emilia Romagna), 6 aree valutate; Ospedale di Città di Castello (Umbria), 6 aree valutate; Ospedale Maggiore di Lodi (Lombardia), 7 aree valutate; Fondazione Poliambulanza (Lombardia), 7 aree valutate; Ospedale Papa Giovanni XXIII (Lombardia), 7 aree valutate; Istituto clinico Humanitas (Lombardia), 7 aree valutate; Ospedale di Cittadella (Veneto), 7 aree valutate; Ospedale Fidenza (Emilia Romagna), 7 aree valutate; Pof Lotti Stabilimento di Pontedera (Toscana), 7 aree valutate; Stabilimento Umberto I – G.M. Lancisi (Marche), 7 aree valutate; A.O.U. Federico II di Napoli (Campania), 7 aree valutate; Ospedale di Savigliano (Piemonte), 8 aree valutate; Ospedale di Mestre (Veneto), 8 aree valutate.

Migliorano gli esiti per le operazioni al femore, diminuiscono i cesarei

La qualità delle strutture sanitarie in Italia migliora, ma il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali e da un divario Nord-Sud (ad esempio, sui volumi per la chirurgia oncologica complessa di pancreas e retto, sulla tempestività di accesso a procedure salvavita e sull’appropriatezza clinica in area materno-infantile). Migliorano gli esiti per le operazioni al femore negli over65 entro le 48 ore. In miglioramento anche l’appropriatezza clinica per i tagli cesarei primari che sono in lieve calo (dal 25% nel 2015 al 22% nel 2024), ma con forti differenze Nord-Sud: Nord più vicino agli standard Oms (15%), Sud con valori mediani spesso al di sopra del 25%. Minore ricorso al taglio cesareo nelle strutture pubbliche e in quelle ad alto volume. Inoltre, i parti vaginali dopo taglio cesareo sono in aumento dall’8% al 12%, ma con livelli ancora molto bassi al Sud.

Complessivamente, sottolinea Agenas, “emerge il quadro di un sistema sanitario in grado di migliorare quando siano fissati riferimenti normativi precisi e i dispositivi di valutazione permettano di monitorare i progressi fatti, indirizzando il cambiamento verso obiettivi condivisi e misurabili”. La concentrazione dei casi complessi in centri ad alto volume è migliorata in molti ambiti, rileva l’agenzia, ma “persistono criticità”. Nella Chirurgia oncologica, emerge che il trattamento del tumore della mammella sia “in forte miglioramento”: la casistica trattata in strutture ad alto volume è passata dal 72% nel 2015 al 90% nel 2024. Miglioramenti significativi anche nella concentrazione degli interventi in strutture ad alto volume per tumore del colon (dal 69% al 73%), prostata (dal 63% all’82%) e polmone (dal 69% all’83%). Quadro in miglioramento per le resezioni pancreatiche (dal 38% al 54%), ma con livelli critici nelle regioni del Sud e nelle Isole, in cui si concentra in strutture ad alto volume solo il 28% della casistica trattata.

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