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Delitto di Garlasco, su tutti gli altri reperti Dna di Alberto Stasi e Chiara Poggi. Sugli acetati delle impronte nessun profilo utile

Sugli "acetati" delle impronte rinvenute sulla "scena del crimine", una sessantina in tutto, non è stato trovato sangue, né sono stati estrapolati profili genetici utili per comparazioni
Delitto di Garlasco, su tutti gli altri reperti Dna di Alberto Stasi e Chiara Poggi. Sugli acetati delle impronte nessun profilo utile
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Acquisiti i dati finali dei test sulle unghie di Chiara Poggi, la genetista della Polizia di stato Denise Albani ha redatto le conclusioni anche su tutti gli altri reperti come da richiesta della giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, nell’ambito dell’incidente probatorio. Come è ormai noto, su gli altri reperti è stato rilevato il Dna di Chiara Poggi e Alberto Stasi, l’allora fidanzato poi condannato in via definitiva.

Sugli “acetati” delle impronte rinvenute sulla “scena del crimine”, una sessantina in tutto, non è stato trovato sangue, né sono stati estrapolati profili genetici utili per comparazioni. Dagli accertamenti sui reperti della “pattumiera” di casa Poggi, poi, sono venuti a galla solo i Dna di Chiara e di Alberto Stasi e sul “tappetino del bagno” è stato individuato materiale genetico sempre della studentessa, uccisa a Garlasco nel 2007, e del padre Giuseppe. Così come le analisi sui “tamponi” non hanno fornito elementi utili alle nuove indagini su Andrea Sempio.
Anche questi dati, già emersi nel corso del lungo incidente probatorio andato avanti per mesi, sono riportati nel dettaglio nella perizia genetica di Denise Albani, depositata ieri e messa oggi a disposizione delle parti.

In particolare, si legge, sul fondo di un “piattino di plastica” è stato “estrapolato un profilo genetico parziale severamente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale” di Chiara. Su una “cannuccia di Estathè” è stato trovato Dna “parziale severamente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale” di Stasi. Dalle “coperture di Fruttolo” sono stati rintracciati “altrettanti profili genetici parziali degradati caratterizzati dalla presenza della componente allelica, ancorché parziale” delle 26enne.

E ancora dal “bordo interno” del “sacchetto cereali” è stato estrapolato un “profilo genetico misto parziale leggermente degradato caratterizzato dalla presenza della componente allelica” della studentessa “e di un’ulteriore componente allelica non utile a fini interpretativi”. Due, poi, le tracce genetiche riconducibili a Chiara Poggi trovate sul tappetino del bagno e un profilo “ancorché parziale, verosimilmente attribuibile all’aplotipo di Poggi Giuseppe (e di tutti i soggetti imparentati con lo stesso per via patrilineare)”.

Nell’elaborato si dà conto pure degli esiti dei prelievi sulla “garza utilizzata in sede autoptica come tampone orale”. Si tratta dell’ormai noto “ignoto 3”, che era spuntato ad un certo punto come l’ennesima svolta nel caso. Le analisi riportano le contaminazioni nell’autopsia, già venute a galla, con tracce genetiche di un’altra persona morta e del medico legale.

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