
Protestano M5s, Pd, Avs, +Europa e Azione: flash mob davanti a Montecitorio. Esultano il Carroccio e Fratelli d'Italia. Il leghista Sasso sconfessa le linee guida Oms e accusa la sinistra di voler portare nelle scuole "drag queen e porno attori"
L’Aula della Camera ha approvato in prima lettura il ddl Valditara con 151 voti a favore e 113 contrari e un astenuto (il deputato Fi Paolo Emilio Russo). Il provvedimento riguarda l’educazione sessuo-affettiva e il consenso informato a scuola. Alle medie e alle superiori si richiede per l’educazione sessuale il consenso dei genitori dei minorenni. “Fermo restando quanto previsto dalle indicazioni nazionali”, le attività in questione sono escluse per la scuola dell’infanzia ed elementare. Al termine della seduta della Camera è stato organizzato un flash-mob delle deputate e dei deputati del Pd, M5d, Avs, +Europa e Azione davanti all’ingresso principale di Montecitorio.
Protestano le opposizioni. “Quello che ha fatto oggi la destra è molto grave, è il contrario di quello che servirebbe in questo Paese per contrastare la violenza di genere e per prevenirla”, ha detto la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, partecipando al flash mob. “Tante volte ci siamo messi a disposizione su questo tema per far fare dei passi avanti al Paese, abbiamo votato insieme delle misure di repressione. Ma non basta la repressione se non si fa la prevenzione e quello che oggi la destra fa è un passo indietro clamoroso, perché impedisce e vieta l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole primarie e, in sostanza, la impedisce anche nelle scuole secondarie, perché senza dare più risorse alle scuole si chiede loro di farsi carico di preparare attività separate per quelle famiglie che non danno il consenso. Senza avere risorse in più e senza spazi adeguati, il risultato è evidente: la scuola ci penserà due volte prima di proporre un’attività di educazione sessuale e affettiva nelle scuole”.
Per Nicola Fratoianni (Avs) questo provvedimento “puzza di integralismo e fondamentalismo, sarebbe degno di un manipolo di adepti di qualche setta esoterica. Ed è la fotografia di un’ ossessione: l’ossessione del gender”. Gilda Sportiello (M5s), durante le dichiarazioni di voto, ha dichiarato: “La gravità di questo provvedimento va oltre il mondo della scuola. Noi non ci arrendiamo e continuiamo a combattere e vogliamo l’educazione sessuo-affettivo in tutti i gradi dell’istruzione”. Per la dem Irene Manzi “votando questo provvedimento vi state assumendo una responsabilità nei confronti delle giovani generazioni in nome di una oscurantista battaglia ideologica”.
Chi festeggia, dai banchi della maggioranza, è il leghista Rossano Sasso. “La Lega e il governo di centrodestra restituiscono dignità alla famiglia e alla libertà di scelta educativa”, ha detto. “La maggioranza delle famiglie sarebbe incapace di educare i figli e andrebbero sostituiti dallo Stato e da attivisti ideologica”, secondo Sasso come accade “a Cuba” e “in Iran”. “Lo Stato può promuovere, sensibilizzare ma non sostituirsi ai genitori. Noi crediamo nel primato della famiglia“. Con il ddl Valditara “vietiamo distorsioni ideologiche di una sinistra che vorrebbe continuare a portare nella scuola i propri attivisti politici ma anche Drag queen e porno attori”, ha proseguito. E addirittura ha sconfessato le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità: “Ci hanno definito antiscientifici perché non rispettiamo le linee guida dell’Oms. Ma qualcuno le ha lette le linee guida dell’Oms per l’educazione sessuale nella fascia 0-4 anni? Prevedono la scoperta dei genitali e la masturbazione infantile. E’ questo che volete per i nostri figli?”.
Esulta anche Fratelli d’Italia. “L’unico oscurantismo è quello di chi considera la famiglia un problema da aggirare”, ha detto Grazia Di Maggio (FdI). “La norma che stiamo votando introduce” solo “un consenso informato chiaro”, ha aggiunto. “Non è rivoluzionaria e non è oscurantista”, ma introduce solo “corresponsabilità educativa”. “Il progresso non è parlare di sessualità ai bambini di quattro anni, la sinistra ci chiama arretrati, per noi è buon senso”. “Una delle cose più scorrette è collegare questa legge ai femminicidi, è pura malafede”, ha aggiunto Di Maggio.