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Gli studenti tedeschi si mobilitano contro la leva “volontaria”: venerdì scioperano in più di 60 città

I ragazzi fanno riferimento al diritto di vivere in pace e citano l'articolo 4, comma 3 della Legge fondamentale che sancisce la libertà di coscienza e nega la costrizione contro volontà al servizio militare.
Gli studenti tedeschi si mobilitano contro la leva “volontaria”: venerdì scioperano in più di 60 città
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La nuova riforma dell’esercito nazionale tedesco annunciata dall’esecutivo non piace agli studenti, che venerdì scenderanno in piazza in oltre 60 città del Paese per manifestare la loro contrarietà. Il governo del compromesso tra Spd e Cdu ha deciso di rendere “più attraente” il servizio militare volontario, introducendo un questionario da compilare obbligatoriamente per i 18enni di sesso maschile e l’eventualità di attivare la coercizione obbligatoria (forse su estrazione casuale) se non si raggiungesse l’alto numero di volontari previsto, previo voto parlamentare. Idea che sembra essere condivisa anche dal ministro Crosetto e dal governo francese.

“Non vogliamo finire carne da cannone” hanno fatto sapere gli studenti in un post Instagram. I giovani si ritroveranno in più di 60 città della repubblica federale venerdì 5 dicembre. Coinvolte (tra le altre) Berlino, Bonn, Treviri, Norimberga, Lipsia, Dresda e Monaco. Nel sito web della piattaforma Schulstreik gegen Wehrpflicht i ragazzi fanno riferimento al diritto di vivere in pace e citano l’articolo 4, comma 3 della Legge fondamentale che sancisce la libertà di coscienza e nega la costrizione contro volontà al servizio militare. La questione più spinosa riguarda la possibilità di cambiare la legge e rendere obbligatorio il servizio. “Se non vuoi arruolarti nella Bundeswehr, non devi farlo, almeno non adesso” era stata la dichiarazione del ministro della difesa tedesco Pistorius alla Zdf, apparentemente distensiva ma con un retrogusto inquietante.

Lo sciopero è sostenuto anche da partiti di sinistra come Die Linke e Bsw. Sul sito web dell’organizzazione si legge “Notiziari, politici o talk show, tutti parlano o discutono su come reintrodurre la leva militare ma nessuno ci parla e ci chiede cosa vogliamo e cosa ne pensiamo. Ma siamo noi quelli colpiti! Ecco perchè li costringiamo ad ascoltare”.

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