
La testimonianza: "Nei giorni successivi al secondo parto ci siamo sentite per messaggio, diceva di aver avuto un forte ciclo mestruale. La sera del 7 agosto ci siamo riviste per un aperitivo"
“Il 6 agosto (poche ore prima del secondo parto) abbiamo passato la sera insieme a casa mia, abbiamo fumato marijuana e bevuto qualche birra e un po’ di grappa”. Irrompe una testimonianza importante nel processo per il duplice infanticidio dei due neonati sepolti nel giardino di casa a Vignale di Traversetolo in cui è imputata Chiara Petrolini. Un’amica della ragazza, Chiara Facchin, è stata ascoltata in Corte d’assise a Parma, ha ricostruito gli eventi che hanno preceduto il secondo parto della giovane. “Lei aveva appena finita l’ultimo giorno di centro estivo, era orario aperitivo, quindi abbiamo bevuto e mangiato qualcosa insieme. Lei è venuta in macchina: eravamo io, Chiara e Riccardo. Abbiamo parlato e poi abbiamo fumato insieme, tabacco e marijuana, che era stata regalata a Riccardo. Abbiamo fumato io e Chiara, una canna (intera), divisa equamente, abbiamo mangiato panini e patatine, abbiamo bevuto due birre a testa, Chiara forse tre e poi sono andati a casa. Nessuno di noi si ubriacò”.
Nei giorni successivi, Facchin ha continuato a sentirsi con Petrolini: “Nei giorni successivi al secondo parto ci siamo sentite per messaggio, diceva di aver avuto un forte ciclo mestruale. La sera del 7 agosto ci siamo riviste per un aperitivo in una cantina della zona, poi siamo andate anche a bere un altro drink in un bar e infine l’ho portata a casa. Doveva partire per una vacanza negli Usa”. Poche ore prima della partenza per gli Stati Uniti, Petrolini aveva seppellito il figlio appena nato. L’amica ha aggiunto: “Ho sentito Chiara quando era a New York e mi ha detto che era felice“.
Durante la deposizione, Facchin ha anche parlato dei rapporti quotidiani con Petrolini, sottolineando come nulla facesse sospettare le gravidanze: “Non ho mai notato nulla, nemmeno quando era nuda uscita dalla doccia o in piscina, Chiara non aveva la pancia e non mostrava nessuna alterazione a livello di comportamento. A luglio 2024, l’ho vista in intimo, non aveva la pancia. Lo abbiamo fatto spesso di cambiarci insieme prima di uscire”. L’amica ha descritto Petrolini come “una persona aperta, partecipativa; è sempre stata abbastanza solare, sapeva stare in mezzo alle persone e in compagnia”. Ha inoltre precisato che i rapporti con i genitori erano “positivi, con entrambi” e che la giovane aveva preso autonomamente la decisione di iniziare a lavorare. Infine, Facchin ha ricordato le parole di Petrolini: “Sono andata in ansia e ho reagito come ho reagito, ho avuto paura, mi sono sentita sola ed è successo quel che è successo”.
L’imputata ha rinunciato a rendere testimonianza. Sono stati acquisiti tutti gli atti relativi alle sue dichiarazioni rilasciate nel corso delle indagini. Il suo difensore, avvocato Nicola Tria, ha aggiunto di non poter escludere che la ragazza rilasci dichiarazioni in aula, una volta terminata la perizia psichiatrica, attualmente in corso.