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Caltagirone indagato con il presidente di Luxottica e l’amministratore delegato di Mps per la scalata a Mediobanca

La Procura milanese ipotizza l'esistenza di un accordo occulto dietro alle operazioni che hanno portato la banca dello Stato e del costruttore romano a conquistare le Generali
Caltagirone indagato con il presidente di Luxottica e l’amministratore delegato di Mps per la scalata a Mediobanca
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Francesco Gaetano Caltagirone è indagato a Milano insieme al presidente di Luxottica, Francesco Milleri e all’amministratore delegato del Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio. L’ipotesi di reato della Procura è di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. L’inchiesta di cui ha dato notizia in esclusiva il Corriere della Sera, vede al centro un presunto accordo in relazione all’offerta pubblica di scambio che ha portato l’istituto senese ad acquisire la maggioranza di Mediobanca.

L’ipotesi accusatoria del procuratore aggiunto Roberto Pellicano e dei pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, sarebbe in particolare quella di aver concordato l’offerta da 13,5 miliardi di euro (accolta in Borsa dal 62% di adesioni) con la quale Mps, di cui il governo era il primo azionista, tra gennaio e ottobre 2025 ha scalato Mediobanca e, di conseguenza, le Assicurazioni Generali di cui Piazzetta Cuccia è il primo socio. L’accordo non dichiarato al mercato sarebbe stato in particolare tenuto nascosto a Consob, Banca centrale europea e Ivass. Anche il gruppo Caltagirone e la holding Delfin che controlla Luxottica, come persone giuridiche, sono indagate in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti nell’inchiesta .

Contestualmente alla notizia dell’inchiesta, è emerso che la Guardia di finanza di Milano sta facendo delle perquisizioni. A confermarlo è stata la stessa Mps che in una nota ha fatto sapere “di aver ricevuto la notifica da parte della Procura della Repubblica di Milano di un decreto di perquisizione“. La banca senese, inoltre, si è detta “confidente di poter fornire tutti gli elementi a chiarimento della correttezza del proprio operato e manifesta piena fiducia nelle Autorità competenti, a cui conferma completa collaborazione”. Sulla stessa linea la holding che controlla Luxottica, Delfin, il cui cda si è dichiarato estraneo ai fatti contestati e si è detto “certo che l’indagine in corso dimostrerà l’infondatezza e l’insussistenza della provvisoria contestazione”.

Secondo l’agenzia di stampa Adnkronos, l’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta nei mesi scorsi. A fine agosto il giornale online Lettera43 aveva riferito di indiscrezioni raccolte a Palazzo di Giustizia su pressioni governative sui soci di Mediobanca per farli aderire all’offerta di acquisto del Monte dei Paschi di Siena. L’articolo parlava anche di un fascicolo aperto in Procura, notizia che era stata seccamente smentita dal procuratore capo Marcello Viola. Il sito di Paolo Madron, tuttavia, aveva insistito rivendicando la compatibilità della nota del magistrato con “la sostanza dei fatti riportati”.

Del resto è nota almeno da giugno l’esistenza di un’indagine in capo a Pellicano sulle modalità con le quali, un anno fa, il ministero dell’Economia ha ceduto per 1,1 miliardi a Caltagirone (3,5%), agli eredi Del Vecchio riuniti in Delfin (3,5%), a Bpm (5%) e alla sua Anima (3%) con l’intermediazione di Banca Akros, sempre del gruppo Bpm. La compravendita è stata di fatto l’operazione cornice per la conquista di Mediobanca (e di Generali). L’accordo su cui verte l’indagine, riferisce ancora il Corriere, avrebbe comportato il coordinamento sia degli acquisti della quota di Mps del Ministero del Tesoro e sia quelli di pacchetti di titoli di Mediobanca. In violazione, cioè, dell’obbligo di lanciare un’offerta pubblica di acquisto al superamento congiunto del 25% della banca d’affari fondata da Enrico Cuccia. L’ultimo capitolo della saga ha mandato a picco i titoli Mps e Mediobanca che in Borsa hanno perso rispettivamente il 4,6 e il 2 per cento in una seduta positiva per il listino milanese e per il comparto bancario.

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