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“Abuso di posizione dominante”, l’Antitrust indaga su Meta. Sotto accusa i chatbot di intelligenza artificiale

L'azienda vorrebbe inserire il suo assistente AI dentro WhatsApp e bloccare i concorrenti. La replica: "Respingiamo con forza queste accuse infondate. L’API di WhatsApp non è stata progettata per essere utilizzata con chatbot di intelligenza artificiale e farlo comporterebbe un grave sovraccarico dei nostri sistemi"
“Abuso di posizione dominante”, l’Antitrust indaga su Meta. Sotto accusa i chatbot di intelligenza artificiale
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È di abuso di posizione dominante l’accusa nei confronti di Meta da parte dell’Antitrust, che ha avviato un procedimento cautelare ai danni della multinazionale. Al centro dell’attenzione le nuove condizioni contrattuali, introdotte il 15 ottobre scorso dalle nuove condizioni d’uso WhatsApp Business Solution Terms, oltre all’integrazione di nuove funzioni Meta Ai. Secondo l’Autorità queste introduzioni potrebbero limitare gli altri servizi AI Chatbot, e sarebbe una violazione delle leggi europee in materia. Le condizioni all’interno del nuovo contratto escludono dalla piattaforma WhatsApp tutte le imprese concorrenti di Meta Ai nel mercato dei servizi AI Chatbot, i sistemi di chat informatici con cui conversiamo ormai quasi giornalmente.

Nella nota dell’Antitrust si legge che “questa modifica delle condizioni contrattuali è suscettibile di limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico nel mercato dei servizi di AI Chatbot, a danno dei consumatori, e costituisce una possibile violazione dell’articolo 102 TFUE. Inoltre, l’Autorità ritiene che tale violazione della normativa sulla concorrenza da parte di Meta possa pregiudicare, in modo grave e irreparabile, la contendibilità del mercato, a causa della scarsa propensione dei consumatori a cambiare le abitudini che ostacola il passaggio a servizi concorrenti”. L’Autorità si è anche riservata il diritto di adottare eventuali misure cautelari ex art. 14-bis della legge n. 287/1990.

Il procedimento è stato avviato nei confronti di Meta Platforms Inc., Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l., indicate complessivamente come Meta. “Respingiamo con forza queste accuse infondate. L’API di WhatsApp non è stata progettata per essere utilizzata con chatbot di intelligenza artificiale e farlo comporterebbe un grave sovraccarico dei nostri sistemi. Il recente aggiornamento non ha alcun impatto sulle decine di migliaia di aziende che forniscono assistenza ai clienti e inviano comunicazioni rilevanti, né sulle aziende che utilizzano l’assistente AI che preferiscono per conversare con la propria clientela”.

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