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“Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri figli”, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco

Secondo il sindaco la proposta di alloggio non era e non è un mero favore: si trattava di una soluzione duratura da mantenere fino a quando l’abitazione originaria non fosse ristrutturata.
“Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri figli”, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco
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“Accettate l’alloggio gratuito. È l’unica strada per riunire i bambini ai genitori. Il bene dei minori viene prima di tutto”. È con queste parole che il sindaco di Palmoli (Chieti), Giuseppe Masciulli, lancia un appello alla famiglia che viveva nel bosco dopo l’allontanamento dei tre figli, disposto dal Tribunale dei Minori dell’Aquila.

I giudici hanno sospeso la potestà genitoriale con un’ordinanza motivata. Masciulli ricorda che il Comune aveva già messo a disposizione una casa nel centro del paese, dotata di tutte le utenze (la capanna nel bosco è senza luce e acqua), “tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamento”, ma la famiglia aveva declinato l’offerta, tornando a vivere nella loro ex casa contadina nei boschi. I bambini sono stati allontanati dopo un anno di osservazione e perché i genitori non hanno rispettato le prescrizioni. Il padre dei piccoli ha comunque preannunciato alcune migliorie della capanna che sono state progettate.

Secondo il sindaco, come scrive Il Centro, la proposta di alloggio non era e non è un mero favore: si trattava di una soluzione duratura da mantenere fino a quando l’abitazione originaria non fosse ristrutturata. Masciulli afferma che l’amministrazione ha sempre sostenuto la famiglia, pur sottolineando che il pericolo concreto è stato il rifiuto di un progetto condiviso: i genitori avevano concordato interventi di ristrutturazione, visite sanitarie per i bambini e incontri psico‑educativi, ma poi non hanno mantenuto gli impegni. Secondo il sindaco, la famiglia avrebbe addirittura chiesto 150 mila euro per fare le visite mediche ai figli; 50mila per ogni bambino.

L’ex casa nel bosco è stata definita dal tribunale un rudere “fatiscente e privo di utenze”, con gravi carenze igienico‑sanitarie, elementi che hanno motivato la decisione di trasferire i bambini in una struttura educativa. L’operazione di allontanamento è avvenuta con mediazione: “Non c’è stato un atto improvviso” e alla madre è stato consentito di restare con i figli nella struttura protetta. In contemporanea, il Comune aveva anche preparato un piano per l’inserimento scolastico dei minori: un percorso graduale, con la presenza dei genitori in aula, ma la famiglia ha scelto di proseguire con la scuola parentale, scelta pienamente legittima secondo Masciulli.

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