L’inchiesta di FarWest (Rai 3) sul panino Camogli: “Venduto negli Autogrill a 8 euro, nel 2021 all’azienda ne costava 1,66”
Negli Autogrill viene venduto a circa 8 euro. Ma all’azienda simbolo delle nostre autostrade, il celebre Camogli, fino a qualche anno fa costava poco più di 1 euro. Prodotto per giunta anche grazie ai lavoratori di una ditta di pulizie. A rivelarlo è la seconda parte dell’inchiesta di Andrea Sceresini e Claudia Carotenuto, in onda domani sera a FarWest, il programma condotto da Salvo Sottile tutti i venerdì in prima serata su Rai 3. “Come molti altri panini Autogrill – spiegano dalla redazione – il Camogli in realtà è uno snack preconfezionato, che fino al 2024 era prodotto in una fabbrica di Teramo, la Richetti spa”.
Un panino che in alcuni punti ristoro arriva oggi a costare anche 8 euro e 70 centesimi, ma che all’azienda costava nel 2021 esattamente 1 euro e 66 centesimi, come certificato da una bolla di spedizione di cui FarWest è in possesso. “Una cifra così bassa – raccontano da FarWest – che per poter garantirla e mantenere in piedi la produzione, la Richetti si avvaleva del lavoro di una cooperativa di pulizie, i cui lavoratori operavano con un “contratto pirata”, che non prevedeva, peraltro, la manipolazione del cibo, guadagnando meno di quattro euro lordi all’ora.
“La Richetti – spiega l’inviato Sceresini – utilizzava il lavoro degli operai di questa azienda, la Red srl di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), per pagare poco i collaboratori. La Richetti ha sempre risposto che Autogrill pagava pochissimo un panino e questo era l’unico modo per mantenere la commessa. L’Apollo per dire anche 1 euro e 11”.
Una situazione protrattasi per anni, fino all’anno scorso, e che ha consentito al colosso della ristorazione di ottenere sul suo snack ingenti guadagni. Dopo diverse vertenze il sindacato è riuscito a ottenere salari dignitosi anche per i lavoratori della cooperativa, causando la fine della collaborazione tra Richetti e Autogrill. La prima parte dell’inchiesta, invece, andata in onda il 10 ottobre scorso, ha messo in luce una realtà dell’azienda fatta di “sfruttamento del lavoro e condizioni igieniche spesso inaccettabili”.