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L’ex segretario al Tesoro di Clinton si ritira dagli impegni pubblici dopo il coinvolgimento nello scandalo Epstein

Larry Summers, presidente emerito e professore dell’Università di Harvard, ha annunciato così la sua decisione: "Mi vergogno profondamente delle mie azioni e riconosco il dolore che hanno causato". Su di lui era emerso uno scambio di mail col defunto finanziere pedofilo
L’ex segretario al Tesoro di Clinton si ritira dagli impegni pubblici dopo il coinvolgimento nello scandalo Epstein
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La pubblicazione di nuovi documenti secretati sullo scandalo pedofilia che ha al centro la figura del defunto finanziere pedofilo Jeffrey Epstein ha fatto cadere un’altra testa. E si tratta di un nome di primo livello. Larry Summers, ex segretario al Tesoro durante la presidenza di Bill Clinton, presidente emerito e professore dell’Università di Harvard, ha annunciato che “si ritirerà dagli impegni pubblici” a causa del suo coinvolgimento diretto nelle vicende.

“Mi vergogno profondamente delle mie azioni e riconosco il dolore che hanno causato – ha detto Summers in una dichiarazione condivisa con diversi media – Mi assumo la piena responsabilità della mia decisione mal guidata di continuare a comunicare con Epstein. Pur continuando ad adempiere ai miei obblighi accademici, mi farò da parte dagli impegni pubblici come parte del mio più ampio sforzo per ricostruire la fiducia e riparare i rapporti con le persone a me più vicine”.

La sua posizione era ormai compromessa da giorni, con rappresentanti sia dei Democratici che dei Repubblicani che avevano chiesto a varie organizzazioni di interrompere i rapporti con Summers dopo i file diffusi dalla commissione vigilanza della Camera dai quali emergevano scambi di mail con Epstein, inclusa una in cui il defunto finanziere si definiva il “wing man” (la spalla, nel senso di uno che aiuta a rimorchiare, ndr) di Summers.

Il coinvolgimento di Summers, uomo vicino all’ex presidente Clinton, ha dato forza al tentativo di Trump di allontanare i sospetti dall’ambiente repubblicano, tanto da spingerlo a chiedere ai rappresentanti alla Camera del Grand Old Party di votare affinché tutti i documenti relativi al caso vengano resi pubblici.

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