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“L’uso del paracetamolo in gravidanza non aumenta il rischio autismo o Adhd”, lo studio che smentisce Trump

È quanto conferma una nuova revisione pubblicata sul British Medical Journal (BMJ). L'analisi ha passato in rassegna nove revisioni sistematiche e quaranta studi osservazionali, valutandone la qualità e la coerenza dei risultati
“L’uso del paracetamolo in gravidanza non aumenta il rischio autismo o Adhd”, lo studio che smentisce Trump
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Non ci sono prove scientifiche che colleghino l’uso del paracetamolo in gravidanza a un aumento del rischio di autismo o disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini. È quanto conferma una nuova revisione pubblicata sul British Medical Journal (BMJ), che arriva mentre negli Stati Uniti il dibattito politico e mediatico, riacceso da dichiarazioni del presidente Donald Trump e da successive precisazioni della Food and Drug Administration (FDA), ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra genitori e donne incinte.

L’analisi del BMJ, guidata da Shakila Thangaratinam dell’Università di Liverpool, ha passato in rassegna nove revisioni sistematiche e quaranta studi osservazionali, valutandone la qualità e la coerenza dei risultati. I numeri parlano chiaro: la qualità metodologica degli studi è risultata bassa o criticamente bassa nel 100% dei casi, con una sovrapposizione del 23% degli stessi dati primari. Laddove le ricerche hanno controllato i fattori genetici e ambientali condivisi nelle famiglie, le associazioni rilevate tra l’uso materno del farmaco e i disturbi del neurosviluppo sono scomparse.

Il paracetamolo (acetaminofene) resta dunque il trattamento raccomandato per dolore e febbre in gravidanza, come già stabilito dalle principali agenzie regolatorie internazionali. Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in un comunicato del 23 settembre 2025, ha ribadito che non sono emerse nuove evidenze che richiedano modifiche alle linee guida europee: il farmaco può essere impiegato, se clinicamente necessario, alla dose minima efficace e per il periodo più breve possibile.

Le conclusioni italiane ed europee si basano sulle valutazioni del Comitato di Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), che già nel 2019 aveva esaminato i dati disponibili, giudicando non dimostrato alcun legame causale tra esposizione in utero e disturbi del neurosviluppo. Anche il Network europeo di teratologia (ENTIS), in una posizione ufficiale del 2021, ha confermato la sicurezza del paracetamolo in gravidanza, sostenuta da decenni di esperienza d’uso su ampie coorti di donne senza evidenza di effetti tossici o malformativi.

La nuova revisione pubblicata dal BMJ e le posizioni ufficiali europee convergono dunque su un messaggio chiaro: le prove attuali non supportano un legame tra uso del paracetamolo in gravidanza e autismo o ADHD. L’uso consapevole e prudente del farmaco resta una pratica clinica sicura e appropriata per gestire febbre e dolore in una fase delicata della vita.

Lo studio

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