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Brescia, 20mila strisce di tessuto per non dimenticare i bambini uccisi a Gaza

La promotrice Francesca Di Modica: "Come educatrici di asilo nido e insegnanti della scuola dell'infanzia, abbiamo voluto prenderci cura di ogni bambino e ogni bambina uccisa a Gaza senza dimenticare tutti gli altri ragazzini che muoiono per tutti gli altri conflitti in corso"
Brescia, 20mila strisce di tessuto per non dimenticare i bambini uccisi a Gaza
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Con 20mila piccole strisce di tessuto ritagliate una ad una da settecento mani di maestre, mamme, papà, nonni di qualsiasi Paese, Brescia ha voluto ricordare Sanad, Said, Reem e tutti gli altri bambini uccisi a Gaza. L’idea è nata da un semplice messaggio vocale di Francesca Di Modica, educatrice di nido del Comune lombardo. Un sogno diventato realtà: un’opera d’arte contemporanea che forse piacerebbe tanto anche al maestro Michelangelo Pistoletto.

Fino al 23 novembre la si può vedere nel cortile del Mo.Ca, centro per le nuove culture: su centinaia di fili, appesi da un lato all’altro, cadono come pioggia incessante i nomi e le età dei più piccoli ammazzati nella Striscia.

Alla proposta hanno aderito 39 servizi educativi che in orario extrascolastico hanno realizzato il lavoro insieme alle famiglie e alla cittadinanza. “Abbiamo usato – spiega Di Modica a “Il Fatto Quotidiano.it” – cinquecento metri quadrati di lenzuola che abbiamo trovato negli armadi dei nostri nonni così come abbiamo recuperato elastici da calze che avevamo nel magazzino di una scuola. E’ tutto iniziato da quel semplice messaggio sul gruppo WhatsApp “La scuola per la Palestina”. Spontaneamente in così tanti hanno aderito che mi son ritrovata a chiedere tutte le autorizzazioni necessarie all’amministrazione comunale. Come educatrici di asilo nido e insegnanti della scuola dell’infanzia, abbiamo voluto prenderci cura di ogni bambino e ogni bambina uccisa a Gaza senza dimenticare tutti gli altri ragazzini che muoiono per tutti gli altri conflitti in corso”.

Il gesto è nato dal desiderio di non restare indifferenti, di ricordare che ogni nome, ogni filo, rappresenta un diritto negato. “E’ stato – continua Di Modica – un momento comunitario intenso. Ci siamo trovati tra persone diverse, spesso nemmeno noi maestre ci conoscevamo ma tutti mentre prendevamo in mano quel tessuto abbiamo parlato lo stesso linguaggio: ci sono stati momenti di indignazione, di riflessione, di silenzio”.

L’educatrice non nega che sui social, tra tante persone che hanno plaudito alla manifestazione, c’è anche chi ha trovato modo di polemizzare sul fatto che fossero stati ricordati solo i nomi dei bambini di Gaza. “Non è così. Gaza è stata il pretesto – dice la maestra bresciana -per sensibilizzare. Ogni giorno lavoriamo per costruire la pace”. Il 23 si terrà un momento finale: una marcia alle 10,15 da largo Formentone al Moca dove interverranno due mamme palestinesi e l’operatore umanitario Roberto Guerrieri insieme a “Le ragazze Da Copertina” e Nic Garrapatero che porteranno un po’ di musica nel cortile. Naturalmente anche i bambini avranno il loro spazio con giochi e letture a loro dedicati. “Ora la nostra idea – conclude l’insegnante – potrebbe diventare una vera e propria opera d’arte staffetta. In tanti ci hanno contattato per avere i nostri tessuti. Siamo certi che andremo avanti”.

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