Venezuela, Usa annunciano operazione Southern Spear: due navi da guerra americane a 50 km dalla costa di Caracas
Gli Usa annunciano una nuova operazione contro il narcotraffico denominata Southern Spear, mentre due navi da guerra Usa sono state avvistate a 50 km dalla costa del Venezuela. Dobbiamo “proteggere la nostra Patria dalla droga”, dice il segretario alla Difesa americano Hegseth. La missione sarà guidata dalla Joint Task Force Southern Spear e dal Comando Sud degli Stati Uniti (Southcom) con l’obiettivo di difendere “gli Stati Uniti, rimuovere i narcoterroristi dal nostro emisfero” per stroncare lo smercio di stupefacenti che “sta uccidendo il nostro popolo”. “Pace” nel continente, è il messaggio lanciato dal presidente Maduro a Trump. Caracas paventa effetti “devastanti” da un possibile conflitto nei Caraibi. Mentre la Russia si dice pronta a supportare il Venezuela minacciato dagli Usa.
Avvistate due navi da guerra usa
Le imbarcazioni sono state segnalate a circa 50 chilometri dalla costa dello Stato venezuelano di Falcón, nelle acque internazionali, ma all’interno della Zona economica esclusiva del Paese sudamericano. Si tratta del cacciatorpediniere Uss Stockdale, classe Arleigh Burke, e dell’incrociatore Uss Gettysburg, classe Ticonderoga: due imbarcazioni con avanzate capacità offensive e di difesa aerea e offensiva. Per il governo di Maduro dunque sale ulteriormente la pressione militare statunitense, dopo l’arrivo nel mar dei Caraibi della portaerei nucleare Usa Gerald Ford, la più grande del mondo.
Media Usa: “Trump valuta opzione militare, inclusa invasione via terra”
Cresce dunque il timore di un conflitto. Secondo l’emittente Usa Cbs, sul tavolo di Donald Trump ci sono nuove opzioni militari pianificate con il supporto dell’intelligence. Le riunioni si sarebbero svolte alla Casa Bianca con la partecipazione del segretario alla Guerra Pete Hegseth e del capo di Stato Maggiore Dan Caine. Non sarebbe esclusa l’invasione via terra con l’ingresso dei soldati Usa nei confini venezuelani. L’azione potrebbe essere lanciata “nei prossimi giorni”, anche se non esiste una data definita, sostiene Cbs.
Caracas: “Combatteremo”. Lavrov: “Inaccettabile l’intervento Usa con il pretesto della droga”
“I venezuelani combatteranno per la loro patria, nessuno deve immischiarsi nei nostri affari e all’imperialismo diciamo: fuori di qui, lasciate stare il Venezuela”, ha dichiarato Maduro in diretta tv. “Il Paese vuole solo lavorare, avere la pace perpetua sognata dal Liberatore (Simón Bolívar) e noi la preserveremo”, ha aggiunto il leader di Caracas.
Maduro si era rivolto a Putin dinanzi alla minaccia statunitense. “La Russia ha dimostrato una solidarietà incrollabile nei confronti del Venezuela e siamo pronti a rispondere in modo appropriato alle richieste di Caracas”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Tass. La collaboratrice di Lavrov conferma contatti “costanti” con Maduro e il “fermo sostegno nella difesa della sovranità nazionale”.
Poco dopo è intervenuto Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri, per bocciare l’interventismo Usa nei Caraibi. Una mossa “inaccettabile”, con “il pretesto di combattere il narcotraffico, distruggendo imbarcazioni senza processo né indagini, senza nemmeno presentare accuse contro chi, a loro dire, trasporta droga”, ha rincarato il capo della diplomazia di Mosca. Per Lavrov, “generalmente agiscono così non i paesi rispettosi della legge, ma piuttosto quelli che si considerano al di sopra della legge”.
La campagna Usa in Venezuela: 20 attacchi, 80 morti
L’annuncio di Hegseths sull’operazione Southern Spear è arrivato poco dopo il ventesimo attacco Usa contro una presunta nave della droga. Dall’inizio della campagna l’esercito americano ha ucciso almeno 80 persone. Dieci giorni fa il Wall Street Journal aveva rivelato che Donald Trump stava pensando ad un’escalation e un’operazione in Venezuela. Secondo il giornale sono già stati identificati gli obiettivi, ma non è stata presa una decisione definitiva. Tra i potenziali target ci sarebbero porti e aeroporti controllati dall’esercito e usati per il trasporto di droga, ma anche strutture navali.