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Referendum, Nordio apre al duello tv col presidente del comitato per il No. E lui lo sfida: “Accetto volentieri l’invito”

Dopo il ritiro di Parodi, il giurista Enrico Grosso si propone apertamente per un confronto con il Guardasigilli. Che però insiste: "Spero che l'Anm ci ripensi"
Referendum, Nordio apre al duello tv col presidente del comitato per il No. E lui lo sfida: “Accetto volentieri l’invito”
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Accetto volentieri l’invito del ministro Carlo Nordio a un confronto sulla riforma costituzionale. Sarà un’occasione per discutere nel merito del disegno di legge e per informare i cittadini. Senza polarizzazioni né conflitti, con uno spirito costruttivo”. Il giurista Enrico Grosso, leader del comitato per il No creato dall’Associazione nazionale magistrati, prova a stanare il Guardasigilli nella partita a scacchi che è diventata l’organizzazione del primo duello tv tra “pesi massimi” sul referendum. Da Nordio, infatti, non è arrivato un vero e proprio invito: il ministro però ha aperto per la prima volta a un confronto con Grosso, dopo che nei giorni scorsi aveva indicato il presidente dell’Anm Cesare Parodi come unico sfidante. Da parte sua, Parodi avrebbe voluto accettare (e lo ha anche fatto capire in pubblico), ma la contrarietà della maggior parte dei colleghi lo ha costretto a declinare: “Dopo attenta riflessione non ritengo opportuna una mia partecipazione a confronti con il ministro, in quanto costituirebbe una rappresentazione plastica di una contrapposizione politica fra il governo e la magistratura che non trova riscontro nella realtà”, si è arreso mercoledì sera.

Così la trattativa è ricominciata da zero. E Grosso – costituzionalista torinese già a suo agio nelle vesti di frontman – ha punzecchiato il ministro a mezzo stampa: “Sono pronto in qualunque momento a un faccia a faccia con Nordio, ma credo che il suo problema sia non legittimare il comitato per il No“, ha detto all’agenzia LaPresse. Spingendo il Guardasigilli ad abbandonare il suo veto: giovedì, alla domanda se fosse disponibile a un duello con Grosso, ha risposto di essere pronto a confrontarsi “con chiunque“, ma, ha aggiunto, “compatibilmente con una scaletta di persone qualificate, alla testa delle quali pongo ancora una volta l’Anm. Poi saranno loro a indicare l’interlocutore, io ho detto il presidente Parodi perché è il numero uno, se vogliono mandare il numero due o il numero tre va benissimo”, ha concluso con una punta di veleno. Il giorno dopo, poi, ha fatto parziale marcia indietro: “Spero che l’Anm ripensi alla decisione di non partecipare a un confronto diretto con me. Non credo che sarebbe interpretato favorevolmente dai cittadini se si sottraesse a un confronto diretto con un ministro della Giustizia”. Ma ormai il quadro è chiaro: per i magistrati, o il duello è tra Nordio e Grosso o non si fa. E ora è il Guardasigilli a dover scegliere se accettare la sfida.

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