Giustizia

Monia Bortolotti assolta dall’accusa di aver ucciso i suoi due bambini di 4 e 2 mesi

In un caso perché "il fatto non sussiste". Per la morte del piccolo, invece, è stata riconosciuta come "non punibile" per lo "stato di totale incapacità di intendere e volere

Monia Bortolotti è stata assolta dall’accusa di aver ucciso i suoi due bambini neonati, Alice e Mattia, di 4 e 2 mesi. Nel caso della bimba la Corte d’Assise di Bergamo ha ritenuto che “il fatto non sussiste” in quanto l’omicidio non è stato provato, mentre per Mattia la donna è stata riconosciuta come “non punibile” per lo “stato di totale incapacità di intendere e volere al momento del fatto”. Sempre sulla base valutazioni degli psichiatri, però, per la donna 29enne è stata disposta la “misura di sicurezza di 10 anni in una Rems“, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, in quanto ritenuta socialmente pericolosa. “Non si aspettava nulla di diverso” da una assoluzione, ha commentato il legale di Bortolotti, Luca Bosisio. La procura, che prima aveva sostenuto la necessità di una nuova perizia psichiatrica, aveva chiesto per la donna l’ergastolo.

Bortolotti – di origini indiane e residente fin da bambina a Pedrengo, in provincia di Bergamo – era stata arrestata nel novembre del 2023 per l’accusa di duplice infanticidio in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La donna era accusata di aver ucciso soffocandoli, a distanza di un anno, entrambi i suoi figli: Alice di quattro mesi, morta il 15 novembre 2021, e Mattia di due mesi, nato dopo il decesso della primogenita e morto a sua volta il 25 ottobre 2022. La prima morte era stata ricondotta dal medico intervenuto a un soffocamento da rigurgito, causato da problemi di deglutizione. Le indagini, affidate ai carabinieri, erano state aperte dopo il secondo decesso. A insospettire gli inquirenti il fatto che in entrambe le occasioni fosse stata la madre, sola in casa con i figli, a chiamare i soccorsi. Gli accertamenti non hanno potuto dare una spiegazione alternativa al decesso di Alice, per via del cattivo stato di conservazione della salma riesumata. Nel caso di Mattia, invece, l’autopsia non ha lasciato dubbi, confermando la morte per asfissia meccanica da compressione del torace.