Il mondo FQ

Indagine Ue su Google: “Declassa i siti web che in modo legittimo monetizzano i contenuti”

Nel mirino la penalizzazione dei siti di notizie che ospitano contenuti prodotti da terzi. Possibile una multa pari al 10% del fatturato globale
Indagine Ue su Google: “Declassa i siti web che in modo legittimo monetizzano i contenuti”
Icona dei commenti Commenti

La Commissione Ue torna all’attacco contro Google. Dopo anni di istruttorie e maxi-multe sul fronte concorrenza, Bruxelles apre un nuovo fronte sul rispetto del Digital Markets Act in vigore dallo scorso anno. Nel mirino il declassamento nei risultati di ricerca dei siti di news che accanto a contenuti editoriali ospitano contenuti prodotti da terzi: materiali creati da partner commerciali, agenzie o collaboratori esterni. Secondo il colosso californiano, questa politica serve a evitare che soggetti esterni sfruttino la reputazione di un editore per migliorare artificialmente il loro posizionamento. Ma il monitoraggio della Commissione mostra che la retrocessione scatta anche quando i contenuti di terzi sono parte di modelli editoriali perfettamente legittimi mirati a monetizzare i contenuti. E qui si apre il problema.

Molte testate online, infatti, pubblicano articoli o materiali forniti da agenzie, rubriche curate da collaboratori, contenuti partner o speciali commerciali chiaramente identificabili. È una forma di integrazione editoriale che non ha nulla a che fare con l’abuso del ranking, ma che consente agli editori di diversificare ricavi e prodotti. Secondo Bruxelles, Google invece non distingue e applica una penalizzazione automatica che può ridurre drasticamente la visibilità in Search, con impatti diretti sul traffico e, di conseguenza, sulla sostenibilità economica delle redazioni.

L’indagine aperta da Bruxelles riguarda chiunque pubblichi contenuti di terzi sottoposti a controllo editoriale: quotidiani, magazine, siti verticali, portali tematici. La policy di Google si è tradotta in una riduzione del traffico e quindi in una “significativa perdita di fatturato” per gli editori e per i fornitori di contenuti terzi, spiega un funzionario Ue. “Gli editori hanno opzioni molto limitate, se non nulle, per rispondere effettivamente all’applicazione di questa politica da parte di Alphabet per ripristinare la loro visibilità online su ricerca Google, il che, in sostanza, si traduce in una pressione sugli editori affinché rinuncino alle partnership commerciali o lascino che queste pagine redditizie diventino invisibili sulla ricerca Google”. Per la Commissione, questo può “limitare la libertà degli editori di condurre attività commerciali legittime, innovare e collaborare con fornitori di contenuti”, violando il principio di accesso equo e non discriminatorio prescritto dal Dma.

In caso sia accertata la violazione, la Commissione può imporre sanzioni fino al 10% del fatturato mondiale totale dell’azienda e fino al 20% in caso di recidiva. In caso di violazioni sistematiche, può adottare anche misure correttive aggiuntive, come l’obbligo per un gatekeeper di vendere un’azienda o parti di essa, oppure il divieto di acquisire servizi aggiuntivi correlati alla non conformità sistemica.

L’Ue, attraverso la vice presidente della Commissione Teresa Ribera, si è detta “preoccupata che le policy di Google non consentano agli editori di notizie di essere trattati in modo equo, ragionevole e non discriminatorio nei risultati di ricerca”. “Oggi”, ha detto, “adottiamo misure per garantire che i gatekeeper digitali non impediscano ingiustamente alle aziende che si affidano a loro di promuovere i propri prodotti e servizi”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione