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Delitto di Garlasco, “Dna sulle unghie di Chiara Poggi misto, incompleto e non attribuibile”

Per la difesa di Alberto Stasi, per i pm e per i loro consulenti, uno dei due profili genetici presenti sulle unghie di Chiara è riconducibile proprio al nuovo indagato. Ma i consulenti di parte civile e difesa ritengono completamente errata la lettura
Delitto di Garlasco, “Dna sulle unghie di Chiara Poggi misto, incompleto e non attribuibile”
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A un giorno dai risultati della nuova analisi sulle impronte presenti nella villetta di Garlasco e riferibili a Chiara Poggi, il fratello e un carabiniere, arrivano gli attesissimi risultati sulle unghie della vittima – al centro di uno scontro tra consulenti – che restituiscono di fatto lo stesso risultato del processo d’appello bis a carico di Alberto Stasi. Il Dna sulle unghie della 26enne, uccisa il 13 agosto del 2007 nella casa della famiglia, è incompleto, misto e non identificativo di un singolo individuo. I risultati genetici dell’incidente probatorio affidato alla perita della polizia scientifica, Denise Albani, dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’inchiesta dei pm di Pavia che vede indagato Andrea Sempio.

L’indagine biodinamica

Attraverso la rilettura dei tracciati elettroforetici sul profilo che i consulenti della difesa di Alberto Stasi e quelli della Procura di Pavia, Carlo Previderè e Pierangela Griognani, ritengono “perfettamente sovrapponibile” al campione, prelevato al commesso di Voghera nel 2016 su una tazzina di caffè, un cucchiaino e una bottiglietta d’acqua sottratti dall’agenzia investigativa SKP durante le indagini difensive, Albani ha definito il profilo come aplotipo, parziale, misto e non consolidato.

Significa che è riconducibile a una linea paterna maschile, ma non può individuare né escludere un singolo soggetto (aplotipo Y); la sequenza è incompleta (parziale); è presente almeno un altro Dna maschile ma non è utilizzabile per attribuzioni (misto); e infine le tre estrazioni, effettuate a Genova nel 2014 dal perito della Corte d’appello bis che condannò Alberto Stasi a 16 anni, il professor Francesco De Stefano, oggi non ripetibili né riproducibili, perché le unghie non esistono più essendo state ‘sciolte’ per essere analizzate, non sono state omogenee e hanno dato risultati incostanti (non consolidato). Il perito non ha al momento aggiunto alcuna valutazione circa la verosimiglianza dell’ipotesi che nei dati possa essere ricompreso anche il profilo aplotipico di Andrea Sempio. Valutazioni che saranno oggetto della relazione finale da consegnata al gip e alle parti al termine dell’incarico e prima della prossima udienza del 18 dicembre.

Lo scontro

Per la difesa di Alberto Stasi, per i pm e per i loro consulenti, uno dei due profili genetici presenti sulle unghie di Chiara è riconducibile proprio al nuovo indagato. I legali e i consulenti di Sempio e della famiglia Poggi, al contrario, hanno sempre sostenuto che il materiale genetico raccolto non fosse sufficiente per arrivare a un risultato attendibile. Il terzo perito, Giovanni Di Censo, si è occupato delle impronte sulle paradesive e il risultato è stato appunto di attribuzione a vittima, al fratello e a un carabiniere. Appartengono a Chiara Poggi e Alberto Stasi anche le tracce genetiche sulla spazzatura relativa alla colazione del 13 agosto. Come stabilito dalla gip, resta fuori dall’incidente probatorio l’ormai nota impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato nella villetta dei Poggi e attribuita dagli inquirenti a Sempio. Mentre consulenti della difesa e parte civile, che hanno chiesto invano l’incidente probatorio, sostengono che non è attribuibile all’indagato.

L’altro fronte

Intanto l’avvocato Massimo Lovati ha ricevuto dalla Procura di Brescia che sta indagando per corruzione un invito a rendere informazioni. A renderlo noto è il portavoce del legale, Alfredo Scaccia, che a Chi l’ha visto? ha precisato: “Domani alle 16 Lovati si presenterà in Procura a Brescia da solo, senza l’assistenza di alcun difensore, in quanto convocato. Riferirà quanto già dichiarato alla stampa”. Questo annuncio ha innescato la reazione dell’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Lovati, che ha annunciato l’intenzione di rinunciare a difenderlo. Il legale ha aggiunto di avere appreso soltanto in queste ultime ore della nomina da parte dello stesso Lovati di un portavoce, Alfredo Scaccia. Anche per questo motivo, quindi, Gallo ha espresso l’intenzione di “rinunciare al mandato”. Mercoledì sono stati sentiti dai om Chiara Bonfadini e Claudia Moregola gli ex legali di Sempio, Federico Soldani e Simone Grassi, sulla presunta corruzione nell’indagine del 2017 sul caso Garlasco in cui risulta indagato l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il padre di Sempio. Sul punto il Riesame ha annullato le perquisizioni e il sequestro dei dispostivi del magistrato.

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