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La spesa per gli italiani è sempre più cara: prezzi dei beni alimentari aumentati del 25% in 4 anni. Per i prodotti vegetali +32,7%. I dati Istat

I dati mostrano rincari che colpiscono soprattutto i redditi più bassi. La associazioni dei consumatori: "Una famiglia su tre costretta a tagliare la spesa"
La spesa per gli italiani è sempre più cara: prezzi dei beni alimentari aumentati del 25% in 4 anni. Per i prodotti vegetali +32,7%. I dati Istat
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Riempire il carrello della spesa è sempre più complesso per gli italiani. Mentre i salari reali restano sotto i livelli del 2021, negli ultimi quattro anni i prezzi dei beni alimentari in Italia sono aumentati del 24,9%. È quanto rivela l’Istat nella nota sull’andamento dell’economia italiana: si tratta di un incremento superiore di quasi 8 punti percentuali rispetto a quanto evidenziato nello stesso periodo dall’indice generale dei prezzi al consumo (+17,3%). I beni alimentari (che comprendono cibo, bevande e tabacchi), spiega l’Istat, rappresentano nel 2025 oltre un quinto del valore economico dei beni e servizi consumati dalle famiglie italiane. Il solo cibo rappresenta, in media, il 16,6% della spesa. Tra l’altro trattandosi di beni in prevalenza necessari, gli incrementi dei listini hanno un impatto rilevante sul potere di acquisto delle famiglie, “soprattutto quelle a più basso reddito in considerazione della maggiore quota dei beni alimentari rispetto al totale dei consumi”.

Incrementi maggiori per vegetali, latte, formaggi e uova

Nel dettaglio, gli alimentari freschi (o non lavorati) sono aumentati più di quelli lavorati (+26,2% e +24,3% rispettivamente). Il prezzo del cibo, a settembre 20255 è cresciuto del 26,8% rispetto ad ottobre 2021, con incrementi maggiori per i prodotti vegetali (+32,7%), latte, formaggi e uova (+28,1%) e pane e cereali (+25,5%). Le cause dell’eccezionale crescita dei prezzi, spiega l’Istat nella nota, “sono individuabili in una combinazione di fattori, di natura soprattutto esterna”. A partire dalla seconda metà del 2021, “sono iniziate a manifestarsi pressioni al rialzo dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari dovute alla fase di ripresa economica post pandemica“. Si aggiunge poi, a partire dal febbraio 2022, “l’invasione dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni internazionali (blocco delle importazioni di gas naturale) nei confronti della Russia hanno determinato forti pressioni inflattive sui beni energetici, nello stesso periodo hanno continuato a crescere i prezzi delle materie prime alimentari”. Fenomeno che, specifica l’Istituto di statistica, non ha riguardato solo l’Italia ma è stato diffuso e ha colpito altri paesi europei anche con maggiore intensità.

Assoutenti: “Famiglie costrette a tagliare la spesa”

Maxi rincari che non solo impoveriscono le famiglie, ma portano a profonde modifiche nelle abitudini degli italiani, al punto che “una famiglia su tre è stata costretta nell’ultimo anno a tagliare la spesa per cibi e bevande“, afferma Assoutenti, commentando il report dell’Istat. “La costante crescita dei listini al dettaglio nel comparto alimentare ha portato ad una situazione paradossale: le famiglie italiane spendono sempre di più per un carrello sempre più vuoto – denuncia il presidente Gabriele Melluso – A confermarlo sono gli stessi dati Istat: da ottobre 2021 ad oggi le vendite alimentari nel nostro Paese sono crollate in volume dell’8,8%, ma nello stesso periodo i prezzi di cibi e bevande sono saliti di quasi il 25%”. “Una situazione che deve essere al più presto affrontata dal governo: gli alimentari sono una voce di spesa primaria di cui le famiglie non possono fare a meno, e i rincari registrati nel settore non solo incidono su redditi e capacità di spesa, ma impoveriscono giorno dopo giorno una larga fetta di popolazione, come certificato oggi dall’Istat”, conclude Melluso.

Dona: “Fare la Spesa è diventato un lusso”

“È quanto denunciamo da anni. L’inflazione delle spese obbligate come quelle alimentari supera l’indice generale e i prezzi del cibo sono orami alle stelle”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Su base annua, poi, il rialzo è stato del 2,7%, che tradotto in soldoni significa che per mangiare e bere una coppia con 2 figli paga su base annua ben 250 euro in più, una coppia con 1 figlio 219 euro, 173 per una famiglia media”, spiega Dona. “In appena un mese il Cioccolato è rincarato del 2,7%, i Gelati costano il +2,6% in più, il Cacao e il cioccolato in polvere il +2,1%. Rispetto a ottobre 2024, il Cacao e cioccolato in polvere lo paghiamo il 21,8% in più, il Caffè il 21,1%, il Cioccolato il 10,2%, la Carne bovina il 7,9%, le Uova il 7,2%, il Burro il 6,7%, la Carne ovina e il Pollame il 5,3%, il Latte conservato il 5%, il Riso il 4,6%. Insomma, andare a Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori”, conclude.

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