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Fondi Cinema, “è stato il ministro Giuli a chiedere più tagli al settore”: la mail inviata al Mef

Il settore è in rivolta per la drastica decurtazione del fondo prevista in manovra. Ma Repubblica svela un messaggio con la richiesta arrivata direttamente dagli uffici del ministero della Cultura
Fondi Cinema, “è stato il ministro Giuli a chiedere più tagli al settore”: la mail inviata al Mef
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Da settimana il cinema italiano è in rivolta per i tagli imposti dalla manovra del governo Meloni che peseranno fino a mezzo miliardo. Martedì il ministro ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha dovuto convocare una riunione d’urgenza con i rappresentanti delle associazioni di settore, dopo la bufera innescata dallo stop impresso dalla Ragioneria dello Stato al suo piano per rimpolpare di 100 milioni il Fondo cinema 2026, falcidiato appunto dal drastico taglio inferto dalla legge di bilancio. Oggi però Repubblica svela una mail inviata al ministero dell’Economia il 17 ottobre, secondo la quale sarebbero stato proprio il gabinetto del ministero della Cultura a suggerire “di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo”. Quindi, la richiesta di tagli sarebbe partita proprio dagli uffici di Giuli.

Repubblica scrive che la comunicazione è arrivata al dicastero di Giancarlo Giorgetti da un indirizzo di posta elettronica attribuibile appunto ai diretti collaboratori del ministro della Cultura. Nel testo della mail si legge: “Il complessivo livello di finanziamento dei predetti interventi è parametrato annualmente all’11% delle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato registrate nell’anno precedente e comunque in misura non inferiore a 450 milioni di euro annuo per il 2026 e a 400 milioni di euro annuo a decorrere dal 2027”. Quindi la proposta di “decurtare fino a 240 milioni il primo anno e quasi 300 quello dopo. Riportando a regime la dotazione complessiva del Fondo a 400 milioni, dagli attuali 696: lo stanziamento originario stabilito nel lontano 2017, quando entrò in vigore”.

Secondo la versione di Repubblica, sarebbero stati proprio i tecnici del tesoro che avrebbero invitato il Mic a rivedere l’entità del taglio e diluirlo nel tempo. Dopo le grandi proteste del mondo del cinema e dell’audiovisivo, il ministro Giuli aveva provato a fare marcia indietro, proponendo appunto di rimpolpare il fondo utilizzando le somme non assegnate dal 2022 al 2024 dei cosiddetti “contributi automatici” destinati alle imprese del settore. Una soluzione per ora accantonata. Urge però trovarne un’altra, anche perché i produttori denunciano che questi tagli rischiano di portare il settore alla paralisi già nel primo trimestre del nuovo anno. Al tavolo di ieri erano presenti anche la sottosegretaria con delega al cinema Lucia Borgonzoni e il Dg Cinema del Mic, Giorgio Brugnoni. “Le sorti del settore – avrebbe detto il ministro Giuli – stanno a cuore non solo al Mic ma anche agli altri organi del governo”.

La mail pubblicata da Repubblica ora però getta ombre sull’operato del titolare della Cultura. E dalle opposizioni arrivano già le prime richieste di chiarimenti: “Ho chiesto la parole per avere il ministro Giuli in Aula, il prima possibile. In una mail di cui parla Repubblica questa mattina Giuli avrebbe detto al Mef di fare 500 milioni di tagli per il cinema. Credo che Giuli debba assolutamente venire in Aula e dirci cosa vuole fare del cinema italiano, che non va trattato come una pezza da piedi“, ha detto il deputato M5s, Gaetano Amato, intervenendo nell’aula della Camera.

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